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Turchia: urticanti sulla folla, 600 arresti a Istanbul e Ankara Ankara - Viale Istiklal, Piazza Taksim, Besiktas, il ponte sul Bosforo: nomi che fanno scattare nella mente di milioni di turisti immagini di vacanze orientali, di cartoline variopinte. Ieri questi posti nel cuore di Istanbul erano zone di guerra. Una guerra, con tanto di sostanze urticanti usate dalle forze dell'ordine, che e' continuata nella notte.600 sono state le persone arrestate dalla polizia, secondo cifre aggiornate a stamane. Tra di loro, a Istanbul, e' stato ferito e fermato anche un fotografo italiano, Daniele Stefanini, come ha confermato l'ambasciata italiana a Ankara . Decine di migliaia di persone sono di nuovo scese in piazza nella megalopoli del Bosforo per marciare su Taksim e denunciare il brutale assalto della polizia, venerdi', a Gezi Park e ai giovani indignados che lo occupavano. Un attacco feroce, che ha fatto 800 feriti, fra cui bambini colpiti da proiettili di gomma, decine di persone 'bruciate' dagli agenti urticanti messi dalla polizia nell'acqua degli idranti - come denunciato dalle foto degli attivisti nelle quali si vedono chiaramente i poliziotti caricare la sostanza 'Jenix' nei blindati - o soffocate dalle nuvole di gas lacrimogeni. Mentre le forze antisommossa arrestavano i medici che avevano curato i manifestanti feriti, picchiavano un deputato di opposizione, avvocati e giornalisti. E' in atto ''una guerra contro la popolazione'', ha accusato la presidente dei Verdi tedeschi Claudia Roth, intossicata dai lacrimogeni. Una folla enorme si era riversata verso Taksim gia' nella notte non appena si era sparsa la notizia dell'attacco. Per ore ci sono stati durissimi scontri in tutta la citta'. I due grandi sindacati di sinistra Kesk e Disk hanno proclamato uno sciopero generale da domani. La guerriglia e' ricominciata ieri a fine mattinata. Le forze anti-sommossa, appoggiate da blindati, cannoni ad acqua, fra raffiche di gas lacrimogeni e granate assordanti, hanno impedito l'accesso a Taksim. La polizia ha attaccato con grande brutalita' i manifestanti che si avvicinavano pacificamente al cuore della citta'. Via Istiklal, icona della Istanbul turistica, e' stata sommersa sotto i lacrimogeni, mentre centinaia di agenti protetti dietro mezzi blindati la risalivano. Dozzine di giovani sono stati arrestati, ammanettati, allineati, trascinati verso i cellulari, costretti per umiliarli a camminare piegati in due. Stesse scene a Besiktas, Sisli, Kurtulus, a Gazi, il quartiere alawita di Istanbul. A Kizilay, nel cuore di Ankara, gli scontri sono iniziati ieri a fine mattinata, quando la polizia ha bloccato il feretro del giovane manifestante Ethem Sarisuluk, ucciso proprio a Kizilay da una pallottola nel cervello sparata da un agente. Le forze antisommossa hanno poi attaccato con lacrimogeni e cannoni ad acqua le migliaia di persone che aspettavano pacificamente l'arrivo dei funerali, molte con un garofano rosso in mano. La polizia ha continuato tutto il giorno a sparare - incurante del traffico di auto, bus e taxi in mezzo alla piazza - centinaia di candelotti lacrimogeni, a tiro teso, a altezza d'uomo, verso i manifestanti. Ci sono state manifestazioni e scontri in molte altre citta'. A Konya i manifestanti sono stati aggrediti da militanti del partito islamico di Erdogan. A Istanbul, a meno di 10 chilometri da dove stava continuando la battaglia di Taksim, una folla enorme - un milione secondo gli organizzatori - di sostenitori del partito islamico, trasportati da decine di autobus e traghetti, acclamava il premier. Il comizio era stato organizzato per fare una dimostrazione di forza, rispondere alle centinaia di migliaia di giovani scesi in piazza in tutto il paese per chiedere la fine della repressione, piu' democrazia e le dimissioni del premier. Con il rischio di gettare ulteriore benzina sulle fiamme cha gia' stanno divampando nel paese. Erdogan ha affermato che era suo dovere ''ripulire'' Gezi Park. E ha di nuovo parlato di complotto contro il suo governo da parte di lobby finanziarie, del capo dell'opposizione, della stampa estera, e annunciato ritorsioni contro chi ha simpatizzato con i manifestanti. Tutte le tv turche - anche, e soprattutto, quelle che hanno ignorato la protesta dei giovani - hanno trasmesso in diretta il comizio. Halk tv, la piccola emittente di sinistra che ha sfidato il potere fin dai primi giorni trasmettendo la diretta delle manifestazioni dei giovani, si e' presa la soddisfazione di interrompere la diretta con immagini di un documentario sui pinguini. Una delle grandi tv di informazione turche aveva trasmesso appunto un documentario sui pinguini durante i primi durissimi scontri di Piazza Taksim il 31 maggio. Da allora il pinguino con una maschera antigas sul becco e' un simbolo della rivolta dei giovani turchi.
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