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30 gennaio 2013 13.28

L’appello di Brahimi per la Siria

Il conflitto in Siria ha raggiunto “livelli di orrore senza precedenti”, ha riferito l’inviato del consiglio di sicurezza dell’Onu in Siria Lakhdar Brahimi.
La dichiarazione di Brahimi è arrivata poche ore dopo il ritrovamento di almeno 71 corpi sul fondo del fiume Quwaiq della città di Aleppo. I cadaveri avevano le braccia legate dietro la schiena, con segni di colpi di pistola alla testa. L’opposizione e il governo non si assumono nessuna responsabilità e si sono accusati a vicenda del massacro.

Rivolgendosi ai 15 membri del Consiglio di sicurezza riuniti a porte chiuse martedì 29 gennaio Brahimi ha ribadito che “sono stati raggiunti livelli di orrore senza precedenti in Siria” e ha invitato i membri a trovare una soluzione. “Il paese si sta disgregando sotto gli occhi di tutti. Solo la comunità internazionale può fare qualcosa e il consiglio di sicurezza non può continuare ad aspettare di trovare un accordo tra i paesi membri”, ha detto Brahimi.

Nel Consiglio di sicurezza le posizioni sono molto diverse. Da una parte Stati Uniti, Regno Unito e altre potenze occidentali spingono per risoluzioni che emettano sanzioni contro il presidente siriano Bashar al Assad. Russia e Cina hanno messo il veto su queste risoluzioni tre volte. Mosca, alleata di Damasco, ha sempre rifiutato di chiedere ad Assad di fare un passo indietro anche se in un’intervista alla Cnn il primo ministro russo Dmitri Medvedev ha dichiarato che Bashar al Assad ha sempre meno possibilità di restare al potere in Siria.

Nel frattempo in Kuwait è cominciato un summit per raccogliere 1,5 miliardi di dollari da destinare agli aiuti umanitari per la Siria. Il presidente statunitense Barack Obama ha già offerto 155 milioni di dollari per i profughi siriani, portando a 365 milioni di dollari gli aiuti statunitensi.

Dall’inizio del conflitto secondo l’Onu almeno 60mila persone sono morte e il numero i rifugiati sono 700mila.

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