Souah dell’associazione tunisina delle donne democratiche. La nostra associazione esiste dal 1989 (1), è sempre stata presente nelle lotte delle donne soprattutto a livello della violenza, da circa vent’anni abbiamo un centro d’ascolto e di valutazione giuridica per le donne vittime di violenza. Siamo anche presenti a livello di lobbying legislativa e giurisprudenziale attraverso la nostra avvocatura, i documenti che abbiamo redatto, i progetti di legge che cerchiamo di far approvare. Dopo la rivoluzione sono emersi nuovi problemi, soprattutto con la crescita dell’islamismo integralista in Tunisia, che non era presente come oggi prima della rivoluzione, era quasi invisibile. Oggi le donne vengono aggredite e sono il primo obiettivo dell’islamismo integralista in Tunisia. Le aggressioni sono molte, dagli insulti agli stupri ecc …. Per contro non dobbiamo dimenticare che in Tunisia non abbiamo ancora una nuova costituzione, che è in corso d’opera, dunque i diritti delle donne non sono ancora pienamente garantiti. Nella vecchia costituzione si parla di complementarietà tra l’uomo e la donna, s’intende perciò la donna complementare all’uomo e non si parla di eguaglianza di genere. A livello di nazionalità, a livello di eredità, a livello dell’aborto e quant’altro, tutto rimane sospeso e incerto. Già prima della rivoluzione parlavamo di sviluppare le acquisizioni, perché le donne tunisine godono diritti che le altre donne arabe in Egitto, Libia o Algeria non hanno. La Tunisia è sempre stata una sorta di eccezione nel mondo arabo per quanto riguarda i diritti delle donne, per questo il nostro obiettivo era di sviluppare questi diritti, ma oggi la maggioranza dei deputati eletti all’Assemblea Nazionale sono contro la CEDAW (2) (Convenzione per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne), sono contro le donne e insultano le donne anche in seno all’Assemblea Costituente, il ministro delle donne minimizza la violenza, nonostante ci sia un crescendo di violenza inimmaginabile. Oggi i leader politici del partito islamista, che sono anche ministri o duputati e che hanno responsabilità legislative e di governo, dichiarano pubblicamente che l’escissione del clitoride delle donne (3) è un’operazione estetica, oppure sostengono che lo stupro di una giovane è solo colpa sua, trasformando quindi la vittima nell’accusata. Questa tendenza ideologica degli islamisti, legittima e banalizza la violenza sulle donne, facendo fare tragici passi indietro alla Tunisia rispetto a prima della rivoluzione. Per quanto riguarda Amina delle Femen, come associazione noi sosteniamo il suo diritto alla libertà di espressione, sosteniamo il principio in generale, voglio dire che non è pensabile condannare una giovane perché si è espressa in una certa maniera. Non dobbiamo dimenticare che ha 19 anni e che ha subito pressioni feroci, qualcuno ha dichiarato di volerla lapidare a morte, non è facile per lei, ma adesso rimane in casa con la sua famiglia, non è vero che sia stata mandata in manicomio, i genitori non sono degli islamisti e la proteggono. Non voglio entrare nel dettaglio di questa storia, anch’io ho una giovane figlia, e capisco la gravità della situazione perchè è la vita di questa giovane che è in gioco. Noi come associazione non siamo in contatto con Femen che è un movimento femminista globale, ma io penso che non dobbiamo dimenticare che dietro questa storia c’è una giovane che è stata minacciata di morte, domani potrebbe essere aggredita per strada, ed è questo che dobbiamo tenere in mente, la gravità del problema. Note: 1) http://femmesdemocrates.org/ 3) http://it.wikipedia.org/wiki/Escissione
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