Originale: Michael Robert’s Blog La disuguaglianza della ricchezza globale L’un per cento al vertice possiede il 41% della ricchezza globale; il 10% al vertice ne possiede l’86%; la metà in basso possiede solo l’1% della ricchezza globale. Il solo 8,4% dei cinque miliardi di adulti del mondo possiede l’83,4% di tutta la ricchezza delle famiglie (cioè proprietà e attività finanziarie, come azioni, titoli e liquidità in banca). Circa 393 milioni di persone hanno un patrimonio netto (cioè ricchezza al netto di tutti i debiti) superiore a 100.000 dollari, il che significa che il 10% della popolazione possiede l’86% di tutta la ricchezza delle famiglie! Ma 100.000 dollari possono non sembrare una gran cifra se si possiede una casa in un qualsiasi paese del G7 senza un mutuo in corso. Perciò molti milioni di persone in Gran Bretagna e negli Stati Uniti sono tra il 10% dei detentori della ricchezza globale. Questo dimostra quanto poco hanno due terzi degli adulti del mondo: sotto i 10.000 dollari di ricchezza netta ciascuno, e molti non hanno nulla del tutto. Non si tratta di reddito annuo, ma solo di patrimonio; in altre parole 3,2 miliardi di adulti non possiedono virtualmente nulla. Nell’altro estremo dello spettro, solo 32 milioni di persone possiedono 98 trilioni di dollari di ricchezza, cioè il 41% di tutta la ricchezza della famiglie ovvero più di un milione di dollari ciascuno. E solo 98.700 persone con “un patrimonio ultra-elevato” possiedono più di 50 milioni di dollari ciascuno e, di questi, 33.900 hanno un patrimonio superiore a 100 milioni di dollari ciascuno. Metà di questi super-ricchi risiede negli Stati Uniti. Tutto questo è contenuto in un nuovo rapporto sulla ricchezza globale pubblicato dalla banca Credit Suisse e redatto dai professori Anthony Shorrocks e Jim Davie (vedere il testo su global wealth report e sul wealth database). I professori hanno scoperto che la ricchezza globale ha raggiunto un nuovo massimo epocale di 241 trilioni di dollari, in crescita del 4,9% rispetto all’anno scorso, con gli USA che costituiscono la maggior parte della crescita. La ricchezza media ha raggiunto un nuovo picco di 51.600 dollari per adulto, ma la distribuzione di tale ricchezza è enormemente disuguale. In un certo senso non c’è nulla di nuovo in questo rapporto perché Tony Shorrocks è stato in precedenza autori di un rapporto dell’ONU nel 2010 (vedere il mio post http://thenextrecession.wordpress.com/2010/01/10/20/) che rilevava virtualmente la stessa disuguaglianza di ricchezza. Anche Branko Milanovic ha trovato dati simili in vari studi della Banca Mondiale. Ma quello che è pure interessante è che il professor Shorrocks rileva che c’è scarsa o nulla mobilità sociale generazionale tra i ricchi e i poveri: l’87% delle persone resta ricco o povero, difficilmente spostandosi in su o in giù nella piramide della ricchezza. Questa disuguaglianza si riflette in ogni paese (vedere ‘distribuzione della ricchezza nel Regno Unito’). Nel Regno Unito la ricchezza totale aggregata (compresa la ricchezza da pensioni private ma esclusa la ricchezza da pensioni statali) di tutti i proprietari privati di case è stata di 10,3 trilioni di sterline. E il 10% più ricco delle famiglie è stato 4,4 volte più ricco del 50% delle famiglie in fondo alla scala messe insieme. Il 20% più ricco delle famiglie possiede il 62% della ricchezza aggregata delle famiglie. Inoltre, secondo il rapporto del Credit Suisse, il “sogno americano” o l’idea inglese della salita dalla gavetta sono un mito. Due terzi degli adulti statunitensi si trova nello stesso decile di ricchezza dei propri genitori. Anche globalmente “mentre alcuni individui in effetti altalenano enormemente tra stracci e ricchezze, molti restano per tutta la vita nella stessa fascia di ricchezza di quelli della propria età. Dividendo la popolazione in quintili di ricchezza, circa metà della popolazione resta nello stesso quintile dopo dieci anni e stimiamo che almeno un terzo rimarrebbe nello stesso quintile dopo trent’anni”. La ricchezza globale è proiettata in crescita di quasi il 40% nei prossimi cinque anni, raggiungendo 334 trilioni di dollari entro il 2018. I mercati emergenti saranno responsabili del 29% della crescita, anche se rappresentano soltanto il 21% della ricchezza attuale, mentre la Cina rappresenterà quasi il 50% dell’incremento della ricchezza nelle economie emergenti. La ricchezza sarà spinta principalmente dalla crescita del segmento medio, ma anche il numero dei milionari crescerà marcatamente nei prossimi cinque anni. Tutte le società classiste hanno generato estremi di disuguaglianza di ricchezza e di reddito. E’ questa la realtà dell’usurpazione da parte di una ricca élite (che si tratti di latifondisti feudali o signori della guerra asiatici, caste religiose inca o egiziane, proprietari romani di schiavi, eccetera) del controllo del surplus prodotto dal lavoro. Ma le società classiste del passato consideravano questo normale e “voluto da Dio”. Il capitalismo, d’altro canto, parla di liberi mercati, scambi tra pari e parità di opportunità. Ma la realtà non è diversa dalle società classiste del passato.
Da Z Net Lo spirito della resistenza è vivo www.znetitaly.org Fonte: http://www.zcommunications.org/global-wealth-inequality-top-1-own-41-top-10-own-86-bottom-half-own-just-1-by-michael-roberts.html
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