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17 gennaio 2012

Wikipedia, 24 ore di sciopero
contro norme antipirateria Usa

L'enciclopedia online aderisce alla protesta contro i provvedimenti in discussione al Congresso Usa e invita social network e motori di ricerca a fare altrettanto. Google annuncia presa di posizione sull'homepage e dà indicazioni su come partecipare al blackout senza compromettere la visibilità dei siti. Le nuove regole considerate un attacco alla libertà di espressione

NEW YORK - Wikipedia protesta contro le norme antipirateria in discussione al Congresso Usa con 24 ore di blackout. E il cofondatore dell'enciclopedia online, Jimmy Wales, chiede ai social network come Twitter e Facebook e ai motori di ricerca come Google di unirsi all'iniziativa contro le misure mirate a tutelare il copyright sul web, da tanti considerate un attacco alla libertà di espressione. "Attenzione studenti. Fate i vostri compiti presto. Wikipedia protesterà domani contro una cattiva legge" afferma Wales su Twitter. Wikipedia non funzionerà a partire dalla mezzanotte di oggi sulla costa orientale degli Stati Uniti (le 6 di domani in Italia) e riguarderà la sola versione inglese. Chi tenterà di accedervi sarà rimandato all'homepage, dove saranno pubblicate informazioni riguardanti la Stopping Online Privacy Act (Sopa). Il blocco, secondo alcune stime, coinvolgerà 100 milioni di persone.

Pur non aderendo allo "sciopero", Google ha annunciato che domani in coincidenza con l'"oscuramento" Wikipedia renderà pubblica sulla sua homepage la sua posizione: "Come molte altre aziende, imprenditori e utenti del web, ci opponiamo a questi disegni di legge perché ci sono altri modi intelligenti e mirati di chiudere i siti esteri non autorizzati senza chiedere alle società americane di censurare Internet. Domani ci uniremo a molte altre web company e metteremo in rilievo il tema sulla nostra homepage Usa", recita il comunicato. Inoltre, Google dà indicazioni tecniche ai siti che vogliano aderire al blackout per farlo senza mettere a rischio la propria posizione nel motore di ricerca.

Le norme all'esame del Congresso americano sono frutto di anni di lobbying da parte delle case discografiche e degli studi cinematografici, e di fatto trasferiscono la responsabilità di combattere la pirateria informatica dalle agenzie governative ai provider, il che secondo i critici rischierebbe di avere effetti negativi sui contenuti di numerosi siti e in generale sulla libertà di espressione.

Tra i critici del Sopa lo stesso presidente Barack Obama, che ha dichiarato di non voler sostenere "leggi che restringano la libertà di espressione o minimo lo sviluppo dell'innovazione globale di internet". Una posizione contestata apertamente da Rupert Murdoch 4, secondo il quale il capo della Casa Bianca si è in questo modo schierato "con i pirati della Silicon Valley".

Malgrado il fronte della protesta sia sempre più ampio, né Facebook né Twitter sembrano al momento disposti ad unirsi alla crociata e l'ad di Twitter, Dick Costolo, ha definito "sciocca" l'iniziativa lanciata da Wales di "chiudere un business globale in risposta a una legge locale". Salvo poi garantire che lo spazio di Twitter sarà attento alla vicenda: "Siamo molto attivi e rimarremo molto attivi" 5. Va comunque ricordato che la maggior parte dei provider che dovrebbero applicare le nuove regole ha sede negli Stati Uniti.

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