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12/11/2012

Libertà per Ahmed Sa'adat e tutti i prigionieri politici palestinesi!

Torture fisiche e psicologiche, isolamento, dispersione, negazione delle visite familiari: pratiche comuni che la repressione globalizzata utilizza nei confronti dei movimenti rivoluzionari in tutto il mondo.

Il tentativo è sempre lo stesso: provare a piegare la resistenza, fornire un messaggio a coloro che si attrezzano per contrastare e abbattere il capitalismo e l’imperialismo. Tutto ciò è espresso alla massima potenza dallo stato sionista di Israele, che da più di sessant'anni pratica una brutale e feroce occupazione della Palestina, massacrando, torturando, sottraendo risorse e territorio al popolo palestinese, imprigionando decine di migliaia di palestinesi.

I detenuti politici palestinesi rappresentano il punto focale della resistenza, e la loro dignità e fermezza sono esemplari nel dimostrare che il progetto sionista, nato in seno all'imperialismo e da esso avvallato, non ha caratteri di invincibilità ma può essere affrontato e soprattutto sconfitto.

I prigionieri hanno ottenuto importanti risultati rispetto alle condizioni di detenzione, perché grazie alla loro determinazione hanno portato avanti prolungati scioperi della fame.

Una tra le più importanti organizzazione della resistenza palestinese, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, organizzazione marxista rivoluzionaria, è da sempre nel mirino dei sionisti.

In quanto organizzazione che lotta per una Palestina laica, democratica e socialista, è doppiamente attaccata dall'occupante, e continua a pagare tributi altissimi, anche a livello dirigenziale: nel 2001 l'allora segretario generale Abu Ali Moustafa fu assassinato dall'esercito sionista tramite un razzo sparato verso il suo ufficio; il suo successore, Ahmed Sa'dat, fu dapprima sequestrato e tenuto prigioniero in un carcere dell'Autorità Nazionale Palestinese, poi trasferito in numerose prigioni sioniste dove è stato sottoposto per anni ad isolamento totale, rinnovatogli automaticamente ogni sei mesi.

Un accanimento, però, che non ha affievolito la volontà di resistere né del leader prigioniero né del suo popolo. Nelle ultime udienze Sa'adat ha sempre ribadito l’illegittimità della corte dell’occupazione, ribadendo gli obiettivi della resistenza: un esempio di coerenza che costituisce l’ennesima sconfitta per i piani sionisti.
 

Chiediamo con Forza l’Immediata Scarcerazione
dei Prigionieri Politici Palestinesi Ribadiamo la Nostra Solidarieta’ alla Resistenza Palestinese Proponiamo l’11 Dicembre Come Data per una Giornata di Mobilitazione
per la Liberazione del Leader Imprigionato Ahmed Sa'adat
e per Tutti i Prigionieri Politici