http://ilmondodiannibale.globalist.it Morsi: tramonto rosso-sangue E' morto per le torture patite l'attivista dell'opposizione egiziana, Muhammad al Guindi. Per il governo dell'islamista Morsi un altro passo verso il baratro. Si chiamava Muhammad al Guindi, militante dell'opposizione egiziana e aderente a Corrente Popolare. Era scomparso da qualche giorno, dopo che era sceso in piazza per protestare contro il governo guidato dall'esponente dei Fratelli Musulmani Muhammad Morsi. Ora il suo corpo è arrivato all'ospedale al Helal del Cairo e i social network egiziani già diffondo le immagini del suo volto tumefatto, straziato dalle torture patite in carcere. I suoi compagni di disavventura assicurano che è stato arrestato dalla polizia egiziana il 28 gennaio, poi detenuto e brutalmente torturato. C'è un nome che in queste ore in Egitto viene ripetuto un po' ovunque: Khaled Said. Khaled Said è stato ucciso dagli aguzzini di MUbarak senza un perché poco prima che cominciasse la rivolta di piazza Tahrir. Oggi per l'opposizione egiziana Muhammad al Guindi è il nuovo Khaled Said. Sono lontani i tempi in cui il presidente Morsi poteva presentarsi come l'interprete della rivoluzione egiziana, adesso appare molto più semplicemente come il successore di Hosni Mubarak. E nella sua reiterata richiesta, quasi invocazione, di dialogo con le opposizioni, dopo aver usato il bastone referendario e quindi il manganello in piazza, c'è tutto il senso della crisi dei Fratelli Musulmani, che hanno gettato alle ortiche una chance storica e si avviano verso la stessa fine del regime che hanno combattuto. Diffiicile infatti prevedere cosa accadrà in Egitto, ma la crisi dei Fratelli Musulmani, irresponsabili artefici del proprio isolamento, sembra irreversibile.
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