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13/12/2013

L'Irlanda per la crisi invia lettere ai cittadini chiedendogli di andare a lavorare all'estero. Ma è anche il primo paese ad uscire dal piano d'aiuti
di Antonia Laterza

E' il primo Paese ad uscire dal programma di salvataggio della Ue, Bce e Fmi eppure, l'Irlanda, sta letteralmente chiedendo ai propri cittadini di 'andarsene', fare le valigie, cercare fortuna altrove. A distanza di pochi giorni la buona notizia, data dal Ministro delle Finanze, Michael Noonan, del 'clean exit' dopo tre anni di aiuti da parte della comunità internazionale (per un totale di 67 miliardi di euro) e la mossa, disperata, del governo, indice che la crisi purtroppo è ancora all'ordine del giorno.

"Non è la fine del tunnel" ha detto il Ministro ma solo "una prima e molto significativa pietra miliare per uscirne fuori". E infatti il governo ha inviato a 6000 cittadini una lettera in cui gli suggerisce di andare a lavorare all'estero, possibilmente in un altro paese dell'Unione Europea in una mossa mira a ridurre il peso dei sussidi di disoccupazione. Un elettricista di 26 anni, senza lavoro, ha ricevuto una proposta per un lavoro a Coventry, in Inghilterra, si legge sul Financial Times. "Mi ha fatto sentire come se venissi buttato fuori dal mio stesso paese", ha detto il giovane. Un altro disoccupato ha ricevuto una lettera con i dettagli di un lavoro come conducente di un autobus a Malta. La paga, spiegava il governo nella missiva, è di 250 euro alla settimana ma si gode "il clima Mediterraneo".

L'opposizione ha accusato il governo di star promuovendo un vero e proprio programma di "emigrazione forzata" che hanno soprannominato la 'Dispersione' (The Scattering), nome che, in inglese, fa eco a 'Raccolta' (The Gathering), il programma turistico che il governo ha messo in piedi per attrarre gli irlandesi della diaspora a visitare il paese.

Il governo si è difeso spiegando di non aver costretto nessuno dei destinatari delle lettere a lasciare il Paese ed indicando la diminuzione della disoccupazione come prova del successo delle politiche in atto. Eppure, per chi proviene da tre anni di tagli ed aumenti delle tasse da 28 miliardi, è un messaggio molto amaro. La situazione è migliorata negli ultimi tempi, toccando a novembre il livello di disoccupazione più basso dall'inizio della crisi (12. 5). Fra i giovani, però, il problema rimane: uno su quattro, infatti, non ha lavoro.

D'altronde sono gli stessi cittadini a pensare spesso alla soluzione suggerita dal governo: soltanto l'anno scorso hanno lasciato il paese più di 75mila irlandesi, fenomeno che sta avendo ripercussioni impreviste per il governo, secondo alcuni. Ma non è in cerca di lavoro che gli irlandesi emigrano. Secondo uno studio della University College Cork (Ucc), almeno metà della gente che è partita ha lasciato lavori a tempo pieno e solamente un quarto è andata in cerca di fortuna. Molti dei migranti poi hanno un ottimo livello d'istruzione. Metà dei dottori irlandesi, ad esempio, già opera all'estero.

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