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Cyber-censura: i nemici di Internet reprimono la libertà d'informazione
Il 2011 verrà ricordato come un anno di violenza senza precedenti nei confronti dei cyber cittadini: in 5 sono stati uccisi mentre gli arresti sono stati ben 200, includendo i blogger, con un aumento del 30% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dal rapporto 2012 di Reporters sans frontieres (RSF) sui nemici di internet pubblicato ieri, 12 marzo, in occasione della Giornata mondiale contro la cyber-censura. Quest'ultima per RSF vuole essere un'occasione per rendere omaggio a coloro che rischiano la vita o la libertà per diffondere informazioni e denunciare gli atti di repressione. Dal filtro dei contenuti di siti e social network, alle azioni di disturbo di agenti infiltrati nei network; dalle leggi repressive dei governi, all'installazione illegale di software spia sui computer degli internet cafè, fino al divieto per giornalisti e cittadini di accedere in zone sensibili per impedire di documentare quanto accade in questi territori. Sono tanti gli abusi perpetrati ai danni della libertà di informazione. Problemi di accesso alla rete, filtraggi pesanti, propaganda in rete e controlli per individuare i cyber dissidenti. Bahrein e Bielorussia si uniscono quest'anno ad Arabia Saudita, Birmania, Cina, Corea del Nord, Cuba, Iran, Uzbekistan, Siria, Turkmenistan e Vietnam nella lista dei paesi 'Nemici di Internet'. India e Kazakistan entrano invece nell’elenco dei paesi 'sotto sorveglianza', dal quale vengono ora però esclusi Venezuela e Libia. Rsf riferisce che in Libia restano ancora molte le sfide da affrontare ma con la sparizione di Gheddafi e la caduta del suo regime si è messo fine alla censura. Il colonnello, prima della sconfitta, aveva tentato infatti di attuare un blackout dell’informazione, bloccando l’accesso alla rete. Vi sono poi altri Paesi su cui l'organizzazione vigila in quanto, pur non facendo parte della 'lista nera', sono stati teatro di arresti di cyber cittadini o di altre modalità di censura di Internet. Ad esempio in Pakistan è stato di recente lanciato un appello per l’impiego di un sistema nazionale di filtraggio della rete comparabile ad una grande muraglia elettronica. Anche paesi come l’Azerbaijan, il Marocco e il Tadjikistan vengono considerati a rischio. D'altra parte, alcuni paesi considerati democratici sembrano tentati dalla censura per questioni di pubblica sicurezza o all’applicazione di misure sproporzionate per proteggere il diritto d’autore. Come difendersi, dunque, dalla cyber censura? Per informare e sensibilizzare i cittadini sul problema della censura online, quest'anno l’agenzia di Parigi JWT ha ideato un sito temporaneo chiamato Cyber Tag che consente agli utilizzatori della rete di postare messaggi su versioni virtuali delle ambasciate di 10 paesi che RSF ha definito 'Nemici di Internet'. L'idea è stata ispirata dallo slogan “deve scorrere inchiostro, non sangue” che gli attivisti di RSF hanno dipinto nel corso di una protesta avvenuta di fronte all’Ambasciata siriana di Parigi nel Maggio 2011. Gli utenti, di fatto, vengono invitati a protestare virtualmente fuori dalle ambasciate e a postare i propri messaggi sulle facciate delle ambasciate stesse.
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