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Hana Shalabi: dopo 43 giorni interrompe sciopero della fame Dopo 43 giorni di sciopero della fame, la prigioniera politica palestinese Hana Shalabi ha accettato di interrompere lo sciopero della fame: sarà deportata nella Striscia di Gaza per tre anni. Jawad Bulos, l’avvocato della Shalabi, ha confermato che l’accordo è stato raggiunto giovedì Bulos ha aggiunto che non è ancora certo quando la donna sarà deportata a Gaza, a causa delle sue gravi condizioni di salute. Parlando con i reporter della CNN, il legale ha detto di sostenere la scelta di Hana di accettare l’accordo con il governo israeliano, ma continua a condannare la politica israeliana di obbligare all’esilio i prigionieri. Secondo indiscrezioni, l’accordo è stato raggiunto tramite la negoziazione della Croce Rossa Internazionale e del ministro palestinese per gli Affari Civili, Hussein al-Sheikh, che ha parlato con ufficiali del governo di Tel Aviv a favore della detenuta in sciopero della fame. Tuttavia, secondo l’agenzia stampa palestinese Ma’an, al-Sheikh ha negato di essere stato coinvolto nei negoziati. Il ministro ha aggiunto che il governo di Ramallah rifiuta la politica di deportazione e non ha giocato alcun ruolo nelle trattative che ha portato ad un simile risultato. Secondo al-Sheikh, gli incontri bilaterali tra la Shalabi e il governo israeliano hanno condotto ad una sorta di accordo, ma i dettagli restano poco chiari. La posizione dell’Autorità Palestinese, ha concluso, è un’altra: avrebbe dovuto essere liberata senza condizioni. Qadoura Fares della Palestinian Prisoners’ Society ha spiegato che la Shalabi ha accettato l’accordo “per porre fine allo sciopero della fame ed essere liberata”. Ha poi aggiunto che la Palestinian Prisoners’ Society “rigetta la politica di deportazione israeliana, ma questa era una decisione sua, da cui dipendeva la sua vita”. Daoud Shibab, portavoce della Jihad Islamica, ha detto di non essere venuto a conoscenza dell’accordo. Se l’accordo c’è, ha detto, è stato raggiunto senza il coinvolgimento del partito che rifiuta le deportazioni. Hana Shalabi, 30 anni, ha cominciato lo sciopero della fame il 16 febbraio scorso, dopo i 66 giorni di sciopero del prigioniero palestinese Khader Adnan, conclusosi con un accordo diverso: l’uomo sarà rilasciato il 17 aprile. Israele ha accettato l’accordo con Adnan, membro della Jihad islamica, lo scorso mese. Sia Adnan che la Shalabi sono agli arresti in “detenzione amministrativa”, misura cautelare utilizzata dallo Stato di Israele per detenere palestinesi senza alcuna accusa per sei mesi, periodo di tempo che può esteso all’infinito. Israele aveva già detenuto la Shalabi per 25 mesi, per poi rilasciarla lo scorso ottobre nell’ambito dello scambio di prigionieri con Hamas, al potere a Gaza. Numerose organizzazioni per la tutela dei diritti umani hanno più volte condannato la detenzione amministrativa israeliana, detenzione senza processo in cui sono attualmente costretti oltre 300 prigionieri palestinesi.
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