Il Fatto Quotidiano Fukushima, cresce l’allarme: “Radiazioni 36 volte superiori a soglia consentita” Nel serbatoio che contiene acqua contaminata il livello di radioattività ha raggiunto i 1.800 millisievert all’ora; una quantità che che uccide una persona esposta nel giro di quattro ore. Si aggrava l’allarme contaminazione a Fukushima. Il livello di radiazioni nei pressi del serbatoio che contiene acqua contaminata nella centrale è ormai di 36 volte superiore rispetto alla soglia consentita: la legge giapponese, infatti, fissa la soglia massima di esposizione a 50 millisievert/ora per i lavoratori delle centrali. Ma le ultime rilevazioni effettuate e comunicate dall’operatore Tepco parlano di circa 1.800 millisievert all’ora. Una quantità in grado di uccidere una persona esposta nel giro di appena quattro ore. Il livello era già cresciuto il 22 agosto, raggiungendo i 100 millisievert/ora. Ma adesso la radioattività è letteralmente ‘esplosa’, moltiplicando per diciotto i dati già preoccupanti dello scorso mese. In quell’occasione l’operatore Tepco aveva anche annunciato che il serbatoio aveva subito un’ulteriore perdita, e l’agenzia per la sicurezza nucleare nipponica aveva deciso di elevare la gravità dell’incidente dal livello 1 (anomalia) al livello 3 (incidente grave). Secondo quanto dichiarato dal portavoce della società, Masayuki Ono, l’acqua filtrata non aveva raggiunto l’Oceano Pacifico, ma potrebbe farlo nel giro di un paio d’anni, mescolandosi con quella presente nel terreno. Sempre ad agosto la Tepco era stata costretta ad ammettere (dopo averlo negato a lungo) che acqua contaminata fuoriuscita dalla centrale in passato ha raggiunto il mare. Nei giorni scorsi, il premier giapponese Abe si era recato sul posto e aveva chiesto alla Tepco di fare tutto il possibile per “tenere sotto controllo” la fuoriuscita di acqua e di “evitare” il rischio di una “possibile contaminazione” del terreno e delle acque circostanti. Nella cisterna restano tuttavia 670 tonnellate di liquido radioattivo, da cui provengono le emissioni in continuo aumento. La centrale fu gravemente danneggiata dal sisma e dallo tsunami dell’11 marzo 2011, che provocò la fusione delle barre di carburante in tre reattori, contaminazione radioattiva di aria, terreno ed acqua e l’evacuazione di 160.000 persone. Il giorno dopo la tragedia fu proclamato il massimo grado di emergenza possibile, il numero 7. Adesso, dopo mesi in cui si era stabilizzato a livello 1, l’allarme torna a salire.
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