Movimento Nonviolento
Verona, 27 giugno 2013

La Ipocrita Mozione F35 e i Pericolosi Giochi di Parole

L'aspetto positivo è che la mobilitazione, sollecitata da Rete Italiana

Disarmo e dalla campagna “taglia le ali alle armi”, ha costretto il

Parlamento ad affrontare pubblicamente la spinosa questione degli F35. I

partiti di maggioranza ne avrebbero fatto volentieri a meno,

nascondendosi dietro a scelte già fatte nel passato. Ma la mozione

presentata dall'intergruppo parlamentare per la pace e il disarmo (primo

firmatario il deputato Giulio Marcon) chiedeva una chiara scelta di

campo: sì o no all'abolizione dell’intero progetto Joint Strike Fighter.

La maggioranza dei parlamentari, lasciati liberi in coscienza, avrebbe

votato a favore. Ma le lobbies militari, potenti e trasversali, si sono

messe all'opera, e in poche ore hanno fatto pressione sui vertici  di Pd

e Pdl e sugli ambienti governativi, ottenendo il classico risultato

nella peggiore tradizione politica: decidere di non decidere.

La mozione di maggiornaza (presentata dai capigruppo Pd, Pdl, Scelta

Civica e Centro Democratico) rinvia di 6 mesi la scelta sugli F35.

Affida alle commissioni un'indagine conoscitiva e ribadisce l'ovvietà

che il governo non potrà decidere nuovi programmi senza un nuovo voto di

merito delle Camere.

Il trucco c'è e si vede.

“Quando in Italia non si vuole decidere – ha detto Mao Valpiana,

Presidente del Movimento Nonviolento - si forma una nuova commissione

per approfondire. L'indagine conoscitiva sui veri costi e i difetti

degli F35 l'ha già fatta in questi ultimi quattro anni la Rete Italiana

Disarmo, supplendo alle negligenze e alle omertà dei vari governi, e del

Ministero della Difesa, che hanno sempre tentato di nascondere cifre e

verità. Le schede sugli F35 della campagna “Taglia le ali alle armi”

sono a disposizione di chiunque le voglia utilizzare, deputati compresi”.

Ci auguriamo che nei prossimi mesi le commissioni difesa di Camera e

Senato facciano il loro lavoro avvalendosi non solo delle consulenze di

fonte militare,  ma sentendo anche il parere competente della Rete

Italiana Disarmo, tramite il suo coordinatore Francesco Vignarca, e la

professionalità dei suoi ricercatori.

“I 378 deputati che hanno votato contro la mozione di Sel e M5s che

chiedeva l'annullamento dell'acquisto degli F35 – sottolinea

Massimiliano Pilati, rappresentante del Movimento  Nonviolento in Rete

Italiana Disarmo -  forse l'hanno fatto in piena ignoranza, non sapendo

che i caccibombardieri a capacità nucleare sono di per sé strumenti

anticostituzionali”.

“Il nostro paese – aggiunge Pasquale Pugliese, segretario nazionale del

Movimento Nonviolento - 'ospita' 70 bombe atomiche statunitensi B-61 (20

nella base di Ghedi a Brescia e 50 nella base di Aviano a Pordenone) che

si stanno ammodernando, al costo di 10 miliardi di dollari, in testate

nucleari adatte al trasporto sui nuovi 90 cacciabombardieri F35, il cui

costo di acquisto si attesta sui 14 miliardi di euro, mentre l’intero

progetto Joint Strike Fighter supererà i 50 miliardi di euro. Se si

fossero documentati leggendo i materiali messi a disposizione

gratuitamente dalla Rete Italiana Disarmo, i deputati l'avrebbero saputo

e avrebbero potuto dare un voto cosciente ed in coscienza”.

Davanti a scelte così drammatiche, che investono il futuro di tutti noi,

autorevoli esponenti politici hanno preferito giocare con le parole. Il

capogruppo Pdl Renato Brunetta si è aggrappato agli aggettivi. Il testo

approvato chiede “al governo di non procedere con nessun 'ulteriore'

passo verso l'acquisto di F35”, il che significherebbe aver fatto salvi

i passi fatti finora, cioè l'impegno per l'intero progetto  Joint Strike

Fighter, mentre il capogruppo Pd Roberto Speranza interpreta la lettera

dicendo che ci si riferisce solo ai passi fatti per l'acquisto dei tre

F35 già pagati.... dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur  (mentre a

Roma si discute, Sagunto viene espugnata...).

Ma c'è di peggio. Il Ministro con l'elemetto, Mario Mauro,  fa lo

spiritoso con le assonanze: “per amare la pace, bisogna armare la pace”.

La logica e l'esperienza storica dicono un'altra cosa. “Se armi la pace,

ami la guerra”. Ieri il Ministro aveva detto che gli F35 sono

intoccabili, minacciando altrimenti una crisi di governo. Oggi si

appella alla comune difesa europea e al ruolo dell'Italia nelle missioni

internazionali. Forse non sa che molti partner europei stanno rinviando,

ridimensionando o rinunciando al progetto caccia F35.

“Il nostro obiettivo – concludono Valpiana e Pugliese - resta quello

della rinuncia totale agli F35 per investire quel denaro in opere di

difesa sociale e costruzione della pace. Non è stato sconfitto, ma solo

rinviato. La campagna disarmista e nonviolenta prosegue, e si rafforzerà

nei prossimi 6 mesi”.

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