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http://wagingnonviolence.org Difenditi, passa all'offensiva! Uno dei momenti più semplici per impigliarsi mentre lottiamo per un mondo migliore è quando stiamo perdendo terreno, quando l'altro lato sembra essere vincente. Come, in tempi come questi, possiamo ridurre al minimo le perdite e anche avanzare su di un nuovo terreno andando all'offensiva? La campagna per conto di omofobia può insegnarci qualcosa su questo, così come una campagna di quartiere è capace di liberarsi dalla morsa dei signori della droga. Combattendo in difesa della paura
In primo luogo, un minuto per compatire quei poveri omofobi che hanno perso terreno per decenni. Non solo le forze LGBTQ hanno acquisito una serie di vittorie dalla battaglia di Stonewall nel 1969, ma un enorme cambiamento nella cultura si è sviluppato insieme a quello, finannche milioni di giovani cristiani evangelici hanno svoltato contro l'omofobia dei loro genitori. Coraggiosi membri delle minoranze sessuali hanno fatto molte cose giuste, come ho sottolineato in un recente articolo. Ma la destra omofoba è riuscita a rallentare la minaccia con una combinazione di difesa attraverso inquadratura e azione offensiva. Ammonendo che le famiglie eterosessuali erano sotto minaccia, i sostenitori dell’omofobia hanno istituito il Consiglio di Difesa della Famiglia. Avvertendo che il matrimonio tradizionale è sotto minaccia, hanno raccolto fondi come pazzi per difendere la discriminazione. "L’Uguaglianza stessa è minacciata da concessioni di diritti speciali per i gay", hanno strombazzato. "Le menti dei vostri figli saranno deformate dalla formazione pro-gay." La genialità qui è che si sono immersi in una piscina di verità, anche se con una tazza sporca. Le famiglie eterosessuali sono in difficoltà, anche se non a causa di persone LGBTQ. Matrimoni eterosessuali vanno a pezzi a tassi record, anche tra gli evangelici, anche se le cause sono altrove. La disuguaglianza è in aumento, e lo è anche la sottoccupazione. L'istruzione è in difficoltà. Gli omofobi comunicano con la dura esperienza di decine di milioni di persone. Sì, hanno difeso l'omofobia, ma per farlo hanno parlato della realtà vissuta dei loro elettori. Penso che ci sia una lezione in tutto questo. La difesa ha un fascino potente per le persone, spesso più potente dell'appello al cambiamento. Se i leader del lavoro avessero saputo che cosa gli strateghi di omofobia erano in grado di fare, la "rivoluzione Reaganiana" avrebbe potuto essere rallentata o anche fermata, negli ultimi quattro decenni, non sarebbe stata inquadrato come la difesa dei sindacati, ma piuttosto come la difesa delle famiglie che lavorano, le centinaia di milioni di essere attaccati dall’1 %. Così come hanno inquadrato la difesa è solo la metà della strategia degli omofobi. L'altra metà è come andare all'offensiva attraverso l'azione. Il primo principio della strategia Gandhiana era di andare all'offensiva, anche se siete contro l'impero più potente che il mondo abbia mai conosciuto. Non potete difendere la vostra gente, o voi stessi, stando sulla difensiva. In questo modo, anche mentre inquadrano il loro movimento stando in difesa, gli strateghi dell’omofobia lanciano campagne di azione per passare all'offensiva. A livello statale, hanno approvato leggi che proibiscono il matrimonio uguale per tutti. Poi hanno preso di nuovo l'offensiva per far passare emendamenti costituzionali statali che vietano il matrimonio uguale per tutti. Infine hanno fatto lo stesso a livello federale. Hanno lanciato campagne per ottenere consigli scolastici locali che escludano i curriculum anti-omofobi e i rappresentanti di LGBTQ. Il mondo del commercio è stata un'altra arena per le loro campagne, come boicottare le compagnie che trattano equamente le persone LGBTQ piuttosto come una mossa preventiva per evitare ad altre società di fare lo stesso. E' stata un’elaborazione strategica billante, anche se non abbastanza efficace per vincere, abbastanza efficace per gettare i miei amici gay in periodici episodi di tristezza. Anche l'intelligenza e il denaro della destra non riescono fermare la lotta diffusa, tra cui un sacco di coraggio personale, sul lato LGBTQ. La destra non ha il monopolio su come utilizzare difesa e offesa. La mia compianta amica Barbara Smith lo sapeva. Difendere un quartiere - andando sul reato Barbara ha vissuto a Mantua, un quartiere afroamericano di Philadelphia, conosciuto in tutta la città come "il fondo" per una buona ragione. Con alti tassi di disoccupazione, Mantua aveva una mortalità infantile che rivaleggiava con i paesi più poveri. Una delle afflizioni del quartiere era il traffico di droga in espansione, con mercati all'aperto che attraevano auto costose dalla periferia. La polizia era, intimidita come i residenti. I vicini scuotevano la testa mentre parlavano tra di loro. Qualcuno dovrebbe difendere il quartiere. Barbara aveva lavorato con me nelle campagne per la Pace, un lavoro/comunitario di coalizione che nel1980 andava all'offensiva contro la rivoluzione Reaganiana. Anche se spesso portava una pistola, fu affascinata dal potenziale dell’azione diretta non violenta. Nel 1988, decise che era il momento di lanciare un'offensiva per difendere Mantua. Con altre due donne andò in uno degli angoli di strada più popolari per il commercio di droga. Portarono sacchetti di plastica per la spazzatura e scope. Cominciarono a spazzare i rifiuti, spostando gli uomini da parte come se fossero ragazzi adolescenti che ostacolano i lavori nelle loro cucine. Quando finirono di ripulire, se ne andarono, portando le loro borse. Le donne organizzarono poi una riunione in una chiesa del quartiere, invitando i residenti a parlare del traffico di droga. Alcune donne che vivevano negli appartamenti al piano superiore di quell'angolo di strada avevano visto Barbara e le sue amiche far pulizia intorno ai trafficanti di droga, e nel loro stupore diffusero l’appuntamento. Alcune donne vennero alla riunione per parlare con Barbara e le sue amiche. La prossima settimana l'intrepido trio tornò verso l’angolo per ripetere la performance. Questa volta, per renderla più tagliente, Barbara prese una pausa dalle attività di spazzatura, tirò fuori un piccolo taccuino e una penna dalla borsetta, e sembrava prendere appunti. Mi disse che il giorno dopo in ufficio che in realtà era troppo spaventato per essere in grado di scrivere, aveva solo finto di scrivere. I ragazzi con le pistole erano tesi, ma non fecero nulla. Come si fa ad aggredire un paio di donne anziane del quartiere, perché stanno spazzando e prendendo appunti? Più donne vennero alla riunione seguente nel seminterrato della chiesa, non solo per osservare il coraggio dei trio, ma per chiedere cosa potevano fare. Il gruppo ora elaborava nuove tattiche e, a poco a poco, divenne più grintoso e anche il loro numero delle donne crebbe. Le donne si persuasero a chiamare la polizia quando vedevano qualcuno portare un sacco di soldi e gettarlo nel bagagliaio di una macchina, alla fine anche la polizia è trovò il coraggio di perquisire l'auto. Adottarono un nome che dice tutto: Mantua contro la droga, o MAD. Barbara accolse un leader della comunità, Herman Wrice, che portò la sua credibilità e il suo coraggio. MAD cominciò a diffondersi sul territorio, scegliendo con cura, passo dopo passo, gli angoli da occupare prima che arrivassero i trafficanti. Sapevano che la loro efficacia e la loro sopravvivenza dipendeva dall’evitare la provocazione vera e propria, che si sarebbe tradotta in rappresaglie mortali. MAD organizzò cortei, prima attraverso le strade più sicure, poi attraverso strade considerate territorio della droga, cantando il loro slogan preferito: "Su con la speranza, in calo con la droga" In una considerevole escalation, cominciarono a marciare di notte, e la polizia divenne così coraggiosa che le accompagnava, in presenza della comunità, gli ufficiali potevano arrestare i venditori di droga, mentre la parata passava. Gli uomini del quartiere cominciarono a rendersi conto di essere stati fatti fuori. Una caratteristica delle campagne che vengono vissute come difesa è che la comunità sa che ha l'obbligo di difendere il gruppo. Come MAD divenne vitale e visibile, la maggioranza degli uomini, la parte più dura e più importante del quartiere, almeno ai loro occhi, realizzarono di non essere determinanti. Herman e Barbara offrirono elmetti e martelloni agli uomini con un incarico speciale: durante la prossimo marcia, avrebbero docuto prendere l'iniziativa, e quando il corteo avrebbe raggiunto una crack house, dovevano salire sul portico, buttar giù la porta , e portare il proprio la marcia dritto dentro la casa. Gli uomini lo fecero, ed i venditori nelle crack house dovettero fuggire dalle le porte posteriori. Si scoprì che una delle case appartenevano a un vicino che era stato costretto a lasciarla perché gli spacciatori potessero occuparla, è così che era diventata la comunità senza legge. L'escalation ha freso molte più azioni possibili. Ho passato una notte memorabile facendo un fuoco ad uno degli angoli di strada che avevamo occupato, per il dispiacere dei ricchi bianchi che guidavano fin lì sperando di comprare la droga. Il movimento si diffuse poi ad ad altri quartieri. Il presidente George H.W. Bush, durante la corsa per la rielezione nel 1992, venne a Mantua per una foto-opportunity, e disse alla sempre grintosa Barbara davanti alle telecamere che stava facendo un lavoro meraviglioso. Sì, rispose, e vorrei poter dire lo stesso di te. Quella era Barbara, che mi manca molto. Mi piacerebbe riassumere il suo approccio in questo modo: essere tagliente, strutturarsi in termini di realtà vissuta della gente e difendere la vostra comunità ferocemente andando all'offensiva. http://wagingnonviolence.org Defend yourself, go on the offensive! One of the easiest times to get tangled up while struggling for a better world is when we’re losing ground, when the other side seems to be winning. How, in times like these, can we minimize our losses and even reach for some new ground by going on the offensive? The campaign on behalf of homophobia can teach us something about this, as well as a neighborhood campaign to free itself from the grip of drug lords. Fighting in defense of fear First, take a minute to pity the poor homophobes who have been losing ground for decades. Not only have LGBTQ forces won a series of concrete victories since the battle of Stonewall in 1969, but a huge shift in culture has gone along with that, with even young evangelical Christians by the millions turning against the homophobia of their parents. Brave members of sexual minorities have done many things right, as I pointed out in a recent column. But the homophobic right has managed to slow the lavender menace with a combination of defense-through-framing and on-the-offensive action. Warning that heterosexual families were under threat, advocates of homophobia set up the Family Defense Council. Warning that traditional marriage was under threat, they raised funds like mad to defend discrimination. “Equality itself is threatened by granting special rights to gays,” they trumpeted. “Your children’s minds will be warped by pro-gay education.” The brilliance here is that they were dipping into a pool of truth, even if with a dirty cup. Heterosexual families are in trouble, although not because of LGBTQ folks. Heterosexual marriages are falling apart at record rates including among evangelicals although the causes lie elsewhere. Inequality is increasing, and so is underemployment. Education is in trouble. The homophobes are connecting with the harsh experience of tens of millions of people. Yes, they’ve been defending homophobia, but to do it they’ve been speaking about the lived reality of their constituents. I think there’s a lesson in that. Defense has a powerful appeal for people, often more powerful than the appeal of change. If mainstream labor leaders knew what the strategists for homophobia know, the “Reagan revolution” could have been slowed or even stopped; the last four decades would not have become framed as the defense of trade unions, but instead as the defense of working families, the hundreds of millions being attacked by the 1 percent. How they frame defense is half of the homophobes’ strategy. The other half is how they go on the offensive through action. Gandhi’s first principle of strategy was to take the offensive, even if you’re up against the most powerful empire the world has ever known. You cannot defend your people or yourself by acting defensively. In this way, even while framing their movement as defense, the strategists for homophobia launched action campaigns to take the offensive. On a state level, they passed laws forbidding equal marriage. Then they took the offensive again in order to pass state constitutional amendments forbidding equal marriage. They took the offensive in the same way on a federal level. They launched campaigns to get local school boards to exclude anti-homophobic curriculum and LGBTQ speakers. The world of commerce was another arena for their campaigns, like boycotting companies that treat LGBTQ people fairly as a preemptive move to prevent other companies from doing the same. It was brilliant strategizing, effective enough to throw gay friends of mine into periodic episodes of gloom, although not effective enough to win. Even the smarts and money of the right wing can’t stop the widespread struggle including a lot of personal courage on the LGBTQ side. The right wing has no monopoly on how to use defense and offense, however. My late friend Barbara Smith knew that. Defending a neighborhood by going on the offense Barbara lived in the West Philadelphia African-American neighborhood of Mantua, known throughout the city as “the Bottom,” for good reason. With high unemployment rates, Mantua had infant mortality rivaling the poorest countries. One of the neighborhood’s afflictions was a booming drug trade, with open-air markets that attracted expensive cars from the suburbs. Police were as intimidated as the residents. Neighbors shook their heads as they talked among themselves: Somebody ought to defend the neighborhood. Barbara had been working with me in the Jobs with Peace Campaign, a 1980s labor/community coalition taking the offensive against the Reagan revolution. Although she frequently carried a gun, she became fascinated with the potential of nonviolent direct action. In 1988, she decided it was time to launch an offensive to defend Mantua. With two other women she went to one of the street corners most popular with the drug trade. They carried plastic trash bags and brooms. They began to sweep up the litter, assertively moving the men aside as if they were teenage boys standing in the way in their kitchens. When they finished cleaning up, they left, carrying their bags. The women then scheduled a meeting in a neighborhood church, inviting residents to talk about the drug trade. Some women who lived in upstairs apartments on that street corner had seen Barbara and her friends cleaning up around the drug traffickers, and in their amazement spread the word. A few women came to the meeting to talk with Barbara and her friends. The next week the intrepid three came back to the corner to repeat the performance. This time, to make it more edgy, Barbara took a break from sweeping, pulled a small notebook and pen from her purse, and appeared to be taking notes. She told me the next day in the office that in fact she was much too scared to be able to write anything, and just scribbled to mime writing. The guys with the guns were tense, but didn’t do anything. Do you beat up a couple of older neighborhood women because they are sweeping and making notes? More women came to the next meeting in the church basement, not only to observe the courage of the three but to ask what they could do. The group was off and running, devising tactics that, bit by narrow bit, got edgier as their numbers grew. They persuaded women to call the police when they saw someone bring a bag of money and throw it in the trunk of a car; eventually the police became brave enough to seize the car. They adopted a name that said it all: Mantua Against Drugs, or MAD. Barbara welcomed a community leader, Herman Wrice, who brought his credibility and courage. MAD began to contest territory, choosing carefully, step by step, which corners to occupy before the traffickers got there. They knew their effectiveness and survival depended on avoiding the outright provocation that would result in deadly reprisals. MAD organized marches, first through the safer streets, then through streets considered drug territory, chanting their favorite slogan: “Up with hope, down with dope!” In a considered escalation, they began to march at night, and police became so brave as to accompany them that, in the presence of the community, officers could arrest drug sellers as the parade went by. Men in the neighborhood began to realize that they were being left out. A characteristic of campaigns that are experienced as defense is that the “mainstream” of a community knows that it has an obligation to defend the group. As MAD became viable and visible, more of the men the tougher and more important part of the neighborhood, at least in their own eyes realized they were missing in action. Herman and Barbara offered hard hats and sledgehammers to the men with a special assignment: On the next march, they were to take the lead, and when the march reached a crack house, they were to go up on the porch, smash the door down, and lead the march right through the house. The men did it, and the sellers in the crack houses had to flee out the back doors. It turned out that one of the houses belonged to a neighbor who had been forced out so the drug dealers could occupy it that’s how lawless the community had become. The escalation made many more actions possible. I spent a memorable night tending a fire on one of the street corners we now occupied all night, to the chagrin of the wealthy white suburbanites who drove up hoping to buy drugs. The movement spread from there to other neighborhoods. President George H.W. Bush, while running for re-election in 1992, came to Mantua for a photo-op. The president said to always-feisty Barbara while the television cameras were running that she was doing a wonderful job. “Yes,” she replied, “and I wish I could say the same for you.” That was Barbara, whom I miss a lot. I’d sum up her approach this way: Be edgy, frame in terms of people’s lived reality and defend your community fiercely by going on the offensive.
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