(John C. Dvorak, “Ecco l’Internet nazionale”, dal blog “Pcmag”, ripreso da “Megachip” il 2 febbraio 2012). http://www.libreidee.org
Web nazionale: preparatevi, fra poco oscureranno Internet Ho sentito parlare per la prima volta del concetto di Internet nazionale più di un decennio fa, durante una visita alla sede della Internet Corporation for Assigned Names e Numbers (Icann) dove si parlava delle minacce a Internet. Era evidente allora, ed è evidente oggi che la maggior parte dei paesi, compresi gli Stati Uniti, avrebbero alla fine spento il “World Wide” Web per utilizzare invece le tecnologie che la comunità Internet ha sviluppato per proteggersi da esso. Ciò risolverebbe gli infiniti problemi politici che il Web provoca in quasi tutti i paesi. Di nuovo, mi trovo qui ad includere gli Stati Uniti in questo movimento, dato che noi, come paese, stiamo ovviamente cercando di limitare e di controllare Internet. Tutto quello che dovete fare è guardare lo scandaloso sostegno del Congresso alla onerosa legge denominata Stop Online Piracy Act (Sopa). Come recentemente riferito, in Iran si sta apertamente parlando di un Internet nazionale senza possibilità di accesso al mondo esterno. Il regime sta talmente perdendo la testa sul fatto che la gente possa effettivamente utilizzare Internet per scoprire la verità sulla propria situazione, che sta imponendo l’obbligo a tutti gli Internet café di installare telecamere di sicurezza entro i prossimi 15 giorni, al fine di identificare tutti gli utenti. Secondo il “Wall Street Journal”, la maggior parte degli iraniani già pensano che i loro computer di casa siano controllati. La Bielorussia è un altro paese che si preoccupa fortemente della libera circolazione delle informazioni e che sta adottando l’idea di un Internet nazionale. Molti paesi, tra cui la Cina e l’Arabia Saudita, hanno filtri massicci che utilizzano per bloccare i siti indesiderati. Anche quelli avanzati come la Corea del Sud lo fanno. Come faccio a saperlo? Il mio stesso blog è bloccato da molti degli Isp della Corea del Sud, senza alcuna ragione. È incredibile quanti siti siano già stati bloccati in tutte le parti del mondo. Sarà sicuramente più facile impostare un controllo governativo e dare avvio a degli Internet nazionali. È troppo evidente. Naturalmente, ci saranno dei modi per navigare dentro e fuori le reti Internet nazionali, ma questi saranno appannaggio di funzionari del governo e di qualche hacker solitario che alla fine magari sarà anche arrestato. E, sì, succederà qui. Perché no? Chi mai se ne lamenterà? Sarete ancora in grado di comprare roba su Amazon e fare shopping online presso B&H. Potrete comunque leggere il “New York Times”. Alcuni operatori esteri, come il “Times” di Londra potrebbero essere autorizzati ad operare anche qui. La differenza sarà di certo minima. Quello che vi mancherà sarà qualche blog straniero, forse, ed altri siti apparentemente insignificanti. O così sembreranno. Nel caso, i siti di opposizione al governo verrebbero comunque spenti, senza alcun tipo di processo. Questo è lo spettacolo che sta per andare in scena. La succitata “Sopa” elimina il diritto al giusto processo nei casi di cancellazione di un sito. In futuro, tutti i siti saranno soggetti ad ordine di rimozione immediata. Potete contarci. Si può solo stare a guardare mentre questa tendenza prende piede con ben poca resistenza. Nessuno, soprattutto negli Stati Uniti, vuole affrontare le implicazioni politiche di tutto ciò. Abbiamo solo un’estrema fiducia nei nostri politici. Li votiamo per fare delle cose in base alle loro promesse elettorali e subito dopo li perdoniamo per non aver dato seguito alle promesse fatte. Questo non fa altro che incoraggiare e attrarre l’inganno. Provate a guardare ai prossimi anni come se l’idea di un internet nazionale che si sviluppa come strumento di soppressione dell’opposizione fosse invece presentata come una grande idea in fase di realizzazione. Sì, tutto questo vi sarà venduto come una grande nuova idea! Sarà la maniera per poterci proteggere da siti “alieni” che reclutano terroristi e produttori di bombe fatte in casa. Si potrà impedire ai siti pirata offshore di rovinare i nostri film e l’industria discografica. Si impedirà al circuito internazionale della pedopornografia di farsi strada nella nostra nazione. Si eviterà che al-Qa’ida dal Pakistan comunichi facilmente con le sue cellule terroristiche negli Stati Uniti, per evitare altri probabili 11 Settembre. È un evidente successo. Porterà anche altri vantaggi. Proteggerà la nazione dallo spionaggio cinese. Potrebbe prevenire la guerra cibernetica che tanto ci preoccupa. Se si tratta di un sistema chiuso, poi, ogni attacco dovrebbe avvenire dall’interno ed è quindi più facile da intercettare. Vi assicuro, potrei stare spiegarvi per dei giorni il motivo per cui questa è una grande idea. Vi posso anche assicurare che ci vorrà il minimo sforzo per convincere il Congresso e l’opinione pubblica della genialità di un Internet nazionale negli Stati Uniti. Poi, immaginate un po’ che cosa succederà dopo. Il controllo totale da parte del governo. Questo di certo non vi piacerà, ma sarà troppo tardi. Probabilmente è già ora troppo tardi. Stiamo a guardare come si evolve la situazione. Nel frattempo, godetevi la vostra “Età dell’Oro” digitale.
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