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Le proteste contro la corruzione bloccano il parlamento A Sofia nuove manifestazioni contro il governo hanno bloccato i lavori del parlamento bulgaro il 23 luglio. Migliaia di persone si sono riunite all’ingresso del palazzo, mentre era in corso una seduta per discutere dei tagli al bilancio. Quando i parlamentari hanno provato a uscire dall’edificio a bordo di una navetta, sono scoppiati scontri tra polizia e manifestanti che hanno provocato numerosi feriti. La navetta è stata costretta a tornare indietro, i parlamentari sono riusciti a uscire solo all’alba scortati dalla polizia. “Per quaranta giorni abbiamo protestato in maniera pacifica, ma non ci hanno ascoltato, è arrivato il momento di fare qualcosa di più radicale”, ha detto un manifestante a Euronews. La sessione del parlamento del 24 luglio è stata annullata. I motivi della protesta. Le proteste vanno avanti da 40 giorni nel paese, i manifestanti chiedono che il primo ministro Plamen Oresharski si dimetta e che siano prese delle misure contro la corruzione. In Bulgaria, il paese più povero dell’Unione europea, l’attuale governo di coalizione ha preso il potere dopo le elezioni di maggio, che erano state precedute da mesi di proteste. Le nuove proteste sono cominciate sei settimane fa quando un potente imprenditore, Delyan Peevski, è stato messo a capo dell’agenzia per la sicurezza. Per i manifestanti questo è un esempio del potere e dell’influenza degli “oligarchi” sulla politica del paese. La nomina è stata revocata, ma le proteste non si sono fermate. Il primo ministro Plamen Oresharski si è rifutato di dimettersi, perché secondo lui questa mossa approfondirebbe la crisi. Il 23 luglio il commissario per la giustizia dell’Unione europea Viviane Reding, in visita nel paese, ha espresso il suo sostegno alle proteste contro la corruzione.
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