http://www.rivoluzionecivile.it/ Antonio Ingroia risponde alle dieci domande di Amnesty Italia Carissimi amici di Amnesty Italia, vi ringrazio per questa vostra iniziativa, i cui temi sono di fondamentale importanza per il futuro del nostro Paese. Ho firmato con convinzione il vostro appello, e qui di seguito potete trovare le mie risposte alle 10 domande sul rispetto dei diritti umani, che sono fra le priorità del programma di Rivoluzione civile. 1. garantire la trasparenza delle forze di polizia e introdurre il reato di tortura La legalità deve essere rispettata sempre e da tutti. Introdurre sia meccanismi che agevolino la trasparenza nell’operato delle Forze dell’ordine sia il reato di tortura è necessario ed è anche nell’interesse di chi, con grande sacrificio, difende ogni giorno la legalità. 2. fermare il femminicidio e la violenza contro le donne In questi anni abbiamo assistito alla crescita di una devastante cultura sessista. Dobbiamo contrastare con ogni mezzo la violenza contro le donne sul piano della prevenzione, ma non basterà se non sapremo rivoluzionare i criteri culturali diventati egemoni in questi decenni. 3. proteggere i rifugiati, fermare lo sfruttamento e la criminalizzazione dei migranti e sospendere gli accordi con la Libia sul controllo dell’immigrazione Una delle colpe più gravi di cui si è macchiato il governo Berlusconi è l’accordo che concedeva alla Libia una licenza di uccidere purché tenesse gli immigrati lontano dalle nostre coste. Quegli accordi devono essere denunciati. La politica dei respingimenti va respinta una volta per tutte. 4. assicurare condizioni dignitose e rispettose dei diritti umani nelle carceri Se la civiltà di un Paese si vede dalle condizioni delle sue carceri il nostro è incivilissimo. Questa situazione è in buona parte conseguenza di alcune leggi sciagurate varate dai governi Berlusconi. Vanno radicalmente modificate, con la depenalizzazione di molti reati minori. 5. combattere l’omofobia e la transfobia e garantire tutti i diritti umani alle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate) Anche la lotta contro l’omofobia è una questione di ordine tanto culturale quanto penale. Noi siamo favorevoli all’introduzione di quelle aggravanti che la destra ha sempre bocciato, ma riteniamo che combattere l’omofobia voglia dire anche garantire ai gay e alle lesbiche la possibilità di sposarsi, adottare figli e accedere a tutti i diritti legali. 6. fermare la discriminazione, gli sgomberi forzati e la segregazione etnica dei rom I rom sono stati spesso un comodo capro espiatorio per la rabbia dei cittadini di fronte ad una condizione di insicurezza che era invece conseguenza di politiche sbagliate e fondi insufficienti per le Forze dell’ordine. Questa tendenza va invertita sia con fondi adeguati per la sicurezza sia puntando su modelli lungimiranti di assistenza. 7. creare un’istituzione nazionale indipendente per la protezione dei diritti umani E’ un’ipotesi senz’altro interessante, a patto che non si trasformi nell’ennesimo carrozzone costosissimo e utile solo a distribuire consulenze e prebende. È necessario valorizzare il ruolo delle associazioni e delle Organizzazioni non governative per garantire il rispetto dei diritti umani. 8. imporre alle multinazionali italiane il rispetto dei diritti umani In molti Paesi la globalizzazione ha comportato violazioni clamorose dei diritti umani, in particolare ai danni dei soggetti più deboli, primi fra tutti i bambini. Gli Stati dovrebbero usare tutti i mezzi a loro disposizione per fermare questo scempio. 9. lottare contro la pena di morte nel mondo e promuovere i diritti umani nei rapporti con gli altri stati Per chi, come Rivoluzione Civile, si considera partigiano della Costituzione adoperarsi per garantire il rispetto dei suoi princìpi in tutto il mondo è un dovere. E tra questi c’è il rifiuto della pena di morte e una concezione della condanna carceraria non vendicativa ma finalizzata alla risocializzazione. 10. garantire il controllo sul commercio delle armi favorendo l’adozione di un trattato internazionale Non solo sono d’accordo, ma credo che, oltre a favorire i trattati internazionali, si debba vigilare sul commercio di armi da parte delle industrie italiane con la stessa severità con cui si fronteggia la criminalità organizzata.
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