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La morte delle tre attiviste curde e il processo di pace L’uccisione a Parigi di Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Söyleme, trovate morte il 10 gennaio davanti al Centro d’informazione curdo di Parigi, è avvenuto proprio mentre in Turchia sono in corso delle trattative con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). La polizia francese sta indagando sul triplice omicidio, su cui Ankara si è affrettata a dichiarare che si tratta probabilmente di un regolamento di conti tra fazioni curde, di cui la Turchia non è responsabile, e che non interferirà con il processo di pace in corso. La comunità curda a Parigi ha invece puntato il dito contro i Lupi grigi o i servizi segreti turchi come responsabili del massacro, anche perché una delle vittime, Cansız, era stata tra i fondatori del Pkk. François Hollande ha condannato l’uccisione delle tre donne, ma nella capitale francese continuano le proteste. Il premier turco Recep Tayyip Erdoğan ha intanto dichiarato che è fuori questione concedere gli arresti domiciliari al leader curdo Abdullah Öcalan, che dal 1999 si trova in carcere sull’isola di İmralı, nel mar di Marmara.
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