http://arabpress.eu/ La calma prima della devastazione Sono al Cairo da venti giorni, e ritrovo questa città non più caoticamente allegra come un tempo, ma tristemente depressa nel traffico di sempre. Nessuno ride e soprattutto nessuno trova il tempo di pensare con calma La rivoluzione sembra una cosa lontana per la gente comune che vuole solo tirare avanti. O sei con l’esercito e il suo capo Sisi o sei con i Fratelli, non c’è alternativa. O sei con l’ordine e la ” pace imposta” o sei con i cattivi Fratelli Musulmani. Una mia amica egiziana, vedendo ciò che condividevo su Facebook mi stuzzica dicendomi, tu non difendi Sisi quindi sei con i Fratelli, io rispondo che non mi piace nè ilgenerale e il suo esercito ormai mescolato con la polizia nè i gruppi di gretti fanatici che urlano per le strade in nome della Fratellanza. La mia amica mi guarda sconsolata e la faccia è di quelle che da sempre trovo in Medio Oriente, quella che mi dice ” tu non sei araba, egiziana quindi non puoi capire ” . Smetto con i miei tentativi di spiegazione perchè con fastidio comprendo che qui si preferisce negare quello che l’esercito ha fatto in nome di una pace che chiede la testa di tutti i Fratelli Musulmani e il silenzio in carcere di quegli attivisti laici che chiedono una giustizia uguale per tutti, la libertà di manifestare,e quindi la possibilità di diffondere le idee per un nuovo Egitto. I Fratelli Musulmani e le loro teorie fanno paura ma la propaganda di regime è riuscita a creare un demonio in essi distogliendo lo sguardo dei cittadini dall’altro male egiziano quello della sua polizia e del suo governo fascista. Ora l’esercito e la polizia sono necessari per tornare alla normalità. Ecco allora che qualsiasi manifestazione non autorizzata ( chissà con che criteri si rilasceranno i permessi ) diventa motivo di carcerazione dei partecipanti. Dentro tutti, civili moderati, operai, donne, e gli altri tutti alla televisione per vedere chi sono i cattivi che hanno osato sfidare l’autorità a Tahrir. Omar Robert Hamilton, cugino di Alaa Abdel Fattah, di nuovo in carcere per la sua protesta contro i tribunali militari, parla di una devastazione che incombe sugli egiziani. Nessuno sa se e quando si realizeranno gli ideali di Tahrir, per ora Omar richiama la popolazione a restare fedele a quegli ideali a non stancarsi di gridare i propri diritti . Ma se io penso alla mia amica egiziana e agli altri egiziani che incollati alla televisione oggi inneggiano a Sisi mettendo la testa nella sabbia mi chiedo chi ha più forza oggi in Egitto? la stampa e la televisione serve del potere o la solidarietà a tutti coloro che sono morti per un ideale ? Ieri sera ero al City Stars, il mega Mall del Cairo, ecco li sembrava di appartenere ad un altra realtà, tutti facevano shopping, si tenevano per mano, una realtà sospesa nell’aria condizionata, nel lusso, nella imbecillità e nella sicurezza che super Sisi sarà l’eroe del nuovo Egitto.
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