http://www.corriere.it Rohani: «Obama non ascolti i guerrafondai» E sulla Shoah: «Un grande crimine» Il presidente Usa: «Incoraggianti le parole distensive, ma sul nucleare l'Iran passi ai fatti». Salta l'incontro tra i due leader Siria, Iran, Egitto. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama interviene, a New York, all'assemblea delle Nazioni Unite e tocca i nodi principali della politica internazionale. A partire dall'Iran. Obama si dice «incoraggiato» dalle parole più moderate arrivate da Teheran: «Ci potrebbero essere basi per un accordo sul programma nucleare dell'Iran basato sulle recenti dichiarazioni della leadership iraniana». IRAN, SALTA INCONTRO OBAMA-ROHANI - I funzionari di Washington e di Teheran per giorni hanno discusso la possibilità di far incontrare Obama e Rohani a margine dell'Assemblea dell'Onu. E si erano rincorse le voci su un possibile colloqui tra i due leader. Alla fine l'incontro non c'è stato, ma il leader iraniano non ha rinunciato a lanciare un messaggio: «Il presidente americano Barack Obama non ascolti i gruppi di pressione guerrafondai». «OLOCAUSTO GRANDE CRIMINE» - Il neo presidente iraniano debutta dunque sul grande palcoscenico internazionale così come era nelle attese, lanciando un chiaro segnale di distensione verso gli Stati Uniti e le potenze occidentali e tentando di dare un'immagine del suo Paese profondamente diversa da quella del recente passato: «L'Iran non rappresenta una minaccia per il mondo», e neppure per la regione in cui si trova, assicura davanti ai delegati delle Nazioni Unite. Solo le sedie di Israele sono rimaste vuote, come previsto. Ma i tempi in cui Ahmadinejad dal Palazzo di Vetro lanciava le sue provocazioni infiammando gli animi sembrano ora lontani. Anzi, in una intervista alla Cnn arriva la svolta sull'Olocausto: «E stato un grande crimine compiuto dai nazisti sugli ebrei», riconosce Rohani. LA DINAMICA INTERNA - «Gli iraniani hanno una dinamica interna da gestire - ha commentato un alto funzionario dell'amministrazione Obama - e le relazioni con gli Stati Uniti chiaramente sono abbastanza differenti da gestire per loro rispetto a quelle con gli altri Paesi occidentali». L'intervento di Rohani all'Assemblea dell'Onu è atteso nel pomeriggio (ora di New York), mentre Obama - che già parlato - prima di fare ritorno alla Casa Bianca parteciperà alla Clinton Initiative, con l'ex presidente Bill Clinton e l'ex segretario di Stato Hillary Clinton. A proposito di arsenali chimici, però, le parole concilianti dell'Iran, precisa il capo della Casa Bianca, che ha sottolineato di volere risolvere i problemi del nucleare iraniano in modo diplomatico, devono essere seguite da azioni. Le divergenze fra Usa e Iran - ammette poi Obama - non possono essere risolte da un giorno all'altro. RISOLUZIONE SULLA SIRIA - Obama interviene anche sulla Siria. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, dice il presidente Usa, deve approvare una risoluzione forte per garantire che la Siria mantenga i suoi impegni sulle armi chimiche. «La comunità internazionale deve imporre un bando sulle armi chimiche - ha detto il capo della Casa Bianca -. E' nell'interesse degli Stati Uniti e del mondo». Obama ha anche sottolineato che «a sovranità non può essere uno scudo per i tiranni per commettere gratuiti massacri» e ha ammonito Russia e Iran a non prendere le difese del presidente siriano Assad. Il quale, a parere degli Usa, una volta sistemata la questione delle armi chimiche non potrà comunque tornare a governare come se nulla fosse. Quanto all'uso dei gas, il presidente americano è tornato a ribadire che i ribelli in Siria non li hanno utilizzati mentre «ci sono prove evidenti» sulle responsabilità del regime. Sulla Siria, Obama annuncia infine 350 milioni di dollari supplementari per gli aiuti.
NESSUN INTERVENTO IN EGITTO - L'analisi degli scenari internazionali è continuata con l'Egitto, dove, precisa Obama «abbiamo assunto la scelta di non appoggiare alcun fronte del conflitto». «ECONOMIA STABILIZZATA» - Obama ha parlato anche di economia mondiale, spiegando che i progressi, pur «fragili», ci sono: dopo cinque anni dalla crisi, «grazie a un'azione coordinata, l'economia si è stabilizzata, i mercati della finanza si sono stabilizzati e si creano posti di lavoro».
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