http://nena-news.globalist.it
mercoledì 22 maggio 2013 09:11

Rafsanjani fuori dalla corsa elettorale
di Giorgia Grifoni



Il Consiglio dei Guardiani esclude l'ex presidente e Mashei, pupillo di Ahmadinejad, dalle presidenziali. Le autorità bloccano internet, scoppia la protesta.

Roma, 22 maggio 2013, Nena News - Fuori Rafsanjani e Mashaei dalla corsa alla presidenza dell'Iran. Questo il verdetto del Consiglio dei Guardiani, organo fedele alla Guida Suprema Khamenei preposto al vaglio delle oltre 680 candidature presentate due settimane fa in vista del voto del prossimo 14 giugno. Solo 8 nomi sono stati ammessi, per una corsa tutta in salsa conservatrice che era nell'aria già da tempo.

Il favorito sembra essere Sayyid Jalili, capo negoziatore per il nucleare e figura molto vicina a Khamenei, seguito dal sindaco di Teheran Mohammed Baqer Qalibaf e dall'ex ministro degli esteri Ali Akbar Velayati. Ammessi anche l'ex comandante delle Guardie Rivoluzionarie Mohsen Rezai e l'ex presidente del Parlamento Gholam Ali Haddad Adel.

Tra i conservatori più moderati passano l'ex capo negoziatore per il nucleare Hassan Rowhani e Mohammed Gharazi, ex ministro nel governo di Mir Hosein Mousavi, il candidato riformista alle presidenziali del 2009 accusato di aver fomentato le rivolte dell'onda verde contro la rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad e attualmente agli arresti domiciliari. I riformisti, dal canto loro, possono contare su un unico nome: Mohammed Reza Aref, vicepresidente al tempo del mandato di Mohammad Khatami. 

Il Consiglio dei Guardiani non ha dato alcuna spiegazione sulle sue decisioni. Per l'esclusione di Akbar Hashemi Rafsanjani, classe 1934 - che, a detta degli analisti, avrebbe potuto far convergere sulla sua persona i voti dell'elettorato riformista e moderato - è stata usata la scusa dell'età. "Un candidato - ha dichiarato il portavoce del Consiglio Abbas Ali Khaldokai ad al-Alam tv - che vuole arrivare al vertice dell'amministrazione ma che è capace di fare il proprio lavoro solo per poche ore al giorno non può essere approvato". Senza dimenticare che Rafsanjani era stato criticato dalla Guida Suprema per aver simpatizzato con l'ondata di proteste in seguito alla rielezione di Ahmadinejad.

E' silenzio assoluto, invece, sull'esclusione di Esfandiar Rahim Mashaei, pupillo e consuocero del presidente uscente. Considerato troppo liberale, è stato più volte accusato dalla leadership religiosa iraniana di essere il fomentatore dell'allontanamento tra l'Ayatollah Khamenei e Ahmadinejad e alla testa di una "corrente deviata" della Repubblica islamica. Ma lui ha già annunciato che farà ricorso contro quella che lui stesso ha definito "un'ingiustizia". 

Intanto le autorità iraniane hanno aumentato le misure di sicurezza a Teheran per possibili tafferugli a seguito dell'annuncio dei candidati ammessi, con 150 unità anti-sommossa dislocate nelle maggiori piazze della città. E i cittadini, invece, hanno denunciato la più completa disinformazione sulla corsa alla presidenza: dopo il rallentamento di internet, il resto lo ha fatto la censura, che ha già colpito molti siti e accompagnato in carcere alcuni giornalisti considerati "dissidenti". Secondo il sito conservatore Meyar News, almeno quattro siti web pro- Ahmadinejad sono stati bloccati la scorsa settimana. Del portale di informazione online Batzab, invece, sono stati arrestati il direttore e il caporedattore: il giornale, infatti, è considerato un sostenitore di Rafsanjani. 

"Nel bloccare i siti web e portare l'accesso a Internet a passo d'uomo, le autorità iraniane stanno chiarendo che i loro cittadini non meritano le informazioni sulle elezioni", ha detto Sherif Mansour, coordinatore per il Medio Oriente e il Nord Africa dell'advocacy group per la libertà di stampa CPJ. "Che tipo di un'elezione è quando i giornalisti sono gettati in prigione e agli elettori viene negato l'accesso alle notizie?". Nena News

top