http://www.greenreport.it
17 maggio 2013

Sviluppo sostenibile e cambiamenti climatici, Onu: «Le nostre peggiori paure si stanno realizzando»

Il business as usual ci porterà alla catastrofe, non alla ricchezza. Sachs: «L’estremo è divenuto norma»

«Disponiamo degli strumenti necessari per salvare il pianeta da una catastrofe ecologica provocata dall'uomo ma la verità è che semplicemente non facciamo abbastanza per superarla». E' la sconsolata presa d'atto con la quale il presidente dell'Assemblea generale dell'Onu, il serbo Vuk Jeremic (nella foto), ha aperto il Thematic Debate Sustainable Development and Climate Change: Practical Solutions in the Energy-Water Nexus alle Nazioni Unite, a New York. Il dibattito fa parte degli impegni assunti nel 2012 al summit Onu sullo sviluppo sostenibile Rio+20, nel quale i Paesi si impegnarono ad attuare misure per integrare le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: economica, sociale e ambientale.

All'Assemblea Onu è arrivato anche un messaggio del Segretario generale Ban Ki-moon che ha ricordato che «L'innalzamento del livello del mare ha raggiunto il livello più elevato mai registrato prima. E' essenziale che teniamo bene in testa questo costante allarme durante le nostre discussioni sull'avanzamento dell'agenda per lo sviluppo oltre il 2015». Un allarme condiviso come al solito da tutte le delegazioni, dai ministri dell'ambiente e dell'energia di molti Paesi e da esperti e scienziati che l'Onu ha riunito per discutere delle soluzioni pratiche nel contesto dell'interazione energia-acqua. In un comunicato le Nazioni Unite sottolineano che «La conciliazione tra la lotta contro il cambiamento climatico e la necessità di promuovere una crescita sostenibile è al centro delle discussioni».

Jeffrey Sachs, direttore dell'Earth Institute della Colombia University ha ricordato che «Il diritto allo sviluppo dovrebbe iscriversi nei limiti planetari», deplorando che «Non si sia compresa la lezione della grande siccità che ha devastato alcune parti degli Stati Uniti. L'estremo è divenuto norma»..

Jeremic ha ribadito davanti ai delegati: «Abbiamo tra le mani il potere di distruggere la Terra o di preservarla per le generazioni future. Le nostre peggiori paure si stanno realizzando. Gli studi scientifici più recenti hanno in effetti dimostrato che per la prima volta da più di 300 milioni di anni il tenore dell'anidride carbonica nell'atmosfera ha raggiunto la barra delle 400 parti per milione(ppm). Il ritmo di crescita attuale conduce alla catastrofe. Non possiamo permetterci il business as usual,  una crescita trasportati dalla della corrente ci porterà alla catastrofe, non alla ricchezza. Per salvaguardare il mondo dai cambiamenti climatici fuori controllo, la comunità internazionale dovrà disaccoppiare la crescita economica della nostra dipendenza dai sistemi energetici a base di mentre la concentrazione di CO2 aumenta, gli ecosistemi terrestri cambieranno con  una rapidità pericolosa, le fonti d'acqua dolce diminuiranno dai fiumi e dalle falde acquifere prosciugate. E' necessario progettare un nuovo partenariato mondiale nel quale nessuno sia lasciato indietro. Dobbiamo disaccoppiare la crescita economica dalla nostra dipendenza di fronte ad energie ad alto tenore di carbonio».

Il presidente dell'Assemblea generale dell'Onu ha esortato gli Stati membri «Adottare delle strategie innovative, basate sulle tecnologie di punta ed i nuovi modelli economici   legati all'interazione energia-acqua. La sfida fondamentale del nostro tempo è quello di finirla con  la povertà estrema in questa generazione e ridurre significativamente il divario globale tra ricchi e poveri, senza erodere la base ambientale per la nostra sopravvivenza».

Poi, evidenziando il legame tra l'acqua e l'energia, ha sottolineato «La necessità di investire in tecnologie e strategie innovative per garantire i paesi possano continuare a crescere economicamente senza danneggiare l'ambiente. I nostri problemi idrici sono strettamente legati ai nostri problemi energetici. La fornitura di acqua richiede grandi quantità di energia, sia per il pompaggio, il trattamento, o la desalinizzazione. Allo stesso modo, le forniture di energia spesso dipendono criticamente acqua: per l'energia idroelettrica, il raffreddamento, o l'irrigazione per la biomassa. Abbiamo bisogno di più energia, non di meno, per porre fine alla povertà e migliorare gli standard di vita a livello mondiale. Ma l'energia deve essere low carbon, se vogliamo rimanere all'interno dei confini planetari. Le nuove tecnologie sono necessari per rifare i sistemi di erogazione dell'energia in modo che entro la metà del secolo, producano forse tre volte l' output di oggi, ma con meno della metà delle emissioni. Oltre alle nuove tecnologie, ci sono anche le sfide organizzative ed economiche, dato che i governi devono dare i giusti incentivi al settore privato per razionalizzare l'uso dell'acqua e passare a sistemi energetici low carbon.

Questo richiede una nuova direzione e nuove strategie. Credo che questo dibattito possa essere un passo importante nel movimento che ci avvicina alla linea di partenza dopo il 2015, dirigendo la nostra attenzione verso la scienza innovativa, le tecnologie all'avanguardia ed i nuovi modelli di business legati al nesso energia-acqua. Abbiamo gli strumenti per salvare il pianeta dalla devastazione ambientale indotti dall'uomo. Quello che ci manca, tuttavia, è l'impegno fondamentale per usarli in modi coerenti, così come un pieno apprezzamento di quanto poco tempo che ci rimane prima che sia troppo tardi».

top