http://www.ilcambiamento.it I soldi pubblici per i diritti, la pace e l’ambiente. La contro-finanziaria di Sbilanciamoci E’ un appuntamento imperdibile quello con la contro-manovra finanziaria della Campagna Sbilanciamoci, alleanza di cui fanno parte 49 organizzazioni, parlamentari, sindacalisti e rappresentanti delle autonomie locali. E la Campagna ha presentato anche per questo 2013-2014 la sua “ricetta” per un paese che sia finalmente sostenibile ed equo. Il Cambiamento vi propone di sottoporre alla presidenza del Consiglio queste proposte, chiedendo le risposte che vi spettano. Ecco come. “Con una patrimoniale, una tassazione sui capitali scudati e un’imposta maggiore sulle transazioni finanziarie sarebbe possibile ricavare denaro per sperimentazione il reddito minimo garantito e avviare un piano del lavoro e di investimenti in istruzione e ricerca”. Le idee, è evidente, sono chiarissime. La manovra, per complessivi 26 miliardi, è all’insegna della giustizia sociale e va in tutt’altra direzione rispetto a quella segnata dall’attuale governo. Cambiare è possibile, basta volerlo.“Per andare in questa direzione proponiamo una patrimoniale, una tassazione sui capitali scudati, una più efficace tassazione delle transazioni finanziarie, il blocco delle grandi opere, il taglio delle spese militari, il taglio ai finanziamenti a scuola e sanità private e ai Centri di identificazione ed espulsione. E proponiamo di usare tali risorse per una sperimentazione sul reddito minimo garantito, per avviare un piano del lavoro, per gli investimenti nell’istruzione, nella ricerca, nella cultura, nelle politiche di assistenza e di inclusione sociale, nella tutela dell’ambiente e dei beni comuni, nella mobilità sostenibile, nel rilancio dell’edilizia popolare pubblica e nel sostegno alle forme di altraeconomia, dalla finanza etica ai distretti di economia solidale”.Il volto dell’Italia è oggi è cupo, disperato. “A settembre 2013 la disoccupazione in Italia ha superato il 12%, quella giovanile il 40% - dicono i promotori della campagna - Dopo anni di recessione, le indicazioni che arrivano dal governo sembrano a senso unico: dobbiamo continuare a stringere la cinghia e accettare i piani di austerità e i vincoli macroeconomici imposti dalla Troika e dall’Ue. Il mantra ripetuto quotidianamente è che non ci sono alternative: è l’Europa che ce lo chiede”. Ma l’Italia può, e deve, chiedere una radicale inversione di rotta. “Il paese è in ginocchio e le misure previste dal governo non sono solo devastanti dal punto di vista sociale, ma nocive anche da quello macroeconomico. E’ una risposta sbagliata a una diagnosi ancora più sbagliata. Non è vero che c’è un eccesso di welfare. Non è vero che la crisi è colpa delle finanze pubbliche. Non è vero che i Paesi del Sud Europa hanno le maggiori responsabilità. Non è vero che il rapporto debito/Pil è il parametro di riferimento da tenere sotto controllo. Non è vero che i piani di austerità funzionano per diminuire tale rapporto. L’austerità è il problema, non la soluzione. Eppure da parte dei burocrati europei, a metà 2013, nessun ripensamento, nessuna alternativa. Si continua ad applicare una teoria economica fallimentare con un’ostinazione che rasenta il fanatismo. Deve essere il gigantesco casinò finanziario che ci ha trascinato nella crisi a sottoporsi a rigide misure di austerità, non cittadini, lavoratrici e lavoratori che hanno già pagato, diverse volte, per una crisi nella quale non hanno alcuna responsabilità. Ma ammesso e non concesso che si vogliano accettare i vincoli e le imposizioni della Troika, non è comunque vero che “non ci sono i soldi”. Con la legge di stabilità il governo propone al Parlamento e al paese scelte precise su come allocare le risorse pubbliche, ovvero i soldi delle nostre tasse. Scelte che hanno impatti di enorme rilevanza sulle nostre vite. Dal 2001 la campagna Sbilanciamoci! mostra che decisioni radicalmente differenti sarebbero possibili, sia dal lato delle entrate, sia da quello delle uscite. Occorre prendere i soldi dove ci sono e impiegarli dove sono necessari. La nostra è una manovra che assume come priorità la lotta alle diseguaglianze. Una manovra che va in direzione diametralmente opposta a quella del governo, che garantisce enormi sconti sulle multe che devono pagare i gestori di slot-machine e propone una “valorizzazione” del patrimonio pubblico per fare quadrare i conti”. Di fronte a questa lucida analisi, è legittimo domandarsi: com’è possibile che i governi italiani, uno dopo l’altro, nessuno escluso, restino ostinatamente ciechi, sordi e muti? Allora Il Cambiamento lancia anche un’idea che ci può rendere militanti, oltre che spettatori. Scrivete al presidente del Consiglio, Enrico Letta, e sottoponetegli tutti i punti che la contro-finanziaria di Sbilanciamoci mette in evidenza. E chiedetegli perché l’Italia non può essere questa, ma deve essere per forza tutt’altra.
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