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Pussy Riot in sciopero della fame: carcere inumano Nadia Tolokonnikova scrive a un sito di informazione russo sulla sua prigionia in Mordovia. Il Pd chiede a Emma Bonino di intervenire
Nadia Tolokonnikova, la più nota delle PussyRiot, ha iniziato oggi uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni disumane del campo di lavoro della Mordovia, dove sta scontando la condanna a due anni di detenzione. In una lettera, pubblicata sul sito di informazione Lenta-ru, la stessa Nadia - condannata per teppismo motivato da odio religioso, in seguito alla famigerata performance anti-Putin nella cattedrale di Mosca nel 2012 ha dichiarato che si rifiuterà di svolgere il lavoro impostole, «finché le autorità penitenziarie non rispetteranno le leggi e si comporteranno con le condannate come con esseri umani e non bestie». La ragazza ha raccontato di soprusi e violenze sulle detenute, e ha denunciato al Comitato investigativo russo minacce nei suoi confronti da parte del servizio penitenziario, appellandosi all’ombdusman russo per i diritti umani, Vladimir Lukin. La seconda Pussy Riot in carcere Maria Alyokhina era stata undici giorni in sciopero della fame contro la decisione delle autorità carcerarie di impedirle di essere presente a una audizione sulla sua richiesta di libertà condizionale e aveva posto termine alla protesta dopo che alcune delle richieste sulla sua detenzione erano state soddisfatte. Il responsabile del sistema penale della regione della Mordovia Gennadi Morozov ha negato come «assurde» le accuse. «La giornata di lavoro nella colonia numero 14 e’ di otto ore, come previsto dal diritto del lavoro. Le donne lavorano fino alle 4.30. E’ sempre stato cosi’ e non c’e’ stato alcun cambiamento». A intervenire sul caso due parlamentari del Pd, Michele Anzaldi ed Enzo Amendola (commissione esteri), preannunciando una interrogazione urgente al ministro degli esteri: «Emma Bonino chieda chiarimenti immediati e rassicurazioni sulla detenzione in un carcere russo della giovane leader del band musicale Pussy Riot, madre di una bambina di 5 anni». «Dalle notizie diffuse dalla stampa internazionale spiegano i due deputati si apprende che la giovane cantante denuncia condizioni al limite dello schiavismo e del campo di concentramento nella detenzione in un carcere russo. Si parla di massacranti turni di lavoro forzato, ritorsioni anche corporali sui detenuti e minacce di morte, motivo per cui Nadezhda Tolokonnikova avrebbe dato inizio ad uno sciopero della fame». «In considerazione anche della lunga e riconosciuta esperienza aggiungono i deputati Pd nel campo dei diritti civili del ministro Bonino, in particolare nei confronti della Russia, il governo italiano chieda chiarimenti in sede internazionale alle autorità russe, per comprendere se quanto denunciato dalla cantante risponde al vero».
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