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Hürriyet Daily News
June/03/2013

Taksim è un sito di lotta per il predominio ideologico

Piazza Taksim ha acquisito un'identità politica, dopo che i fondatori della repubblica la destinarono come il loro progetto di prestigio, secondo l’architetto Korhan Gümüş. Da allora, la piazza è diventata un luogo di lotta per il predominio, con ogni governo che cerca di lasciare il proprio segno, dice Gümüş.

Secondo l’architetto Korhan Gümüş dopo che la Repubblica ebbe designato Piazza Taksim, come il suo progetto di prestigio, l'area divenne motivo di tensione su chi avrebbe dominato lo spazio pubblico.

Ogni governo cercò di lasciare il segno sulla piazza, e il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo non fa eccezione a questa regola, ha detto Gümüş, membro dell’iniziativa civile Piattaforma Taksim che si oppone ai piani del governo per ridisegnare la piazza.

Il governo sta mostrando lo stesso unilateralismo che è stato visto durante il regime a partito unico, nei primi giorni della Repubblica, ha detto Gümüş al Daily News.

Qual è il significato di Taksim a Istanbul?

Taksim è una piazza venuta in essere in seguito, durante l'epoca repubblicana. Istanbul è stata dimenticata per 13 anni, fino al 1936. Poi la repubblica ha iniziato a vedere Taksim come spazio per segnare la sua esistenza. E ha costruito uno spazio ricreativo e culturale. Il metodo in quel momento era quello di consultare più di un esperto straniero. Il francese Henry Proust fu chiamato per un programma a lungo termine. La Repubblica vide Piazza Taksim come un progetto di prestigio. La piazza fu ampliata e, per questo, la Artillery Barracks Topçu, che non erano in us0 fin dalla prima guerra mondiale, vennero demolite. La città acquisì uno spazio verde e le più importanti istituzioni culturali pubbliche della città vennero lì costruite. Queste istituzioni erano amministrate da dipendenti pubblici, ma dal 1950, emerse un problema di governance. C'era un vuoto di gestione. Iniziarono le privatizzazioni e furono costruiti gli hotels. Nel mondo, ci sono diversi modelli di gestione per mantenere gli spazi pubblici. Purtroppo, il modello che è stato approvato dal principio continuando nel corso degli anni non è un modello partecipativo.

Quindi, vi è la necessità di ridisegnare Piazza Taksim?

Naturalmente c'è una crisi lì, un vuoto. Ma vi è il problema del bagaglio sacro che copre quel vuoto. Questo è un palcoscenico per la progettazione sociale, c'è una lotta per il predominio.

La piazza ha quindi guadagnato un’identità politica?

Con l'intervento della Repubblica, ha guadagnato un’identità politica divenendo una sorta di campo di battaglia per lo stato-nazione. I governi successivi erano a disagio per il fatto che veniva utilizzata per le manifestazioni del Primo Maggio.

Può spiegarci cosa intende con bagaglio sacro?

La piazza è diventata uno spazio di tensione per chi dominerà lo spazio pubblico. Questa situazione raggiunse un picco, per esempio, durante il processo del 28 febbraio, quando c'era un enorme polemica sulle pretese che il primo ministro Recep Tayyip Erdoğan, che era il sindaco di Istanbul, in quel momento, stava progettando di costruire una moschea lì. Ogni governo ha provato a lasciare il segno nella piazza.

Quindi non è mai stata una questione di pianificazione urbana, ma piuttosto un simbolo ideologico.

Ogni governo pensava di sapere meglio di altri ciò che è bene per il popolo. Ogni partito che è salito al potere, ha detto: sarò eletto e dato che le persone mi sostengono, posso fare quello che voglio.

Ma alla fine nessuno è riuscito a ridisegnare Taksim.

Poiché il modello approvato fino ad ora contiene una crisi. Un modello diverso non fu mai approvato.

Il primo ministro non ha sfruttato questa occasione, ha invece agito per risolvere il trauma che risale al 28 febbraio, quando fu condannato alla prigione. Ha deciso di intervenire in piazza senza costruire la moschea. Il progetto di costruire una moschea è stato trasferito a Çamlıca, un luogo molto più attraente. Continuando così questo vecchio modello che crea tensione.

La caserma dell’artiglieria fu demolita durante il regime a partito unico. Egli non vede più quello spazio come spazio verde. La mentalità è: - abbiamo bisogno di compensare, come? Con la ricostruzione della caserma. Ma alla fine, chi la gestirebbe? Non può essere utilizzata come caserma, quindi sarà un centro commerciale o un residence. Egli ha poi confessato che sarebbe stato un centro commerciale.

Così, da un lato, non vi è ideologia, e dall'altro, vi è una resa totale ai rapporti con il  mercato. Nulla è lasciato a Taksim nelle mani del pubblico. Il centro congressi è gestito da un hotel privato.

Il problema di Istanbul è che non esiste un programma pubblico per sostenere la produzione intellettuale. Tutte le attività culturali di Istanbul, come la biennale, eccetera, non hanno alcun sostegno pubblico. L'arte contemporanea, architettura e anche l'archeologia sono diventati un problema per i filantropi. Le funzioni del settore pubblico si limitano alle offerte di ingegneria. Le offerte di appalto sono un modo per organizzare le relazioni tra gli attori del mercato e il governo. Non viene mai appoggiata la creatività intellettuale. È possibile fare offerte per effettuare uno scavo archeologico. Dopo aver generato le idee, gli ingegneri e i costruttori saranno chiamati a far parte del progetto. In Turchia, è valido il contrario, come abbiamo visto nel progetto di Taksim, il settore pubblico fa un accordo con una società privata, orienta loro la strada che vuole perseguire, poi si comincia a discutere e dopo comincia la costruzione. Tutti questi progetti sono il prodotto di una mentalità di mercato.

Ora che abbiamo un progetto in corso, quali sono le obiezioni degli avversari?

Il problema è che gli avversari si comportano con la stessa mentalità di questo sacro bagaglio. Da un lato si dice: - Lo tirerò giù, ho il sostegno del popolo, non me lo potete impedire - dall'altra parte si dice: "No, non si può - Questo tipo di confronto paralizza il pensiero creativo.

Quindi, ogni lato ha un approccio dogmatico.

E' normale che la società civile sia dogmatica. Alcuni possono volere una moschea in Piazza Taksim, altri potrebbero voler avere una celebrazione per il primo maggio; tutti questi punti di vista sono importanti, ma il pubblico è diverso, non può pretendere di imporre i suoi valori in modo autoritario sugli altri. Così è il modello pubblico che ha bisogno di essere aggiornato. Invece di partire con la costruzione, abbiamo bisogno di discutere prima le idee. Abbiamo bisogno di un modello in grado di utilizzare l'energia della società civile, in grado di lavorare con le ONG, un modello multi strato.

Il premier ripete gli stessi errori. Ha iniziato a fare errori che un politico saggio non avrebbe dovuto fare.

Perché dice questo?

Egli percepisce gli oppositori ai suoi progetti come un manipolo di marginali. Ma sta diventando chiaro che questo non è il caso. Forse però il suo progetto potrebbe essere molto buono, forse potrebbe piacere a tutti. Non possiamo saperlo. Il nostro compito è quello di discuterne in anticipo. Nel momento in cui il primo ministro ricostruisse le caserme di artiglieria, finirebbe per fare esattamente la stessa cosa che fece la mentalità che demolì quelle caserme. Io sono contro questo tipo di unilateralismo.

Il progetto Taksim era noto da tempo. Perché e come pensi che queste proteste si siano accese così improvvisamente?

In realtà, alcuni erano già in allarme. Certo, vorrei ringraziare il Presidente del Consiglio per aver mobilitato l'opposizione con la sua presa di posizione. A causa della sua reazione, questa situazione è diventata più grande dell’opposizione di una manciata di attivisti.


Hürriyet Daily News
June/03/2013

'Taksim is a site of struggle for ideological predominance'

Taksim Square acquired a political identity after the founders of the republic saw and designed it as their prestige project, according to architect Korhan Gümüş. Ever since, the square has become a site of struggle for dominance, with each government trying to leave their mark, says Gümüş

After the Republic designed Taksim Square as its prestige project, the area became a ground for tension about who was going to dominate the public space, according to architect Korhan Gümüs¸.

Each government has sought to leave its mark on the square, and the ruling Justice and Development Party is no exception to this rule, said Gümüş, a member of the civil initiative Taksim Platform that is opposed to the government’s plans to redesign the square.

The government is displaying the same unilateralism that was seen during the one-party regime in the early days of the Republic, Gümüş told the Daily News.

What’s the significance of Taksim for Istanbul?

Taksim is a public square that came into being later, during the republican era. Istanbul was forgotten for 13 years, until 1936. Then the republic started to see Taksim as a space to mark its [existence]. It constructed a recreation and cultural space. The method at that time was to bring over a foreign expert. The Frenchman Henry Proust was called for a long-term program. The Republic viewed Taksim Square as a prestige project. The square was expanded, and for this, the Topçu Artillery Barracks, which had not been used since World War I, were demolished. The city acquired a green space and the city’s most important public cultural establishments were constructed. These establishments were administered by civil servants, but by the 1950s, a problem of governance started to surface. There was a management vacuum. Privatizations started; hotels were constructed. In the world, there are different management models to maintain public spaces. Unfortunately; the model that was endorsed from the beginning that is not participatory has continued throughout the years.

So there is a need to redesign Taksim Square?

Of course there is a crisis there; a vacuum. But there is the problem of sacred baggage that covers that vacuum. This is a stage for [social] design; there is a struggle for predominance.

The square gained a political identity then?

With the intervention of the Republic, it gained a political identity and became sort of a fighting ground for the nation-state. Successive governments became uneasy by the fact that it has been used for May Day demonstrations.

Can you elaborate what you mean with sacred baggage?

The square became a space of tension about who is going to dominate the public space. This situation peaked, for instance, during the Feb. 28 process when there was tremendous controversy over claims that Prime Minister Recep Tayyip Erdoğan, who used to be the mayor of Istanbul at that time, was planning to construct a mosque there. Each government has tried to leave its mark to the square.

So it never became a matter of urban planning, but rather an ideological symbol.

Each government thought they knew better what is good for the people. Each party that came to power said: I am elected and since the people support me; I can do whatever I want.

But at the end of the day no one has succeeded in redesigning Taksim.

Because the model endorsed until now contains a crisis. A different model was never endorsed.

The prime minister did not use this occasion; instead, he acted with a trauma which dates back to Feb. 28 [when he was sentenced to prison time]. He decided to intervene in the square without constructing a mosque. So the project of constructing a mosque was transferred to Çamlıca, a much more attractive place. And he continued this old model that creates tension.

The artillery barracks were demolished during the one-party regime. He no longer sees that space as a green space. The mentality is; “we need to compensate; how? By rebuilding the barracks.” But at the end of the day, who is going to manage it? It cannot be used as a barracks, so it will be either a shopping mall or a residence. He later confessed that it would be a shopping mall.

So on the one hand, there is ideology, and on the other, there is total surrender to market relations. Nothing is left in Taksim in the hands of the public. The congress center is being managed by a private hotel.

The problem of Istanbul is that there is no public program to support intellectual production. All the cultural activities in Istanbul, like the biennial, et cetera, have no public support. Contemporary art, architecture and even archaeology have become an issue for philanthropists. The public sector functions with bids. Bids mean engineers. Procurement bids are a way of arranging the relationship between the market actors and the government. It never endorses intellectual creativity. You can make an archaeological excavation by bids. You first generate ideas; then the engineers and constructors become part of the project. In Turkey, the reverse is valid; as we have seen in the Taksim project; the public sector makes a deal with a private company, orients them the way it wants, and we start discussing it after the construction starts. All these projects are a product of a market mentality.

Now that we have an ongoing project, what are the objections of the opponents?

The problem is that the opponents act with the same mentality of this sacred baggage. They say, “You can’t touch it.” One side says, “I will tear it down, I have the support of the people, you can’t prevent me;” the other side says: “No, you can’t.” This sort of confrontation paralyzes creative thinking.

So each side has a dogmatic approach.

It is normal for civil society to be dogmatic. Some may want a mosque on Taksim Square, others may want to have a May Day celebration; all these views are valuable; But the public is different; it can’t say, “I will impose my values in an authoritarian way on others.” So the public model needs to be updated. Instead of starting with construction, we need to first discuss ideas. We need a model that can use the energy of civil society, that can work with NGOs – a multi layer model.

The prime minister repeats the same mistakes. He started to make mistakes which should not be done by a wise politician.

Why do you say so?

He perceives everyone opposing his projects as a handful of marginals. But it is becoming clear this is not the case.

But maybe his project might end up being a very good one; maybe everybody will like it.

We can’t know that. Our job is to discuss it in advance. The moment the prime minister constructs the artillery barracks, he would end up doing exactly the same thing as the mentality that demolished these barracks. I am against this type of unilateralism.

The Taksim project was known a long time ago. Why and how do you think these protests flared up all of a sudden?

Actually, some were keeping guard there already. Of course, I’d like to thank the prime minister for mobilizing the opposition by his stance. Due to his reaction, this has become larger than the opposition of a handful of activists.

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