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giovedì 18 luglio 2013 12:37

Buon compleanno Madiba
di Rita Plantera

Compie 95 anni l'uomo, il compagno, che con la sua resistenza ha abbattuto l'Apartheid e ci ha insegnato che un mondo diverso può e deve esistere. Grazie Nelson Mandela

Cape Town, 18 luglio 2013, Nena News - Compie 95 anni oggi 
Nelson Mandela e il mondo celebra, come il 18 luglio di ogni anno a partire dal 2009, l'International Mandela Day, dichiarato tale dalle Nazioni Unite. Una giornata in onore dell'uomo che con la storia e le battaglie per la gente del suo Paese ha ispirato e ispira generazioni in tutto il mondo. Un riconoscimento ai circa 67 anni di lotta e di dedizione alla liberazione del Sud Africa dalla segregazione razziale e alla difesa dei diritti umani. 67 sono i minuti che nella giornata del 18 luglio si chiede che ognuno nel mondo - singoli, associazioni, organismi - dedichi per fare qualcosa che cambi il mondo in meglio.

Alle 8 di questa mattina su invito del ministro dell'Istruzione in ogni scuola sudafricana si è cantato l'Happy Birth Day a Madiba mentre, alla stessa ora, radio e network televisivi hanno reso omaggio a colui che è considerato il padre della nazione. Il presidente della Repubblica, Jacob Zuma parteciperà in giornata a Pretoria a una prima musicale in onore del primo presidente nero del Sudafrica eletto durante le prime elezioni democratiche del Paese, e della Freedom Charter dopo aver, ieri, fatto gli auguri alla nazione e alla comunità internazionale in vista dei festeggiamenti di oggi. L'African National Congress, il partito di Madiba al governo dal 1994, ha in programma, tra l'altro, per questa mattina di piantare 66 alberi nel Thokoza Park di Soweto. Come fece Mandela nel luglio 2008 quando piantò il novantesimo albero del Parco di Johannesburg. A Cape Town, l'arcivescovo della città ha invitato i membri delle sinagoghe e delle moschee ad unirsi alla catena umana lunga chilometri che arriva fino ai sobborghi. Questi e molti altri gli eventi che, da mesi e mesi in programma per onorare la giornata di oggi, terranno in festa villaggi e città. Tra ong che con la benedizione e la collaborazione di leader politici locali distribuiranno e raccoglieranno cibo per i poveri, i tanti poveri di cui oggi ci si accorgerà con meno indifferenza.

L'evento dell'anno, lo si potrebbe definire. E, ad essere un po' cinici, la vetrina tanto attesa. E sì, perché a dirla tutta pare proprio che il Mandela Day mai come quest'anno può o rischia di diventare la panacea di tutte le controversie private (della sua famiglia) e pubbliche di questo nuovo Sud Africa del post-apartheid. Ciò che non sta trovando posto, però, da giorni ormai, tra i vari festeggiamenti in onore di Madiba, è proprio Madiba, ovvero la sua salute. Il Sud Africa del post-Mandela celebra oggi per la prima volta il suo leader nell'assenza e nell'incertezza più diffusa intorno a lui. Oggi è il 41esimo giorno di ospedalizzazione per il vecchio leader da quando l'8 giugno scorso fu ricoverato d'urgenza al Mediclinic Heart Hospital di Pretoria per un aggravarsi delle condizioni respiratorie. Da allora è stato un cadenzarsi aritmico di notizie sulle sue condizioni di salute alternate alle news da soap opera sulla faida intestina che sta dilaniando la sua famiglia. La solita litania della presidenza del «critico ma stabile» è stata di tanto in tanto interrotta da picchi informazionali come quello dello «stato vegetativo», prontamente rettificato e quello degli ultimi giorni sul «risponde alla terapia».

Ma ormai la salute di Mandela non fa più notizia. La frenesia mediatica che per settimane ha accompagnato le news e i rotocalchi di mezzo mondo ha lasciato il posto, parrebbe, quasi all'indifferenza. Che Mandela sia seriamente malato e in gravi condizioni è facile sospettarlo, ma a confondere ogni volta sono dichiarazioni come quelle rilasciate nei giorni scorsi dall'ex presidente sudafricano Thabo Mbeki secondo cui Mandela potrebbe essere dimesso a breve per continuare a essere curato a casa. Eventualità che francamente, per quanto augurata e voluta, sembra alquanto improbabile. Questo Sud Africa in realtà è già nel post - Mandela, a partire già dalla fine del suo mandato presidenziale, e da allora vive della sua eredità politica non essendo stato sufficientemente in grado di continuare su quel selciato e spianare la strada alle riforme soprattutto economiche di cui ha bisogno per progredire. Questi anni hanno fatto la differenza in peggio e mostrano un Paese alle prese con alti tassi di disoccupazione, diseguaglianza e corruzione. All'ombra di Madiba, il Paese è andato avanti, finora. Ma chissà per quanto ancora, come dimostrano le crepe nella fiducia a quello che è considerato tuttora dalla maggior parte il «partito del popolo», e cioè l'Anc. Il suo declino è ora più evidente e il malcontento ha cominciato a fare breccia tra le fasce sociali più fedeli.

Quest'anno ricorre un'importante anniversario, il 50esimo del Processo di Rivonia durante il quale Mandela e altri sette compagni furono condannati al carcere a vita. Trascendono ogni temporalità, il coraggio e le parole con cui Madiba dal banco degli imputati nel 1964 affrontò la corte dell'apartheid e fecero della sua difesa un testamento immortale. Il vigore morale con cui sfidò la pena di morte rese immortale la sua personalità, una delle più influenti del XX secolo, a partire già da allora. Un vigore che fa della calendarizzazione del suo compleanno più che la santificazione dell'uomo, l'umanizzazione di virtù sempre più aliene all'agire umano.

Parole tanto umane quanto immortali che ci piace riportare in suo onore: «Nel corso della mia vita mi sono dedicato a questa lotta del popolo africano. Ho combattuto contro il dominio bianco e contro il dominio nero. Ho coltivato l'ideale di una società democratica e libera in cui tutte le persone vivono insieme in armonia e con pari opportunità. E' un ideale per il quale spero di vivere e che mi auguro di raggiungere. Ma, se sarà necessario, è un ideale per il quale sono pronto a morire». Nena News

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