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1 dicembre 2012

Giornata Onu 2012 di solidarietà con il popolo palestinese

Diritti e dignità: siamo solo all’inizio

Come fa a fiorire la giustizia nel deserto del Negev, quando oggi 70 mila beduini israeliani vivono in 46 villaggi non riconosciuti dal loro stesso governo?
Villaggi invisibili, che non hanno neanche un cartello stradale, cittadini senza anagrafe, senza diritti.
Come fa a fiorire la giustizia nel deserto del Negev, quando un piano di trasferimento secondo la logica della politica fondiaria israeliana impone loro di rinunciare alla terra e alla loro millenaria cultura, concentrati in un triangolo di sette cittadine?

La questione del diritto alla terra e alla cittadinanza negata dei beduini ha animato – attraverso la testimonianza diretta di chi subisce i soprusi – la Giornata Onu per i diritti del popolo palestinese ospitata sabato 1° dicembre presso i gesuiti di Padova.
“Non vogliamo confini, il nostro desiderio è di convivere e di vivere-con” è intervenuto Abed. Nei nostri villaggi mancano i servizi essenziali, l’acqua, l’elettricità, il diritto allo studio e all’assistenza sanitaria”.

Contro la violazione dei diritti individuali e là dove sono state demolite case e interi villaggi, Pax Christi rilancia: “non alberi stranieri ma cartelli stradali”. L’iniziativa della Campagna Ponti e non Muri da oggi si diffonderà in tutta Italia per scuotere, anche solo con una foto inviata al sito www.giornataonu.it, l’ipocrisia di chi vuol fare fiorire il deserto senza giustizia.
Come far fiorire la giustizia per i prigionieri che nelle carceri israeliane sono privati di qualsiasi diritto? Migliaia di persone, anche minori, detenute senza un processo, senza conoscere le accuse a loro carico, senza un diritto alla difesa. “Famiglie messe in ginocchio con l’arresto dei loro figli – ha spiegato Grazia Careccia avvocato di Al Haq di Ramallah – colpevoli di manifestare per rivendicare i loro diritti”.

Con soddisfazione è stata accolta la decisione dell’Onu, sostenuta finalmente anche dall’Italia, di riconoscere il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.
I partecipanti presenti a Padova chiedono che il nostro Paese si impegni a proseguire in questa direzione. Non è una scelta coraggiosa, ma un impegno dovuto.
Si tratta infatti solo di un primo passo che attende un ulteriore preciso coinvolgimento della comunità internazionale ad esigere il rispetto della dignità e dei diritti umani e civili per un popolo che da oltre 60 anni resiste per esistere.

I partecipanti alla Giornata ONU 2012


Padova 1 dicembre 2012