Fonte: http://espresso.repubblica.it F35, anche il Pentagono è stufo Il generale americano che dovrebbe dare il via libero all'acquisto dei super caccia avverte: «I costi del programma stanno salendo troppo e ci sono problemi tecnici». Di fronte alla crescita dei costi e dei problemi tecnici dell'F35 anche i generali perdono le staffe. E non un generale qualunque, ma l'ufficiale americano responsabile di tutto il programma del supercaccia. Christopher Bogdan ha usato parole durissime contro le due industrie che stanno costruendo l'aereo più costoso della storia recente, la Lockheed Martin e la Pratt & Whitney. E senza mezzi termini ha «sparato una cannonata di avvertimento» alle due compagnie. Il segno dell'insofferenza crescente nei piani alti del Pentagono per le difficoltà che stanno segnando lo sviluppo del velivolo, di cui l'Italia intende acquistare novanta esemplari per un costo complessivo superiore ai 12 miliardi di euro. Più volte nelle scorse settimane tutti i velivoli sono stati bloccati a terra per la comparsa di guai. Mentre i preventivi di spesa per i jet sono decollati vertiginosamente, con il rischio di finire fuori controllo. Il generale Bogdan ha manifestato tutta la sua insoddisfazione durante una visita in Australia, uno dei paesi che avevano aderito al programma F35 ma adesso sembrano prossimi a uscirne. «Vedo Lockheed Martin e Pratt & Whitney agire come se fossero pronte a vendermi l'ultimissima messa a punto dell'aereo e del motore. Stanno solo cercando di spremere ogni centesimo». Per questo è necessario «un colpo di avvertimento» alle due industrie: «Sono abbastanza frustato per i risultati reali, servono azioni concrete per ridurre i costi di questo aereo. Ho parlato con i vertici delle due compagnie diverse volte in questi giorni. Mi hanno assicurato di avere compreso il mio messaggio, mi hanno garantito che si concentreranno per avere relazioni migliori e mettere in riga i costi del programma sul lungo periodo.Vedremo cosa accadrà». Il generale ha la responsabilità del programma non solo davanti al Pentagono ma anche di fronte ai partner internazionali, primi fra i quali la Gran Bretagna e l'Italia. E ha parlato della necessità di trasparenza da parte delle industrie americane nei confronti delle nazioni impegnate nel progetto. «Per noi negli Stati Uniti un paio di miliardi di dollari qui o là non fanno grande differenza. Ma se andate in un paese come la Norvegia, l'Olanda o il Canada, allora questi miliardi di dollari diventano un grande problema».
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