Nella foto l’immagine postata dal deputato dell’M5S Manlio Di Stefano sul proprio profilo, in cui compare tutto il gruppo partito per questo viaggio. Da sinistra verso destra: Manlio Di Stefano, Edera Spadoni, Luisa Morgantini, Carlo Sibilia, Alessandro Di Battista, Paola Carinelli e Stefano Vignaroli |
focusonisrael.org - 27 luglio 2013 - Emanuel Baroz - Di ritorno da una visita in Palestina accompagnati da Luisa Morgantini, La delegazione comprendeva Carlo Sibilia, Manlio Di Stefano, Stefano Vignaroli, Paola Carinelli, Maria Edera Spadoni e Alessandro Di Battista …. Scrive Stefano Vignaroli: “Eccomi a Gerusalemme, città della pace dove l’uomo occupa, separa, violenta”, e Manlio Di Stefano che ha pubblicato una foto di Gerusalemme con la didascalia “Buongiorno Palestina”. Intelligenti invece le dichiarazioni di Carlo Sibilia “Sulla questione non ho un giudizio netto, sarebbe da stupidi. Bisogna approfondire”. Si aggiunge al coro quella di Paolo Bernini, già noto alle cronache per la faccenda del microchip nel corpo umano, che ha dichiarato come per lui il sionismo sia una piaga. http://parole-povere.com.unita.it
Il grillino antisionista e la censura mancata Se il sionismo è una «piaga», Israele, cos’è, un tumore da estirpare? Sarà il caso che Beppe Grillo, stavolta, risponda per conto terzi, perché chi nei giorni scorsi ha negato a Israele il diritto di esistere non è stato lui, ma un suo parlamentare, Paolo Bernini. Quel violento giudizio è stato riportato dal Corriere della Sera e non abbiamo notizie di smentite da parte dell’autore e nemmeno di prese di distanze dello staff del Megafono. Strano? Poco. La politica estera del grande leader unico non è mai stata il suo fiore all’occhiello, fin qui se l’è cavata con qualche scampolo di macelleria intellettuale riportando pareri molto privati che, ad esempio, sulla situazione in Iran gli aveva riportato la famiglia della moglie, iraniana. Da qui, era riuscito a difendere il precedente presidente di Teheran, Ahmadinejad, dalle cattive voci dei «fuoriusciti» interessati a coprire come in realtà, in Iran il ruolo della donna fosse centrale. Sì, in carcere. Così, spinto da questa preziosa testimonianza, aveva offerto una insperata accoglienza a un regime che aveva speso soldi pubblici per organizzare meeting internazionali negazionisti (della Shoah) e che avrebbe visto volentieri Israele cancellata dalla faccia della terra. Cedendo a questa versione tanto cara ai nemici dell’ebraismo, Grillo aveva anche accontentato una sua pulsione personale collimante con il feeling che innerva il pensiero di estrema sinistra come di estrema destra. Questo aiuta a comprendere il silenzio del capo sulle parole pronunciate da Bernini: c’è opportuna sintonia tra il pensiero che sottende questa dichiarazione e lo schema cui Grillo si ispira. Ciò significa che nel nostro Parlamento c’è una forza dotata di molto potere apparentemente convinta della giustezza della cancellazione di una «piaga» che si chiama Israele. Del resto, nel 2012, nella pagina facebook dedicata dal M5S piemontese al Giorno della memoria stava scritto: «Forse il nazismo era più soft del sionismo». Noi aspettiamo smentite.
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