www.repubblica.it
01 febbraio 2013

Una mobilitazione per difendere un "diritto costituzionale". Migliaia le adesioni da tutte le università italiane.

Anche gli studenti fuori sede, disseminati sul territorio nazionale e lontani dal luogo di residenza, non demordono. E mettono in cantiere una consultazione "simbolica, telematica" per partecipare comunque alle prossime elezioni politiche. Sono il gruppo "Voglio Votare" e da una settimana lanciano dalla rete proposte e invettive: "Lo Stato Italiano non garantisce questo diritto ai fuori sede e il Governo si ostina a non affrontare il problema". Per una protesta che parte da lontano.

Perché ci hanno provato in tutti i modi negli ultimi cinque anni. La centrale operativa del gruppo è a Torino, al Collegio Universitario "Renato Einaudi". Dicono a Repubblica.it: "La nostra non è un'operazione estemporanea. Tra noi ci sono persone che lavorano da anni per risolvere questo problema". Ricordano la petizione "Io voto fuori sede", più di diecimila adesioni. E, soprattutto, mettono l'accento sui "loro" disegni di legge. "Uno doveva essere discusso al Senato, presentato dal senatore dell'Idv, Pardi. Era in fase di approvazione ma l'iter si è bloccato". Il risultato è che "ci sentiamo privati di un nostro diritto". E se è vero che esistono agevolazioni, gli studenti replicano: "Alcuni di noi sono di Lecce, Matera. E studiano a Torino. E il giorno successivo alle elezioni ci sono gli esami. Come facciamo a mettere insieme le due cose?".

Annunciano: "Non resteremo confinati in rete. Abbiamo in cantiere delle manifestazioni nelle maggiori città universitarie italiane. Certo ci sono problemi organizzativi, ma il 16 febbraio alle 16 faremo sentire le nostre ragioni". Una serie di flashmob, per adesso sicuramente a Torino e Bologna. Ma gli studenti non escludono che la lista possa allungarsi.

top