http://www.iljournal.it Al Sisi pronto a essere “Faraone” Il ministro della Difesa ha aperto all'ipotesi di candidarsi alle elezioni. Mentre nel Paese cresce il culto della personalità Per molti è già il presidente in pectore, l’uomo che muove ogni azione del governo ad interim in Egitto. Il generale Abdel Fattah al Sisi, capo delle Forze armate e ministro della Difesa, è destinato a diventare il nuovo leader, un autentico Faraone visto il consenso di cui gode, con la benedizione popolare. Nelle scorse settimane aveva sempre evitato la domanda su una sua eventuale candidatura, ma ora ha rivelato in un’intervista di essere «aperto» all’ipotesi. In pratica ha lanciato lo sprint per le elezioni presidenziali. La consultazione dovrebbe tenersi nella prima parte del 2014, salvo ulteriori slittamenti. La tensione, infatti, è ancora alta, nonostante la campagna di arresti condotta nei confronti dei Fratelli Musulmani. Al Sisi, 59 anni, ha quindi ammesso di poter diventare il nuovo presidente. Per l’Egitto cambierebbe poco rispetto alle ultime settimane e di fatto ci sarebbero poche novità rispetto all’era di Hosni Mubarak. La tendenza in atto è quella di marginalizzare gli islamisti, procedendo a una personalizzazione del potere e al ritorno a un governo militare. Già da mesi è in atto lo sviluppo del “culto della personalità” del generale, con i suoi ritratti che diventano gadget. Il caso più sorprendente riguarda la vendita di cioccolatini recanti le immagini del militare diventato simbolo del colpo di Stato. Ma sono state realizzate anche delle magliette con la sua foto stampata. La carriera militare del Generale Sisi è iniziata nel 1977, quando divenne ufficiale dell’esercito. Nel 2008 c’è stato il salto di qualità con la nomina a Direttore dell’Intelligence e delle Informazioni militari, quando Mubarak era ancora saldamente al comando. Nonostante il rovesciamento del regime, Al Sisi è riuscito a occupare ancora ruolo importanti. Nell’agosto del 2012, infatti, è diventato capo delle Forze armate per volere di Mohammed Morsi. A distanza di meno di un anno, il 3 luglio 2013, è stato lui a lanciare l’ultimatum ufficiale all’allora presidente. Sul perché i Fratelli Musulmani gli abbiano conferito un incarico così cruciale, lui glissa: «E’ la volontà di Dio». Il fatto che sia il simbolo dell’attuale governo è testimoniato anche dalle recenti proteste che hanno animato l’Egitto. I cori sono stati indirizzati proprio contro il ministro al Sisi e non contro il premier Hazem el Beblawy, come invece sarebbe stato naturale.
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