http://nena-news.globalist.it PKK: Il ritiro dei guerriglieri l'8 maggio Avanti con la road map proposta da Ocalan alla Turchia. PKK: "Ora Ankara modifichi la Costituzione e abolisca le strutture belliche create contro i ribelli" Roma, 26 aprile 2013, Nena News - Prosegue il lento e accidentato processo di pace tra il Kurdistan e la Turchia: ieri i ribelli curdi hanno annunciato che l'8 maggio potrebbe essere il giorno del ritiro dei guerriglieri dal territorio turco, verso il Nord dell'Iraq. A promuovere la road map era stato il leader del PKK, il Partito Curdo dei Lavoratori, Abdullah Ocalan. "Come parte del processo, il ritiro inizierà l'8 maggio - ha detto uno dei leader del PKK, Murat Karayilan - Il ritiro è stati pianificato in più fasi e sarà finalizzato il prima possibile. L'esercito turco dovrà agire con la stessa sensibilità e serietà. Le nostre forze useranno il diritto di difendersi nel caso di attacco, operazioni o bombardamenti contro i guerriglieri che si stanno ritirando e in questo caso il ritiro sarà subito fermato". La prima fase della road map, il ritiro, sarà seguita da altri due fasi, nel quali "il governo turco è chiamato a fare la sua parte", ha aggiunto Karalyan: la democratizzazione del Paese e l'abolizione delle strutture belliche create per combattere i ribelli curdi (ovvero una riforma della Costituzione che risolva la questione della comunità curda, il 20% della popolazione) e la "normalizzazione", una pace permanente basata su libertà e uguaglianza. A preoccupare il PKK è l'eventuale reazione delle forze militari turche. Una delle precondizioni poste per il ritiro, e quindi la fine di un conflitto lungo decenni, è la protezione legale garantita dal parlamento di Ankara. All'inizio di aprile, il premier Erdogan aveva frenato la difficile riconciliazione ponendo altre condizioni all'implementazione del cessate il fuoco proposto dal PKK. Il primo ministro turco non aveva voluto assicurare ai guerriglieri che non ci sarebbero state aggressioni perché una simile richiesta avrebbe violato la legge interna. Per questo aveva rigirato l'offerta: i guerriglieri curdi si disarmino subito, così da evitare a monte eventuali scontri armati. Il piano di pace era stato proposto dal leader Ocalan, in prigione dal 1999, il 28 febbraio scorso e prevede la tregua, il ritiro dei 4mila guerriglieri curdi in territorio curdo, il riconoscimento dell'identità curda nella Costituzione di Ankara e la creazione di una speciale commissione parlamentare che si segua la questione curda. La road map disegnata da Ocalan era stata il frutto di uno scambio di missive tra il comando del PKK e il leader, oltre che a serrati negoziati con i servizi segreti turchi. La ribellione armata curda cominciò nel 1984 con l'obiettivo di ottenere l'indipendenza dalla Turchia. In trent'anni di conflitto hanno perso la vita 45mila persone, per lo più guerriglieri curdi. Migliaia gli sfollati e i rifugiati. Nena News
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