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Alice "La Recessione"


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Giovedì 14 Febbraio 2013

La recessione
di Pier Paolo Pasolini

Il genio visionario di Pier Paolo Pasolini ci raccontava, dal lontano 1974, gli anni che oggi abbiamo davanti. Con inaspettata precisione, e ineguagliata poesia

Tante le Cassandre che affollano questi anni difficili. Tanti, che hanno inascoltati chiesto una decrescita "felice" prima che fossimo costretti a quella infelice. Tanti che hanno avvisato, poi salutati come menagrami, complottisti, fantasiosi, chiacchieroni da tastiera.

Una, la grande Cassandra italiana, ci aveva raccontato i nostri anni molto prima che li vivessimo, molto prima che persino li pensassimo. Pier Paolo Pasolini. Che, incredibile a dirsi, ci ha descritto anche i tempi che dobbiamo ancora vedere. Nel 1974. Una poesia che è una fotografia impietosa del nostro futuro, dal nome amaro, La Recessione.

Rivedremo calzoni coi rattoppi

rossi tramonti sui borghi

vuoti di macchine

pieni di povera gente che sarà tornata da Torino o dalla Germania

I vecchi saranno padroni dei loro muretti come poltrone di senatori

e i bambini sapranno che la minestra è poca e che cosa significa un pezzo di pane

E la sera sarà più nera della fine del mondo e di notte sentiremmo i grilli o i tuoni

e forse qualche giovane tra quei pochi tornati al nido tirerà fuori un mandolino

L'aria saprà di stracci bagnati

tutto sarà lontano

treni e corriere passeranno ogni tanto come in un sogno

E città grandi come mondi saranno piene di gente che va a piedi

con i vestiti grigi

e dentro gli occhi una domanda che non è di soldi ma è solo d'amore

soltanto d'amore

Le piccole fabbriche sul più bello di un prato verde

nella curva di un fiume

nel cuore di un vecchio bosco di querce

crolleranno un poco per sera

muretto per muretto

lamiera per lamiera

E gli antichi palazzi

saranno come montagne di pietra

soli e chiusi com'erano una volta

E la sera sarà più nera della fine del mondo

e di notte sentiremmo i grilli o i tuoni

L'aria saprà di stracci bagnati

tutto sarà lontano

treni e corriere passeranno

ogni tanto come in un sogno

E i banditi avranno il viso di una volta

con i capelli corti sul collo

e gli occhi di loro madre pieni del nero delle notti di luna

e saranno armati solo di un coltello

Lo zoccolo del cavallo toccherà la terra leggero come una farfalla

e ricorderà ciò che è stato il silenzio il mondo

e ciò che sarà.

Pier Paolo Pasolini

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