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International Solidarity Movement L'acqua a Gaza non è solo acqua Stavo andando a cucinare quando mi sono accorto che l'acqua filtrata nel mio serbatoio era quasi finita. Forse sarebbe sufficiente usare l'ultima delle mie bottiglie d’acqua. Ma allora non avrei avuto nulla da bere con il mio pasto. E non ci sarebbe stato il caffè, non dopo il cibo e neppure la prima colazione. Guardando il rubinetto, ho pensato di diluire l'acqua filtrata con quella del rubinetto, per risparmiare tempo e per evitare di dover camminare due blocchi per riempire il serbatoio. Era buio, e il negozio con l'acqua poteva essere chiuso. L’acqua del rubinetto non può essere utilizzata per la cottura, o almeno non dovrebbe essere utilizzata per la cottura. Evito di farlo comunque. Mi ci lavo i piatti, ma non la uso per cucinare il mio riso. E' a causa del sale. L’acqua salata penetra la falda aquifiera metropolitana perché è più grande rispetto alla quantità di acqua naturale. Ma l'acqua di mare non è il suo unico contaminante. Secondo le Nazioni Unite, la inquinano anche iprodotti chimici e le acque reflue. Il che non sorprende se 90.000 metri cubi di acque reflue non trattate sgorgano ogni giorno per strada. Liquami, dai servizi igienici, di nuovo nei rubinetti. Con impianti di trattamento delle acque, che funzionano. Ma a Gaza, il problema è che non c'è abbastanza diesel per far funzionare i generatori tutto il giorno. E per quelli che Israele ha bombardato, è ferma l'importazione di parti di ricambio. Nel frattempo l’acqua di mare, le sostanze chimiche e l’aumento delle acque reflue inquinano la falda di acqua. Entro il 2016, l'ONU prevede che l'acqua diventi completamente inutilizzabile. Solo tre anni sono rimasti fino ad allora. E al 2020 nessuno, dicono, nessuno sarà in grado di vivere qui. Apro il frigo, sperando di trovare qualcosa che non richiede acqua per esser cucinato. Chiudo di nuovo. Forse il negozio è aperto, ma la cisterna è vuota. Non sono solo io che ho bisogno di acqua. Alcune famiglie devono spendere quanto un terzo del loro reddito su di essa. Devono utilizzare il rubinetto contaminato molto più di me. Quando sono arrivato qui, ho usato acqua di rubinetto per lavarmi i denti. Questo è stato un errore che non ripeterò. Ma risciacquo lo spazzolino da denti con essa, agitando con cura. Penso che va bene. Una donna svizzera in visita a Gaza ha chiesto se ho bevuto l'acqua filtrata. Dovrebbe essere potabile, ma qualcuno mi ha detto che è filtrata solo dal sale. Non voglio scoprire come stanno le cose, non vogliono sapere. Compro l'acqua in bottiglia più costosa. Ma mi lavo i miei vestiti in acqua dal sistema idraulico, come tutti qui sono costretti a fare. Mi lavo le mani in essa, il mio viso. Prendo le mie docce con essa, lavo il mio sudore salato con acqua contaminata, inquinata non solo dal sale, come tutti gli altri qui. Diventa più inquinata ogni anno. Gli agricoltori hanno problemi con essa. E' troppo salata per far germinare i semi di agrumi, e provoca raccolti a diminuire per i prodotti che crescono ancora. Un’autocisterna raggiunge coloro che possono permettersi di pagare. Israele dice che è preoccupante, ha in programma di aspirarla con una tubatura e parla di impianti di dissalinazione, le stesse forniture cui impedisce di entrare. E penso a cosa accadrà quando il disastro colpirà, quando nessuno potrà più vivere qui, quando tutti saranno costretti a fuggire: una nuova Nakba, causata non dalla forza delle armi, ma dall'assedio. Dove possiamoo andare? Chi è disposto ad accoglierci? E cosa accadrà allora? Sarà Israele poi che prenderà la terra vuota, questa terra nullius, pompando acqua, e facendo fiorire il deserto? Sento come un eco. International Solidarity Movement The water in Gaza is not only water I was just going to make dinner when I realized the filtered water in my tank was almost done. Perhaps it would be enough if I used the last of my bottled water. But then I would have nothing to drink with my meal. And there would be no coffee, not after the food and not for breakfast. Glances at the tap, I considered diluting the filtered water with tapwater, in order to save time and to avoid having to walk two blocks to fill the tank. It was dark outside, and the shop with water might be closed. Tapwater cannot be used for cooking, or should not be used for cooking. I avoid doing it anyway. I wash dishes in it, but do not use it to cook my rice. It’s salt. Saltwater penetrates the underground aquifier because it is larger than the natural supply of water. But the seawater is not its only contaminant. According to the United Nation, chemicals and sewage also pollute it, which is not surprising when 90,000 cubic meters of untreated sewage gush out every day. Sewage, from the toilets, back in the taps. With water treatment plants, that works. But in Gaza, the problem is that there is not enough diesel to run the generators around the clock. And for those Israel has bombed, well, it also stops the import of replacement parts. Meanwhile seawater, chemicals and sewage increase in the water supply. By 2016, UN expects the water to become completely unusable. Only three years are left until then. And at 2020, no one they say, no one will be able to live here. I open the fridge, hoping to find something that does not require water for cooking. I close it again. Maybe the store is open, but the cistern outside it is empty. It’s not just me who needs water. And some families have to spend as much as a third of their income on it. They must use the contaminated tapwater far more than I do. When I first came here, I used tapwater to brush my teeth. That was a mistake I will not repeat. But I rinse the toothbrush in it afterwards, shaking it carefully. I think that’s okay. A Swiss woman visiting Gaza asked if I drank the filtered water. It should be drinkable, but someone told me it is only filtered from salt. I do not want to find out how things are, do not want to know. I buy the more expensive bottled water. But I wash my clothes in water from the plumbing system, like everyone else here is forced to do. I wash my hands in it, my face. I take my showers in it, washing off my salty sweat with contaminated water, polluted not only by salt, like everyone else here must. It becomes more polluted every year. The farmers have problems with it. It’s too salty for citrus seeds to germinate, and causes harvests to decline for the products that still grow. Tanker trucks drive to those who can afford to pay. Israel says it’s concerned, has plans to pull in a pipeline and talks about desalination plants, the same plants it keeps from entering. And I think about what will happen when the disaster strikes, when no one can live here, when everyone is forced to flee: a new Nakba, caused not by the force of arms but by the siege. Where can they go? Who is prepared to receive them? And what will happen then? Will Israel then will take over the empty land, this terra nullius, pumping in water, getting the desert to bloom? I hear it as an echo.
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