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Gli architetti dell'Apocalisse
Il Tempio di Gerusalemme, dopo duemila anni di riposo nel mondo della mitologia, diventa il fulcro simbolico del dramma palestinese, grazie a un dinamico movimento di cabalisti ebrei che ne propone la ricostruzione, per reintrodurre i sacrifici prescritti dall’Antico Testamento e accelerare l’avvento del Messia. Ma anche il vasto movimento fondamentalista protestante degli Stati Uniti circa il 40% della popolazione dell’unica potenza rimasta sul pianeta - sogna nella ricostruzione del Tempio l’evento che innescherà le guerre apocalittiche, l’avvento dell’Anticristo e l’imposizione sulla terra del "Regno". Questo articolo anticipa una parte degli argomenti che saranno trattati nel libro che spero - God willing - di pubblicare tra breve sull'argomento.
"Ad Armageddon ci saranno circa quattrocento milioni di uomini che faranno corona all’olocausto finale dell’umanità! Proprio per questo non dobbiamo mai dimenticare com’è bello essere cristiani! Noi abbiamo un futuro meraviglioso davanti a noi". Così predicava e prediceva - una quindicina di anni fa Jerry Falwell, il padre della New Right che portò Reagan al potere e oggi multimiliardario imprenditore politico-religioso. Scrivo all’inizio di marzo del 2002, a sei mesi dall’esordio della Guerra Infinita del Bene contro il Male; e il gioioso augurio di Falwell sembra incarnarsi negli eventi che avvengono in tre città sante la Mecca, Ayodhya e Gerusalemme. Alla Mecca, i pellegrini, abbigliati nell’antico ihram che come la veste di Gesù non conosce cuciture, appena scendono dall’aereo vengono schedati con un apparecchio che registra l'immagine dell'iride e le impronte digitali di ogni musulmano che compie il suo dovere religioso.(1) Un lavoro di schedatura planetaria iniziato quando, dopo giorni e giorni di bombardamenti, i tecnici dell’esercito americano sono entrati nelle grotte di Tora Bora in Afghanistan per tagliare via un dito a ogni morto, in modo da controllarne il DNA. In India i capi del potente movimento fondamentalista indù si stanno preparando per le ore 14:51 del 15 marzo, come stabilito dagli astrologi, quando le schiere degli "amanti di Rama" guidati da ingegneri laureati in Occidente e attrezzati con cinque gru, un bulldozer e duecentocinquanta carretti trainati a mano inizieranno a costruire un tempio al dio Rama sulle rovine della moschea musulmana di Ayodhya, smantellata dagli estremisti nel 1992. I due capipopolo che allora guidarono la sommossa che portò a tremila morti sono oggi rispettivamente ministro dell'interno e ministro dell'istruzione dell’India. La Mecca e Ayodhya sono luoghi per noi poco familiari. Il centro del nostro mondo è casomai la Terra Santa. Il centro della Terra Santa, a sua volta, è Gerusalemme; e il centro di Gerusalemme è un luogo che viene chiamato il "Monte del Tempio", perché duemila anni fa, era la sede del santuario in cui gli abitanti della Giudea conducevano un complesso ciclo di sacrifici animali e vegetali. Non si sa esattamente dove fosse il Tempio; anzi, in quella zona sorge oggi la Cupola della Roccia, un monumento che appartiene a una cultura del tutto diversa. Proprio sotto la Cupola, si trova il cuore del cuore del mondo: un recinto attorno a una misteriosa pietra grezza. Qualunque libretto introduttivo alla Bibbia racconta in modo arido, ma sostanzialmente corretto, la storia del Tempio. Il Primo Tempio fu costruito verso il 960 avanti Cristo, si dice da Salomone; fu poi profanato dai babilonesi verso il 586. Il Secondo Tempio fu riedificato verso il 515 e distrutto dai romani nel 70 dopo Cristo. Esso scompare quindi dalla storia più o meno quando compare il Colosseo. La storia successiva non è la storia del Tempio, ma solo la storia della zona dove il Tempio era esistito precedentemente. Nel 637, Gerusalemme venne conquistata dai musulmani. Nel 691 fu inaugurata la Cupola della Roccia e poco dopo una seconda moschea, quella di al-Aqsà. Entrambe si trovano in un’ampia zona recintata ed elevata, la Spianata delle Moschee o il Monte del Tempio, amministrata da un ente islamico autonomo, legato all’autorità nazionale palestinese. Queste scarne informazioni non ci dicono né cosa fosse il Tempio anticamente, né perché oggi il suo fantasma costituisca il simbolo del conflitto cruciale dei nostri tempi. I teologi tendono a guardare il Tempio retrospettivamente, attraverso gli occhi, se non di Gesù, almeno del giudaismo posteriore. Mentre basta liberarsi delle aggiunte successive per cogliere alcune cose sorprendenti. Sorvolando sui tanti punti controversi, si può ad esempio dire che il Tempio era un luogo di culto non solo a YHWH, ma per lungo tempo anche alla sposa del dio d’Israele. Era simile in tutto ai tanti templi dei popoli circostanti scoperti dagli archeologi. Gli ebrei poi avevano almeno un paio di altri templi. Il culto univa il popolo in un banchetto condiviso con il dio e i sacerdoti erano in sostanza i macellai che garantivano questa commensalità. Questa era la religione degli abitanti d’Israele e di Giuda, o almeno quella ufficiale dei re. Certamente non aveva molto a che fare con Noè, Abramo o Mosè, non esaltava stirpi elette e non puniva nessuno: i racconti che ci sono così familiari nascono molto dopo. Con la distruzione del Tempio, finisce la religione tradizionale; e dai racconti nascono due religioni gemelle, il cristianesimo e il giudaismo. Trombe, sacrifici e soldati Il 28 settembre del 2000, in un periodo di relativa calma, Ariel Sharon è salito sulla Spianata. Sharon aveva vissuto abbastanza a lungo per sapere che dal 1928 tutti gli scontri più sanguinari del conflitto israelo-palestinese eccetto le vere e proprie guerre - erano sorti attorno al controllo di questo luogo simbolo. Questa volta la provocazione era assicurata: l’uomo che aveva devastato il Libano, che aveva coperto le stragi di Sabra e Shatilla, si recava sul terzo luogo santo dell’Islam accompagnato da un’enorme schiera di soldati. Infatti scoppiò subito dopo la viscerale, tragica reazione dei palestinesi, che permetterà, in una forma più o meno estrema, la soluzione finale del problema posto dall’esistenza dei nativi della Terra Santa. Il gesto politico di Sharon si innesta su un diverso fenomeno: l’esistenza di un piccolo movimento ebraico che mira alla costruzione di un Terzo Tempio sulla Spianata. Le leggi giudaiche presuppongono in teoria un Tempio funzionante; ma per la maggior parte degli ebrei religiosi, la sua realizzazione è demandata al Messia. Il movimento che opera per la costruzione del Tempio è quindi una forma del tutto moderna di estremismo politico-religioso. A ogni principale festività ebraica, i Fedeli del Monte del Tempio compiono una marcia verso la Spianata, accompagnati da un camion che porta la pietra angolare del futuro edificio; e da cinque anni un gruppo di coloni a ogni Pasqua sacrifica un agnello nei pressi del Tempio. Due ex-hippy americani, intanto, hanno preparato le prime trombe che i 38.000 leviti del Tempio dovranno suonare a turno. Con tavolini piazzati per strada, il Centro per i Kohanim cerca di convincere i cittadini israeliani che ritengono di avere sangue sacerdotale a donare campioni di materiale genetico ricavato dalle guance, per determinare se abbiano o meno l'aplotipo YAP DYS19B del tipo previsto. Di cruciale importanza è il paradosso della Giovenca Rossa. I morti ebrei emanano ciò che i greci avrebbero chiamato un miasma, che rende impuri non solo chi li tocca, ma persino chi passa nelle loro vicinanze; e l’impurità si estende come un contagio, da vivo a vivo, fino a contaminare l’intera comunità. L’unico rimedio per questa impurità della comunità era costituita, all’epoca del Tempio, dalle ceneri di una giovenca rossa, sacrificata e bruciata, e poi impastate con acqua. Con la distruzione del Tempio, tutti gli ebrei diventano impuri secondo la loro stessa legge. Essi non devono contaminare il sito del Tempio; e quindi non potrebbero nemmeno ricostruirlo. Occorre perciò trovare una vacca completamente rossa, senza un solo pelo bianco. Ma chi la potrà uccidere, se nessuno è abbastanza puro da compiere il sacrificio? I tentativi in corso per risolvere questo dilemma fondamentale si svolgono in maniera romanzesca tra ingegneria genetica, truffatori, archeologi improvvisati e il bizzarro intervento di un allevatore pentecostale statunitense. Il movimento ricostruzionista è vissuto come un elemento pittoresco della variegata società israeliana, fino al fatidico anno 5761. Secondo la legge ebraica, la massa d'acqua necessaria per un bagno purificatore è pari a quella spostata da 5.760 uova. Fu quindi, sostengono alcuni cabalisti, nell'anno 5.761 del calendario ebraico - iniziato un paio di giorni dopo la visita di Sharon alla Spianata - che doveva cominciare la purificazione della Terra dai gentili. E in effetti poco dopo, mezzo milione di israeliani, laici compresi, giurarono di mantenere il dominio su tutta Gerusalemme in una spettacolare manifestazione. E quando i Fedeli del Tempio marciarono sulla Spianata il 13 febbraio 2002, per festeggiare il primo spicchio della luna di Adar, in testa alla manifestazione c’era addirittura il sindaco di Gerusalemme, Ehud Olmert, assieme a diversi membri del parlamento israeliano. Ciò non deve sorprendere. Infatti, i fondamentalismi non sono un ritorno al Medioevo, come sostiene spesso un secolarismo superficiale. Ce lo dimostra il fenomeno quasi inedito in Italia dei "cristianisti", delle persone che pretendono di usare il crocifisso come una clava e che sostengono, certo non esplicitamente, che Lepanto sia un luogo più importante del Golgota. La situazione oggi resta sospesa, ma forse non per molto. In passato, le persone di ogni fede e nazionalità potevano recarsi liberamente sulla Spianata, certamente il luogo più bello di Gerusalemme, a condizione che non pregassero. Da quando Sharon ha compiuto la sua incursione, l’accesso è vietato ai non musulmani; ma anche alla maggioranza dei musulmani, visto che possono entrare solo quelli residenti a Gerusalemme, e devono aver compiuto i quarant’anni. Sharon ha promesso di aprire la Spianata a breve non solo alle visite ma anche alle preghiere degli ebrei, senza ovviamente allentare il divieto per i musulmani: un gesto che cambierà per sempre lo status della zona. I cristiano-sionisti Sharon può contare sul sostegno di un alleato impensabile. Pochi italiani sanno che circa cinquanta milioni di cittadini degli Stati Uniti - gli evangelici cosiddetti dispensazionalisti - credono che gli ebrei devono ritornare in Terra Santa. Essi sostengono che guerre, carestie e malattie decimeranno l'umanità; l'Anticristo diventerà dittatore dell'Europa e permetterà la costruzione del Terzo Tempio per farvisi adorare. Arabi, russi, comunisti, neonazisti e seguaci della New Age attaccheranno a centinaia di milioni l'attuale Stato d'Israele; ma tutti costoro saranno sterminati dalle schiere di Gesù ad Armageddon, nel nord della Palestina. Sorgerà allora il Regno la cui sede sarà forse il Quarto e ultimo Tempio. Il cuore del racconto è quindi l'attuale Stato di Israele, che deve in parte la propria esistenza all'aiuto di questi autodefiniti cristianosionisti (Christian Zionists). Una parte sproporzionata di questa fantasia è concentrata sulla speranza che gli ebrei ricostruiscano il Tempio e riprendano a sacrificarvi animali. Scrive Hal Lindsey, cristianosionista e uno degli autori più venduti di tutti i tempi: "Con la nazione ebraica rinata in Palestina, l'antica Gerusalemme è di nuovo sotto totale controllo ebraico per la prima volta in 2600 anni e si parla della ricostruzione del Tempio, il segno più importante del prossimo ritorno di Cristo. È come se si fosse trovato il pezzo chiave di un puzzle. Per tutti coloro che confidano in Gesù Cristo, si tratta di un momento elettrizzante." Questa fantasia esalta numerosi avventurieri e visionari, da un giovane operatore cimiteriale australiano che molti anni fa diede fuoco alla moschea di al-Aqsà per accelerare l’avvento del Messia, a un infermiere statunitense che si vanta di aver scoperto non solo l'Arca di Noè ma anche la tomba di Gesù e il sito della crocifissione e direttamente sotto, una grotta contenente l'Arca. La presenza di simili figure marginali fa però dimenticare che stiamo parlando di un movimento di massa nell’unica potenza rimasta sulla terra. Le dimensioni di questo movimento sono enormi. Un sondaggio di Newsweek, condotto nel 1999, rivela che il 40% degli americani crede che "il mondo finirà come predetto dalla Bibbia, in una battaglia ad Armageddon tra Gesù e l’Anticristo"; mentre la stessa percentuale chiede che si vieti l’insegnamento dell’evoluzione a scuola. Ma il culto della Bibbia, il mito dell’elezione americana e il sogno del Regno influenzano certamente anche quel 79% di americani che ritiene che " i miracoli descritti nella Bibbia sono veramente accaduti". Forse è giusto parlare, come fa Harold Bloom, di un’unica Religione Americana che pervade tutta la società. La Religione Americana è pragmatica. Centinaia di organizzazioni propongono forme concrete di sostegno a Israele. Alcune mandano volontari cristiani per lavorare gratuitamente nelle retrovie, liberando soldati israeliani per meglio vessare i Territori Occupati. Ci sono congregazioni in tutto il paese che "adottano" colonie, inviando aiuti. Esiste una vera e propria lobby politica cristianosionista, fondata dall’ex-direttore delle vendite della Colgate-Palmolive, che minaccia di sottrarre il voto dei cristiani fondamentalisti a quei congressisti che si dimostrano poco sensibili agli interessi dello Stato d’Israele. Imitando la prassi dell’epoca di McCarthy, decine di comitati seguono i media per denunciare ogni possibile tentazione di obiettività. Potenti stazioni radio e TV trasmettono il messaggio cristianosionista a tutti i paesi del mondo. Un gran numero di movimenti raccoglie fondi per prenotare voli charter che portino ebrei dalla Russia in Israele: le profezie infatti richiedono che tutti gli ebrei si radunino in Terra Santa per la battaglia finale. Ma forse l’aspetto fondamentale del cristianosionismo è il turismo in Terra Santa, che finanzia sia i predicatori americani liberi imprenditori che non possono contare su alcun otto-per-mille sia lo Stato d’Israele; e permette di indottrinare milioni di semplici credenti. Il fondamentalismo ebraico Per secoli, la Terra Santa e il Tempio sono esistiti come entità mistiche per gli ebrei, come mistica era l’attesa del Messia. Per secoli, gli ebrei di tutto il mondo si sono recati in Terra Santa senza alcuna intenzione aggressiva. Ci è voluto un giornalista austriaco indifferente alla religione, Theodor Herzl, per pensare di trasformare questo antico mito nel fatto politico del sionismo. Negli anni Venti e Trenta, i rabbini Kook, padre e figlio, hanno reinterpretato in maniera politica alcune antiche riflessioni cabalistiche, sostenendo che l’inizio della redenzione fosse costituito dalla conquista israeliana della Terra. Gli ebrei ortodossi hanno bruciato in effigie Kook padre, per aver profanato in questo modo gli insegnamenti giudaici. Kook figlio, ormai anziano, fu scoperto nel 1967 da alcuni giovani militari di destra, ansiosi di giustificare la loro ideologia nazionalista all’epoca viveva in ristrettezza, circondato da pochissimi discepoli. Il fondamentalismo ebraico in questo senso politico, che ha ben poco a che vedere con l’ortodossia è stato fortemente influenzato dalla mentalità americana. Nel febbraio del 2002, sul sito di destra www.usajewish.com, Yori Yanover raccontava di aver telefonato a un amico in Israele, subito dopo un attentato palestinese nella colonia di Karnei Shomoron: "Alla fine della nostra conversazione, dissi a Ploni che l’unica maniera corretta di rispondere a questo omicidio era questa tutti gli uomini dovevano prendere le loro auto e i loro fucili e pistole e dare fuoco al villaggio arabo lì accanto. Poi dovevano uccidere chiunque scappava dalle case in fiamme. Nel 1954, un guerriero di nome Meir Har Zion perse la sorella a un gruppo di stupratori beduini nei pressi di Gerico. Har Zion, che assieme ad Ariel Sharon aveva fondato la mitica Unità 101, andò al villaggio beduino da cui provenivano gli assassini e uccise ogni uomo, donna e bambino che vi abitava. Ne seguì un lungo periodo di pace e di collaborazione tra i beduini e Israele. [] Se vogliamo sperare nella pace con gli arabi di Eretz Israel, dobbiamo vendicarci subito e versare molto sangue. Altrimenti li dovremo trasferire tutti." Più vicino a noi, vale la pena di riportare un istruttivo messaggio sul newsgroup it.cultura.religioni di "Bart Simpson", un brillante postatore con cui mi sono trovato spesso d’accordo. Cittadino italiano, pronto a violare un cardine della religione dei suoi avi ebrei sposandosi con una ragazza di provenienza latinoamericana, sta per trasferirsi negli Stati Uniti, dove avrà quindi una seconda casa e una seconda patria. Ma guai a chi gli tocca la terza casa, quella in Israele: per difenderla è disposto a distruggere il mondo intero con un Armageddon nucleare.(2) Egli scrive infatti: In israele il suicidio/martirio e' inaccettabile, non pero' il "muoia sansone con tutti i filistei". E questa volta per fortuna abbiamo duecento testate atomiche pronte. Pensate quello che volete, ma se ci sara' la distruzione di Israele questa volta il mondo finisce davvero, indipendentemente dalle cazzate religiose, visto che il sottoscritto e' ateo. Bart Ovviamente sui newsgroup vige la libertà di esagerare. Comunque è interessante notare come Bart voglia credere che i sassi, i vecchi fucili e qualche kamikaze possano minacciare seriamente il secondo esercito più potente del mondo. E come non lo sfiori l’idea che ci sono invece persone che di case ne hanno una sola; o ne avevano, prima che venisse distrutta per far posto alla sua terza casa. Soprattutto, però, vediamo come il mito apocalittico possa trarre forza, non da una fede religiosa sentita, ma da ben altri sentimenti. Il mondo intero è Palestina La grande Guerra del Bene contro il Male viene condotta per imporre un dominio unico sul pianeta, è la visione neo-Conservative che sposa il darwinismo sociale alla benedizione calvinista della ricchezza: il materialismo peggiore con il fideismo peggiore. Un’ideologia che viene riassunta perfettamente nel proclama degli Scarlet-to-Snow Ministries del Texas: "Dappertutto vediamo le prove che il popolo palestinese è stato maledetto. Si trova senza lavoro e senza reddito. È profondamente disperato. Dentro il suo stesso campo, non riceve giustizia. È un popolo disperato, pronto a tutto pur di salvarsi la faccia. Non è colpa d’Israele, è colpa sua. Conoscete abbastanza bene la Bibbia per sapere che quando un popolo è oppresso, ciò è dovuto in genere al peccato." Gerusalemme, "città degli specchi" come l’ha chiamata in un bellissimo libro l’autore israeliano Amos Elon è un simbolo eccezionale delle scelte storiche. E riflette implacabilmente la nostra vera natura, come dimostrano due citazioni contrapposte. La prima proviene dalla International Christian Embassy in Jerusalem, un organismo al cui vertice troviamo il pastore pentecostale americano David Allen Lewis e Willem van der Hoeven, predicatore sudafricano e sostenitore storico dell’apartheid. Ecco come descrivono il mondo postapocalittico per cui lavorano assiduamente: "Il Messia regnerà dal trono ristabilito di Davide a Gerusalemme. Risorto, Re Davide sarà co-reggente assieme a Cristo. Israele occuperà una posizione di gloria e dominio sulle nazioni del mondo. I Cristiani rinati si uniranno al Messia e ai dirigenti di Israele nell'amministrare il regno di Dio sulla terra. Siamo in marcia verso Sion!" La visione opposta è quella descritta da Israel Shamir, giornalista e saggista di Haifa nato in Siberia: Dobbiamo avere gli stessi diritti. Ebrei e non ebrei dovrebbero essere protetti dalla legge allo stesso modo, avere lo stesso diritto di voto e, ancora più importante, lo stesso diritto di bere acqua. Tutto questo sembra molto estremista. Ma gli eventi in Palestina assumono un significato così importante perché c'è un legame magico tra la Terra Santa e il mondo. Se rendiamo questo un mondo di eguaglianza, l'eguaglianza si realizzerà in tutto il mondo(3)." NOTE (1)"Alla Mecca fra misure di sicurezza: in banca dati impronte digitali e l'immagine dell'iride" La Libertà, Piacenza, 26.02.02. (2)Soggetto:Re: Ma gli evangelici sono anti palestinesi?, it.cultura.religioni, data:2001-12-06 04:13:29 PST (3)Israel Shamir, "Sharon non piange, ringhia", Il Manifesto, 29.09.01.
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