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20 settembre 2013

Petizione: la crisi a Fukushima 4 esige un intervento globale
di Harvey Wasserman
Traduzione di Giuseppe Volpe

Siamo oggi nel secondo mese precedente quello che può essere il momento più pericoloso per l’umanità dopo la crisi dei missili cubani.

Non ci sono scuse per non agire. Tutte le risorse che la nostra specie è in grado di raccogliere devono essere concentrate sulla vasca del combustibile dell’unità Fukushima 4.

Il proprietario della Fukushima, la società Tokyo Electric (Tepco), afferma che nel giro di due mesi può cominciare a tentare di rimuovere più di 1.300 barre di combustibile esausto da una vasca malamente danneggiata situata a trenta metri d’altezza. La vasca è sorretta da un edificio malamente danneggiato che si sta inclinando e affondando e potrebbe facilmente crollare nel prossimo terremoto, se non già per conto suo.

Circa 400 tonnellate di combustibile in quella vasca potrebbero vomitare più di 15.000 volte le radiazioni rilasciate a Hiroshima.

L’unica cosa certa a proposito di questa crisi è che la Tepco non ha le risorse scientifiche, ingegneristiche o finanziare per gestire la situazione. Né le ha il governo giapponese. La situazione esige uno sforzo mondiale coordinato dei migliori scienziati e ingegneri che la nostra specie può mettere insieme.

Perché la situazione è così grave?

Sappiamo già che migliaia di tonnellate di acqua pesantemente contaminata fuoriescono dal sito di Fukushima immettendo nel Pacifico un intruglio demoniaco di isotopi venefici di lunga durata. Tonni irradiati dalla ricaduta riconducibile a Fukushima sono già stati cattura al largo della costa della California. Possiamo attenderci molto di peggio.

La Tepco continua a riversare altra acqua sul sito vicino di tre noccioli fusi di reattori che in qualche modo deve mantenere raffreddati. Pennacchi di vapore indicano che una fissione può essere ancora in corso da qualche parte sotto terra. Ma nessuno sa esattamente dove in realtà si trovano i noccioli.

Gran parte di quell’acqua irradiata ora è contenuta in circa mille enormi ma fragili cisterne che sono state montate velocemente e disseminate attorno al sito. Molte stanno già perdendo. Tutto potrebbe andare a pezzi nel prossimo terremoto, rilasciando migliaia di tonnellate di veleni permanenti nel Pacifico.

L’acqua che fluisce attraverso il sito sta anche danneggiando le strutture restanti di Fukushima, tra cui quella che alimenta la vasca del combustibile all’Unità 4.

Più di 6.000 fasci di combustibile sono ora in una vasca comune a soli cinquanta metri dall’Unità 4. Alcuni contengono plutonio. La vasca non è isolata superiormente. E’ vulnerabile alla perdita di liquido di raffreddamento, al crollo di un edificio vicino, a un altro sisma, a un altro tsunami e ad altro ancora.

Complessivamente più di 11.000 fasci di combustibile sono sparpagliati attorno al sito di Fukushima. Secondo l’esperto di lungo corso ed ex dirigente del Dipartimento dell’Energia Robert Alvarez, c’è nel sito più di 85 volte tanto cesio letale quanto ne è stato rilasciato a Chernobyl.

Zone radioattivamente calde continuano a essere identificate in tutto il Giappone. Ci sono indicazioni di percentuali aumentate di danni alla tiroide tra i bambini locali.

La conclusione immediata è che quelle barre di combustibile devono in qualche modo uscire in sicurezza quanto prima possibile dalla vasca del combustibile dell’Unità 4.

Giusto appena prima del terremoto e tsunami dell’11 marzo 2011 che fece a pezzi il sito di Fukushima, il nocciolo dell’Unità 4 era stato rimosso per manutenzione e rifornimento di routine. Come circa due dozzine di altri reattori negli USA e troppi altri in giro per il mondo, la vasca progettata dalla General Electric in cui si trova ora il nocciolo è a trenta metri d’altezza.

Il combustibile esausto deve in qualche modo essere tenuto sott’acqua. E’ rivestito di una lega di zirconio che si incendierebbe spontaneamente se esposta all’aria. Utilizzato a lungo per le lampade dei flash, lo zirconio brucia con una fiamma estremamente luminosa e calda.

Ciascuna barra scoperta emette radiazioni sufficienti a uccidere nel giro di minuti chi si trovi nei pressi. Una conflagrazione potrebbe costringere tutto il personale ad abbandonare il sito e rendere inutilizzabili i macchinari elettronici.

Secondo Arnie Gundersen, un ingegnere nucleare con quarant’anni di esperienza in un’industria per la quale un tempo produceva barre di combustibile, quelle all’Unità 4 sono piegate, danneggiate e rese friabili al punto di sbriciolarsi. Le telecamere hanno mostrato preoccupanti quantità di macerie nella vasca del combustibile, essa stessa danneggiata.

Gli ostacoli ingegneristici e scientifici allo svuotamento della vasca del combustibile dell’Unità 4 sono unici e spaventosi, dice Gundersen. Ma la cosa deve essere fatta con una perfezione assoluta.

Se il tentativo fallisse, le barre potrebbero essere esposte all’aria e incendiarsi, rilasciando orrende quantità di radiazioni nell’atmosfera. La vasca potrebbe crollare al suolo, scaricando le barre insieme in una pila che potrebbe andare in fissione e forse esplodere. La nuvola radioattiva risultante potrebbe minacciare la salute e la sicurezza di tutti noi.

La prima ricaduta di Chernobyl nel 1986 raggiunse la California nel giro di dieci giorni. Quella di Fukushima del 2011 è arrivata in meno di una settimana. Un nuovo incendio di combustibile all’Unità 4 emetterebbe un flusso continuo di veleni radioattivi letali per secoli.

L’ex ambasciatore Mitsuhei Murata afferma che radiazioni su vasta scala da Fukushima “distruggerebbero l’ambiente mondiale e la nostra civiltà. Non occorre essere dei geni né è qualcosa che riguardi il fare a pugni sugli impianti dell’energia nucleare. Questo è un problema di sopravvivenza umana”.

Né la Tokyo Electric né il governo del Giappone possono arrangiarsi da soli. Non ci sono scuse per non impiegare nulla di meno che una squadra coordinata dei migliori scienziati e ingegneri del pianeta.

Abbiamo due mesi o meno per agire.

Per ora stiamo indirizzando petizioni alle Nazioni Unite e al presidente Obama per la mobilitazione della comunità scientifica e ingegneristica globale perché prendano il comando a Fukushima e si facciano carico del compito di trasferire in sicurezza queste barre di combustibile.

Potete firmare la petizione all’indirizzo: http://www.nukefree.org/crisis-fukushima-4-petition-un-us-global-response *

Se avete idee migliori, realizzatele. Ma fate qualcosa e fatelo adesso.

L’orologio ticchetta. La lancetta del disastro nucleare globale è dolorosamente prossima alla mezzanotte.

Harvey Wasserman è capo redattore della Columbus Free Press e di www.frepress.org dove questo testo è stato pubblicato in origine. Pubblica www.nukefree.ort dove c’è il collegamento alla petizione per l’intervento globale a Fukushima.

* Testo della petizione

Destinatari:
Ban Ki-Moon, Segretario Generale, Nazioni Unite e Barack Obama, Presidente, Stati Uniti d’America

Petizione:
All’Unità 4 di Fukushima l’imminente rimozione di barre altamente radioattive di combustibile esausto da una vasca a trenta metri di altezza presenta sfide scientifiche e ingegneristiche senza precedenti. Con un potenziale di ricaduta radioattiva 15.000 volte superiore a quello di Hiroshima, chiediamo alla comunità mondiale, attraverso le Nazioni Uniti, di assumere il controllo di questo compito di una pericolosità unica.


Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte:  http://www.zcommunications.org/the-crisis-at-fukushima-4-demands-a-global-take-over-by-harvey-wasserman

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