Quds Press Netanyahu decide di sospendere il piano “Prawer” Nazareth - Fonti dei media israeliani hanno rivelato che il premier Benjamin Netanyahu ha approvato nella serata di giovedì 12 dicembre la sospensione della legge “Prawer”, la quale avrebbe previsto la confisca di più di 860 mila dunum dalle terre arabe del Negev, la deportazione di circa 70 mila beduini palestinesi e la distruzione di decine di villaggi arabi, allo scopo di costruire al loro posto nuovi insediamenti. Ha ordinato che il dibattito parlamentare sulla legge venisse sospeso e che prendessero via i lavori per regolamentare la presenza dei beduini nel Negev. S’è giunti a ciò in risposta ad un piano proposto dal nuovo assetto politico. Benny Begin, ex ministro incaricato di delineare il piano Prawer, ha auspicato che il premier israeliano “ponga fine nella Knesset al dibattito sulla legge, dopo giorni in cui le decisioni prese in merito avevano diviso la coalizione di governo”, e ricordato che i palestinesi che abitano le terre occupate nel 1948 vi si erano opposti organizzando decine di manifestazioni in ogni zona della Palestina. Alcuni membri della coalizione di governo, con in testa il ministro dell’Interno Avigdor Liebermann, il capo della coalizione Yareet Yalin ed altri membri della destra, avevano chiesto la sospensione della legge poichè “avrebbe dato ai beduini ciò che essi non meritano, dunque non è più necessario risarcirli per le terre che il governo israeliano avrebbe loro preso”. Il piano “Prawer” è una legge approvata dalla Knesset lo scorso 24 giugno e proposta nel 2011 dall’ex ministro per la Pianificazione territoriale Ehud Prawer, per deportare gli abitanti di decine di villaggi del deserto del Negev e raggrupparli nei cosiddetti “comuni di concentramento”. Dal canto suo il Centro palestinese per i diritti “Adala” ha considerato tale evento “un risultato fondamentale nella storia della comunità palestinese in Israele, dal momento che con impegno e dedizione s’è portata avanti un’azione di massa sostenuta a livello internazionale da un lavoro di ricerca al quale associazioni, gruppi e movimenti giovanili hanno armoniosamente preso parte perchè venisse preservato il diritto di 70 mila persone del Negev ad una vita libera e dignitosa nelle proprie terre e nei propri villaggi”. In un comunicato stampa diffuso venerdì 13 dicembre il centro ha affermato che “l’abolizione del piano Prawer è un risultato della comunità palestinese in Israele ed uno stimolo a continuare a lavorare, con impegno e dedizione, per lottare ed impedire iniziative e piani simili a quello Prawer. Uno di questi è proprio il progetto relativo al villaggio di Atir-Umm al-Hayran, che Israele intende distruggere per creare il nuovo insediamento di Umm al-Hayran e dei pascoli per il bestiame.” Ha infine ricordato che le proprietà dei palestinesi del Negev sono riconosciute, ma non i loro villaggi, e l’erogazione dei servizi, le fognature e condizioni di vita dignitose sono invece loro proibite. “Noi siamo impegnati, a fianco di istituzioni amiche, locali ed internazionali, in una lotta per far si che tali diritti vengano ottenuti”.
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