Originale: Other News
http://znetitaly.altervista.org
17 settembre 2013

Ritorno all’era vittoriana
di Roberto Savio
Traduzione di Giuseppe Volpe

Un recente rapporto del Centro di Analisi sull’Esclusione Sociale della London School of Economics ha recentemente attirato l’attenzione sul fatto che, con l’attuale percentuale di disuguaglianza, entro il 2025 il Regno Unito sarà tornato alla società disuguale della fine del diciannovesimo secolo. In altre parole stiamo tornando ai tempi della regina Vittoria!

Nel 2010 i redditi dei massimi dirigenti delle cento imprese più grandi del Regno Unito sono aumentati del 49%, mentre l’aumento delle paghe medie è stato del solo 2,7%. Secondo un rapporto dell’Autorità Bancaria Europea nel 2010 e nel 2011 2.436 banchieri britannici hanno guadagnato più di un milione di euro l’anno, rispetto ai 162 della Francia e ai 36 dell’Olanda. Quasi il 50% dei finanziamenti del Partito Conservatore britannico proviene dal settore finanziario. Nessuna meraviglia che il primo ministro britannico David Cameron sia obbligato a scegliere la City anziché l’Europa.  

La tendenza mondiale è la stessa. In Cina ci sono 1,3 milioni di milionari. Nel suo ultimo rapporto, Forbes, la rivista dei ricchi, informa gioiosamente i suoi lettori che la Lista dei Miliardari di Forbes del 2013 ora vanta 1.426 nomi – di cui 122 in Cina – con un patrimonio netto complessivo di 5,4 trilioni di dollari, in crescita da 4,6 trilioni di dollari. “Abbiamo identificato 210 nuove fortune a dieci cifre”, afferma.

Ciò che questo significa è che la ricchezza complessiva dei miliardari di Forbes è oggi maggiore di quella del bilancio statunitense, che è di 3,8 trilioni di dollari per quest’anno; in realtà il bilancio degli Stati Uniti è stato superato tre anni fa. E se prendiamo soltanto i dieci miliardari in cima alla lista di Forbes, detengono insieme una cifra pari a 451,5 miliardi di dollari.

In altre parole, se riempissimo un aereo da trecento posti con le trecento persone più ricche del mondo la loro ricchezza supererebbe la ricchezza complessiva di tre miliardi di persone; quasi metà del genere umano.

I premi Nobel Paul Krugman e Joseph Stigliz hanno scritto diffusamente su come l’ingiustizia sociale blocchi lo sviluppo e crei crisi economiche e Krugman ha documentato come sia stato un aumento della disuguaglianza ad accompagnare le crisi del 1929 e del 2008. Negli anni ’30 furono fatti grandi passi per contrastare la disuguaglianza e i poteri forti.

Nel mondo di oggi questa dovrebbe essere la nostra riflessione principale (una riflessione cui non si è dedicato il presidente Barack Obama). Dovremmo non dimenticare che nell’era di Charles Dickens, Karl Marx scriveva a proposito dello sfruttamento dei bambini nelle miniere britanniche.

Nel 1848 l’Europa fu scossa da una serie di convulsioni sociali causate dall’estremo sfruttamento dei lavoratori da parte dei capitalisti emersi dalla rivoluzione industriale. Dopo la loro repressione furono creati i sindacati e nacque un movimento politico progressista.

Marx diede una cornice politica all’ondata in corso. E quando la rivoluzione russa (fallita) del 1905 fu seguita dalla riuscita rivoluzione sovietica del 1917 nacque una minaccia al capitalismo.

Nel periodo tra le due guerre mondiali furono compiuti dovunque sforzi per evitare di seguire la via della Russia. I sindacati divennero legali e parte del sistema, la sinistra fece il suo ingresso in Parlamento, e ci furono numerose iniziative per conciliare le rivendicazioni del popolo. Nessun partito di destra al potere neppure tentò di ridurre le conquiste sociali, al massimo le rallentò.

La seconda guerra mondiale cambiò spettacolarmente lo scenario globale, gettando i semi della Guerra Fredda. Dopo la creazione del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale nel 1944 come guardiani del sistema monetario globale, furono create le Nazioni Unite nel 1945 nel nome dell’amministrazione mondiale.

I valori dell’amministrazione mondiale ebbero un forte contesto sociale, contenuto anche in costituzioni nazionali: giustizia sociale, uguaglianza, partecipazione, diritti dei lavoratori, diritti umani, avanzamento delle donne, istruzione per tutti e l’elenco continua. Ma facciamo una pausa per un secondo: sarebbe possibile adottare oggi la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo o l’attuale Carta delle Nazioni Unite? E ottenere che gli Stati Uniti s’impegnino a pagare il 25% dei costi?

Con il crollo del Muro di Berlino è stato creato un nuovo mondo. Il capitalismo, non l’occidente, è stato il vincitore. E la globalizzazione intesa come libertà totale per i capitali e gli investimenti (non per le merci e le persone) avrebbe dovuto portare ricchezza grazie alla teoria delle ricadute dall’alto.

Qui ho reso omaggio ai principi del giornalismo moderno per dire in poche parole ciò che andrebbe detto in un’analisi più lunga e meglio documentata. Ma è stato scritto così tanto sui paradisi fiscali e l’evasione fiscale che, si spera, non sono necessarie statistiche qui; basti ricordare che i paradisi fiscali ospitano 32 trilioni di dollari. L’Associazione Bancaria Statunitense ha riconosciuto di aver speso ottocento milioni di dollari l’anno scorso contro la legge di riforma della finanza Dodd-Frank (Legge Dodd-Frank di riforma di Wall Street e di Protezione dei Consumatori) approvata più di tre anni fa.

La legge, approvata al picco della crisi delle banche, ha suscitato un vasto consenso sulla necessità di introdurre regolamenti, ma esso è ormai svanito. Il sistema finanziario ha adottato il proverbio asiatico: quando c’è una forte tempesta, stenditi a terra e aspetta fino a quando è passata. Così oggi, dopo tre anni, delle 398 norme della legge Dodd-Frank, 240 (il 60%) non sono state attuate.

Il presidente Obama ha sollecitato una conclusione rapida. Ma sinora Obama ha incontrato i regolatori soltanto una volta ed è stato a metà del 2011.

Dunque la vera domanda è: in una società profondamente ingiusta la democrazia funziona? O diventa soltanto un meccanismo formale per soddisfare quelli che sono dentro il sistema e ignorare gli esclusi? Quei trecento seduti sull’aereo dell’estrema ricchezza hanno la stessa visione del mondo dei tre miliardi di poveri lasciati a terra? E in caso negativo, la visione del mondo di questi ultimi conta quanto quella dei trecento sull’aereo?

Perché sappiamo bene che nell’era vittoriana le persone non erano uguali in quel tipo di democrazia … E sappiamo tutti quanto sangue e sofferenze ci sono voluti per portare il mondo al periodo di espansione mirante all’armonia sociale che abbiamo avuto fino al 1989. Ma avete sentito porsi queste domande gli Obama, le Merkel, i Cameron, i Rajoy o chiunque altro su questo ritorno al passato?

Senza dimenticare il caso di Silvio Berlusconi, il miliardario italiano che ha creato e fondato il suo partito personale, è stato primo ministro per la maggior parte di un ventennio, è stato giudicato colpevole di frode contro lo stato e ora tiene in piedi il governo italiano. Fa parte della democrazia di oggi, ma questa è una democrazia vera?


Roberto Savio è fondatore e presidente emerito dell’agenzia giornalistica Inter Press Service (IPS) ed editore di Other News.


Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte:  http://www.zcommunications.org/sliding-back-to-a-victorian-age-by-roberto-savio.html

Originale: Other News

Traduzione di Giuseppe Volpe

top