Comitato pace convivenza e solidarietà - "Danilo Dolci"

via Valdirivo 30

Trieste. 3 nov 2012

Quattro Novembre a Trieste 98 Anni Dopo il 1914 Commemorazione per le Vittime delle Guerre Mondiali e di Jugoslavia, Iraq, Afghanistan, Libia e Siria 

Si ripropone a Trieste un 4 novembre di pace in memoria delle vittime di tutte

le guerre, anche di quelle combattute in aperto contrasto con la Costituzione

italiana e la Dichiarazione universale dei Diritti umani. Accogliendo un

appello di Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace,

verrà effettuato un volantinaggio in piazza della Borsa domenica alle ore 11,

mentre alle 12.30 sará deposto un omaggio al monumento ai caduti di S. Giusto,

luogo di partenza della Marcia per la Pace il 1° gennaio.

Il costo umano della guerra del 1915/'18 la cui vittoria viene ricordata ogni

4 novembre, fu per l'Italia di 680mila morti e un milione e 50mila feriti, di

cui 675mila mutilati. Questa fu la conseguenza di una folle decisione del re e

del governo, presa contro la volontà del Parlamento (450 deputati contrari su

508 ) col pretesto di liberare Trento e Trieste. Due milioni e 405mila

italiani, poveri contadini e operai furono uccisi, feriti o mutilati per

conquistare all'Italia le terre "irredente". Ottenibili per via diplomatica,

come storicamente documentato.

Le vittime dei paesi coinvolti nella immane tragedia furono 10 milioni.

Ogniuna di esse ha il volto di Abele, ricordiamo pertanto con rispetto e pena

le vittime, civili e militari di tutte le guerre - in modo particolare quelle

combattute negli ultimi 20 anni - in nome degli italiani, anche disertori e

"decimati", che non vollero partecipare all'inutile strage, quale fu la

definizione data da papa Benedetto XV* della grande guerra.

Il sentimento di pace del popolo fu sopraffatto da un militarismo spietato,

che avrebbe aperto le porte al fascismo e alle disgrazie delle seconda guerra

mondiale. Ma il destino, che volle iniziare il conflitto a Sarajevo nel 1914

potrebbe condurci nuovamente a Sarajevo nel 2014, a celebrare stavolta un

grande evento di pace. E a rendere onore alle vittime, lavorando per mettere

fuori dalla storia (e dalla politica) la guerra. Disse il Profeta: "volsero le

spade in aratri". Per farlo, bisogna scioglier gli eserciti, istituire corpi di

pace e fondare una polizia ONU.

Trieste è un porto nucleare militare come Capodistria in Slovenia. Vi possono

ormeggiare unità impegnate in guerra, in Libia come in Siria e in Afghanistan.

La base nucleare di Aviano, quella missilistica di Rivolto con le Frecce

tricolori e i diversi reparti italiani di stanza in Friuli Venezia Giulia

(Julia, Ariete, Pozzuolo, Piemonte ed altri) attuano una proiezione militare

offensiva all'estero impensabile fino a pochi anni fa, ed anticostituzionale.

Trieste è la sede del Museo della Guerra per la Pace fondato da Diego de

Henriquez, allocato presso la caserma dell'ex battaglione "Murge" in via

Cumano, e da anni purtroppo inagibile. Dare concreta sostanza al lascito del

nostro concittadino alla Comunità - unico nel suo genere - è possibile,

trasformandolo in un Centro di formazione in grado di comunicare ai giovani,

attraverso gli orrori della guerra il valore supremo della pace.

Peroriamo la causa di una Trieste "cara al cuore degli Italiani", ma non per

la guerra. Da questa città che ha scritto Europa nella carne, proponiamo ad

Enti locali ed Associazioni della provincia e d'oltreconfine, di costruire in

alto Adriatico un punto d'incontro tra popoli latini germanici e slavi,

pilastri fondanti della costruzione europea, per uscire dagli incubi del secolo

trascorso condividendo una politica comune e una socialità di pace.

Il Comitato pace convivenza e solidarietà Danilo Dolci di Trieste

top