http://crisis.blogosfere.it Dimissioni Ratzinger: il futuro Pietro II, e una grande Cassandra Ecco Pietro II, che scende nella sua piazza, d'improvviso deserta... Non è la prima volta che qui su Crisis celebriamo il ricordo di una delle più grandi Cassandre che abbia vantato il nostro Paese. L'abbiamo fatto con la sua poesia La Recessione, che dal lontano 1974 ci raccontava gli anni che sembrano arrivarci incontro, a noi suoi posteri. Pier Paolo Pasolini aveva scritto anche di un pomeriggio al Vaticano, davanti a San Pietro, e della sua improvvisa visione profetica di un Papa solo e morente. Pietro II lo chiamò, come il pontefice della famosa profezia. I tempi sono quelli del poeta, solo un po' più prossimi alla fine: cioè i tempi nostri, di borghesi e barbari. Il giorno è il 5 di Marzo. Per misteriosa elezione, ora lo scirocco toglie alla sera la crudezza della primavera ch'è una gioia del Nord, ma porta per le strade i primi calzoni bianchi. Mi si vanno seccando le rose dell'optalidon, che mi hanno tenuto in piedi durante la visione della mia povera Deposizione, davanti ai giudici. E passando davanti a San Pietro, all'inizio di una nuova primavera, che è la sua fine, il forte scrittore è uno sfinito zingaro visitato dalla poesia profetica. Ecco Pietro II, che scende sulla sua piazza, d'improvviso deserta, e nel trauma della ferita che gli traccia due solchi di sangue sul petto, si passa, sul petto, sulle vesti, le mani stupito di essere così solo, di dover morire. «Fui Papa - grida - per amore poetico di Cristo.» Nessuno lo capisce, né i borghesi né i barbari. L'età è la nostra, solo più prossima alla fine, ed è l'inizio della Nuova Preistoria.
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