Originale: Redpepper.org Erdogan e gli ‘sciacalli’: cosa c’è dietro le proteste in Turchia Il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan ha un messaggio semplice per tutti i milioni che attualmente protestano in tutta la Turchia. Secondo lui, non sono altro che “un paio di sciacalli”, e non ha bisogno del loro permesso per fare tutto quello che vuole. La verità, tuttavia, è che questo tipo di atteggiamento è esattamente il motivo per cui così tanti in Turchia stanno contestando nelle piazze, affrontando gravi e spesso fatali ferite, torture, arresti e brutalità poliziesca. Questo movimento è stato scatenato dal Parco Gezi, ma le cause sono andate accumulandosi negli anni con il farsi sempre più autoritario del governo di Erdogan. Testimone ne è il sostegno di Erdogan alla polizia in proteste precedenti quando questa ha usato gas lacrimogeno e brutalità non come ultima risorsa, bensì come reazione iniziale; l’atteggiamento noncurante, persino biasimante, di Erdogan a proposito del fatto che la Turchia ha più giornalisti in carcere che non l’Iran e la Cina messi insieme; le affermazioni ed etnoreligiosamente esclusive di Erdogan. Tutte queste cose hanno contribuito alla resistenza e alla perseveranza dei dimostranti. Nelle piazze, persone di schieramenti ideologici diversi, tifoserie di squadre di calcio diverse (sì, si tratta di un fenomeno importante), di entità religiose, etniche, sessuali diverse stanno protestando contro il dominio di Erdogan. Moralità ideologica Quando Erdogan ha suggerito che milioni di persone non erano altro che ‘sciacalli’, ha tentato di imporre una moralità ideologica non solo ai dimostranti, ma anche al paese, al territorio, agli osservatori. La ‘protesta come sciacallaggio’ non solo inquadra le politiche delle piazze come non etiche ma anche, e per contro, suggerisce che il comportamento etico ed esemplare sia la disciplina. Non è difficile dedurre che se il dissenso contro lo stato non è etico, il massimo comportamento etico e, pertanto, la difesa dello stato, le azioni della polizia. Questo è un momento perfetto per tornare al quadro riferito più sopra e confrontare le azioni degli ‘sciacalli’ non etici, dei dissenzienti immorali, con questi campioni dello stato, cavalieri del re: i poliziotti. Prendete nota per la prossima dimostrazione: un atteggiamento positivo, ottimista; ripulire la spazzatura; sorridere; essere amorevoli; dire con franchezza ciò che si pensa; mettere a posto le strade cittadine danneggiate; offrire cibo a quelli che provano piacere nel pestarvi a morte; leggere libri; cantare e suonare strumenti; aiutare quelli nel bisogno; essere compassionevoli; pretendere la libertà e i diritti umani … questi comportamenti sono ‘non etici’. D’altro canto: picchiare civili disarmati e non corazzati; colpire un altro essere umano al volto con un candelotto lacrimogeno; torturare; usare armi chimiche contro i vostri compagni esseri umani; passare sopra le persone con camion; far sanguinare gli anziani; pestare sadicamente una persona indifesa … questi comportamenti sono ‘etici’. Potenziale incredibile Ora che abbiamo sistemato questo, voglio dire ancora una cosa. Questa protesta è un ‘anno Domini’ un ‘anno zero’ per la politica turca. Ha mostrato il vero volto dei media convenzionali in Turchia, che hanno mantenuto il silenzio mentre il vero giornalismo era attuato su Twitter. Ha mostrato che i giovani che si ritenevano apatici e apolitici possono organizzarsi, senza aver necessità delle bandiere di alcun partito politico, sindacato o di qualsiasi altro organo organizzativo. E sono in possesso di un potenziale incredibile per ridefinire la politica turca se saranno in grado di andare oltre l’odio per Erdogan e definirsi e inquadrare la propria solidarietà sulla base di ideali quali la libertà, la democrazia, l’antimilitarismo e il pluralismo. Ringrazio i media internazionali per il loro sostegno e spero in una vittoria senza sangue per le mie sorelle e i miei fratelli in lotta sul terreno. Ali E Erol è un esperto della Turchia, dei conflitti sociali e dei nuovi media. Da Z Net Lo spirito della resistenza è vivo www.znetitaly.org
|