http://www.corriere.it/ Nucleare, l’Iran e le potenze del 5+1 hanno raggiunto un accordo nella notte Obama: «Primo passo importante ma Teheran mantenga impegni». L’ira di Israele: «Cattivo accordo» «Abbiamo raggiunto un accordo». Con queste parole, quando erano ormai le 3 di notte passate, il ministro degli Esteri iraniano Mohammad-Javad Zarif ha annunciato la fine dei negoziati tra Teheran e le potenze mondiali del gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania) sul nucleare iraniano. Subito dopo è arrivata la conferma del portavoce del capo della diplomazia Ue Catherien Ashton, Michael Mann, su Twitter: «Abbiamo raggiunto accorto tra E3+3 e Iran», ha scritto usando la formula che indica il gruppo 5+1 come i 3 paesi europei (ossia Gran Bretagna, Francia e Germania) più gli altri 3 non-europei (Usa, Russia e Cina). I negoziati sono andati avanti per oltre quattro giorni a Ginevra. Fino alla fine si è temuto che anche questa volta l’accordo potesse slittare (come già accaduto nel round del 7-9 novembre), in un clima di tensione per un “negoziato difficile e mozzafiato” in cui i ministri si sono dati «battaglia su ogni parola» . OBAMA: «UN PRIMO PASSO» - «Si tratta di un primo importante passo verso un accordo generale: oggi la diplomazia ha aperto una nuova strada per rendere più sicuro il mondo», ha detto il presidente americano Barack Obama commentando a caldo lo storico accordo raggiunto a Ginevra . Obama ha poi chiesto ufficialmente, in diretta tv, al Congresso di non imporre nuove sanzioni contro Teheran, che «potrebbero far saltare questa intesa». In un tweet il presidente iraniano Hassan Rohani ha affermato che «il voto del popolo iraniano per la moderazione e l’impegno costruttivo e gli instancabili sforzi da parte dei team negoziali apriranno nuovi orizzonti». I TERMINI DELL’ACCORDO - L’accordo conta quattro pagine di cui una sull’ammorbidimento delle sanzioni economiche contro Teheran. In base ai termini dell’intesa di Ginevra, l’Iran si è impegnato a interrompere l’arricchimento dell’uranio sopra il 5%, a non aggiungere altre centrifughe e a neutralizzare le sue riserve di uranio arricchito a quasi il 20%, mentre le maggiori potenze non imporranno per i prossimi sei mesi sanzioni a Teheran, ha reso noto la Casa Bianca. Le parti potrebbero dunque solo in seguito negoziare un accordo finale per assicurare definitivamente che l’Iran non si doterà di armi nucleari. A quel punto potrebbero essere cancellate le sanzioni più pesanti per Teheran, quelle sulle esportazioni di petrolio. 4,2 MILIARDI DI DOLLARI - Quale parte dell’accordo di Ginevra, l’Iran otterrà accesso all’equivalente di 4,2 miliardi di dollari in valuta straniera. Lo scrive, citando un diplomatico occidentale, l’agenzia iraniana Isna. Anche se l’agenzia non lo conferma, dovrebbe trattarsi di fondi derivanti dalla vendita di greggio (un’accreditata stima in circolazione parla di un centinaio di miliardi) per lo più depositati in banche asiatiche a cui Teheran non ha accesso a causa delle ultime sanzioni. Sul fronte dell’allentamento delle sanzioni sono state confermate le indiscrezioni della vigilia sulla sospensione di alcune misure che colpiscono il commercio di oro e metalli preziosi, il settore dell’auto e le esportazioni iraniane di prodotti petrolchimici: un alleggerimento complessivo pari a 1,5 miliardi di dollari. C’è un capitolo sulle parti ricambio degli aerei e il permesso di vendere petrolio per evitare un’ulteriore flessione dell’export iraniano. IL NODO DELL’ARRICCHIMENTO DELL’URANIO - Anche dopo l’intesa, resta controverso il diritto all’arricchimento dell’uranio iraniano. «Il nostro programma di arricchimento» dell’ uranio «è stato riconosciuto», ha annunciato su Twitter, senza precisare come sarebbe stato fissato nel testo di intesa, il numero due della squadra negoziale iraniana, Abbas Araghcì. Un responsabile americano ha invece dichiarato che l’intesa «non riconosce il diritto all’arricchimento». Il piano d’azione include un chiaro riferimento al fatto che il programma iraniano di arricchimento continuerà, ha detto Zarif in una conferenza stampa nella notte. Il trattato di non proliferazione - ha aggiunto - afferma che niente può privare un Paese del diritto inalienabile alla tecnologia nucleare per obiettivi pacifici, arricchimento incluso, ha aggiunto. IL MONITO DEGLI USA - Nelle sue prime parole dopo il raggiungimento dell’accordo il presidente Usa non è stato comunque tenero:«Se Teheran non manterrà i suoi impegni entro i prossimi sei mesi, gli Stati Uniti riprenderanno il programma di sanzioni dure e torneranno a fare nuove pressioni» ha detto Obama. Che ha poi aggiunto: «Come Comandante in capo mi assumo la responsabilità di voler raggiungere il risultato in modo pacifico evitando la corsa per verso l’uso della forza. Rimane fermo il nostro impegno verso i nostri alleati, in particolare Israele e i nostri partner nel Golfo, che hanno buone ragioni per essere scettici sulle intenzioni di Teheran». LA REAZIONE DI ISRAELE - Immediata la risposta del ministro israeliano per le Questioni strategiche Yuval Steinitz: «Questo accordo era e resta un accordo cattivo, che renderà difficile raggiungere una soluzione definitiva adeguata». Un parere poi confermato dal premier israeliano Benyamin Netanyahu che, aprendo la seduta settimanale del consiglio dei ministri, ha dichiarato che l’accordo rappresenta «un errore tragico. Il mondo è oggi più pericoloso». IRAN SODDISFATTO - Il presidente iraniano Hassan Rohani ha invece sottolineato che il «positivo risultato» dell’accordo sul nucleare è stato raggiunto grazie al «rispetto dei diritti dell’Iran» in questo campo. In un discorso trasmesso in tv, Rohani ha affermato che «le minacce non possono portare alcun frutto». L’accordo raggiunto con i Paesi del 5+1 rispetta i «diritti nucleari» di Teheran, cioè il diritto di mantenere un programma nucleare ha aggiunto il presidente dell’Iran. Rohani ha ribadito che l’Iran non cercherà «mai» di dotarsi di armi atomiche.
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