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http://www.middleeastmonitor.com Le richieste israeliane a Gerusalemme Est hanno trasformato il conflitto in lotta religiosa Il Presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas ha detto che le richieste di Israele a Gerusalemme Est hanno trasformato il conflitto in una guerra di religione, in una regione già oberata da tali sensibilità. Parlando a Mönchengladbach, in Germania, il presidente ha sottolineato il rifiuto della PA di rendere il conflitto israelo-palestinese una questione religiosa. "Infatti, noi rifiutiamo l'estremismo e il terrorismo in tutte le sue forme" ha detto. In un rapporto per la stampa palestinese e per l’Information Agency, Wafa, Abu Mazen è stato citato dicendo che: l'Autorità palestinese ha accettato che Gerusalemme fosse una capitale di due Stati, con Gerusalemme Est come capitale di uno stato palestinese. Ha aggiunto che i palestinesi ritengono che Gerusalemme debba essere aperta al culto per i seguaci delle tre religioni islam, cristianesimo ed ebraismo. La base per la pace tra Israele e i paesi arabi, ha insistito Abbas, devono essere le risoluzioni delle Nazioni Unite. "Non partiamo dal vuoto o da zero, né ci siamo persi in un labirinto senza una mappa, né ci manca una bussola in modo da perdere di vista il traguardo della destinazione", ha sottolineato. "Non vediamo l'ora di realizzare una pace giusta, i frutti della quale potrenno essere goduti dai popoli palestinese e israeliano, così come da tutte le persone della nostra regione. I negoziati, hanno lo scopo di assicurare un accordo di pace duraturo che porti immediatamente alla creazione di uno Stato indipendente e pienamente sovrano di Palestina. Con Gerusalemme Est come sua capitale, su tutti i territori palestinesi occupati nel 1967, il paese vivrà in pace e sicurezza accanto allo Stato di Israele. Una pace giusta richiede anche la risoluzione della situazione dei profughi palestinesi in base alla risoluzione 194 delle Nazioni Unite, come richiesto dalla iniziativa di pace araba, ha aggiunto. "L'obiettivo è quello di raggiungere un accordo permanente e globale e un trattato di pace tra gli Stati della Palestina e di Israele, che risolva tutti i problemi e risponda a tutte le domande, e che ci permetta di dichiarare ufficialmente la fine del conflitto." Abbas ha osservato che la fase successiva è di speranza e di resurrezione economica in Palestina, con il Segretario di Stato John Kerry US hanno presentato un'iniziativa per fornire un pacchetto di progetti economici che creano opportunità per i settori pubblico e privato ad investire in Palestina. Egli ha invitato uomini d'affari e imprenditori a visitare la Palestina per vedere la situazione e di esplorare le possibilità di investimento. Qualora le trattative falliscano, il presidente ha avvertito, ci saranno conseguenze indesiderate per la regione e per il mondo. Egli ha invitato la comunità internazionale ad intensificare gli sforzi e a cogliere l'opportunità dei negoziati in corso in modo da riuscire a portare prosperità a palestinesi e israeliani. http://www.middleeastmonitor.com
Israeli demands in East Jerusalem have turned conflict into religious struggle, says Abbas Palestinian Authority President Mahmoud Abbas has said that Israel's demands in East Jerusalem have turned the conflict into a "religious struggle" in a region already overburdened with such sensitivities. Speaking in Mönchengladbach, Germany, the president stressed the PA's rejection of attempts to make the Israeli-Palestinian conflict a religious issue. "Indeed, we reject extremism and terrorism in all its forms," he said. In a report in the Palestinian News and Information Agency, WAFA, Abbas was quoted as saying that the Palestinian Authority agreed that Jerusalem would be a capital of two states, with East Jerusalem as the capital for a Palestinian state. He added that the Palestinians believe that Jerusalem must be open for worship for the followers of the three religions of Islam, Christianity and Judaism. The basis for peace between Israel and Arab countries, insisted Abbas, must be UN resolutions and the Arab Peace Initiative. "We do not start in a vacuum or from point zero; nor are we lost in a labyrinth without a map; nor do we lack a compass so as to lose sight of the finish line and of the destination," he pointed out. "We look forward to the realisation of a just peace, the fruits of which can be enjoyed by the Palestinian and Israeli people, as well as by all the people of our region." Negotiations, said Abbas, are intended to secure a lasting peace accord that leads immediately to the establishment of an independent and fully sovereign State of Palestine. "With East Jerusalem as its capital, on all of the Palestinian lands occupied in 1967, the country will live in peace and security alongside the State of Israel." A just peace also requires the resolution of the plight of Palestinian refugees according to UN resolution 194, as called for by the Arab Peace Initiative, he added. "The objective is to achieve a permanent and comprehensive agreement and a peace treaty between the States of Palestine and Israel that resolves all outstanding issues and answers all questions, which allows us to declare officially an end of conflict and claims." Abbas noted that the coming phase is about hope and economic resurrection in Palestine, with US Secretary of State John Kerry presenting an initiative to provide a package of economic projects creating opportunities for the private and public sectors to invest in Palestine. He called on businessmen and entrepreneurs to visit Palestine to see the situation and explore investment possibilities. Should the negotiations fail, the president warned, there will be "undesirable consequences" for the region and the world. He called on the international community to intensify its efforts and seize the opportunity to make the current negotiations succeed so as to bring prosperity to Palestinians and Israelis alike.
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