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giovedì 11 ottobre 2012 09:23

Biodiversità, parla Vandana Shiva
di Luca Scaranti



Vandana Shiva presenta in Italia il report sulla Libertà dei Semi, appello alla conservazione della biodiversità. Cinque corporations si contendono il mercato globale.

Una volta i nostri nonni quando facevano il raccolto ne mettevano da parte un po', una piccola percentuale di piante da cui prendevano i semi per la semina della stagione successiva. Nell'era delle manipolazioni genetiche non è più così, ora il commercio delle sementi è un business, in laboratorio si modificano semi per piante in grado di produrre di più e resistere meglio alle malattie.

Ma con una piccola aggiunta: sono sterili, il seme prodotto da quelle piante non è in grado di generarne un'altra, il contadino è costretto ad acquistare le sementi dal produttore, ossia da 5 grandi corporations che si contendono il mercato globale, arrivando ad acquisire, tramite brevetti, la proprietà intellettuale su quelle sementi, che quindi possono essere prodotte e fornite solo dal titolare del brevetto.

Non sono poi attualmente noti gli effetti sulla salute umana degli alimenti geneticamente modificati, che secondo alcuni potrebbero in casi estremi portare a fenomeni tipo "mucca pazza".
Altro problema è che le corporations spingono per diffondere la monocoltura intensiva, basata su poche specie di interesse alimentare e non solo, perché in occidente in gran parte utilizzate per biocarburanti e per produrre foraggio destinato a sostenere diete fortemente carnivore (solo il 2% della soia prodotta negli U.S.A. è destinata ad usi alimentari). Queste monocolture richiedono un grosso utilizzo di acqua e fertilizzanti chimici, nonché grandi estensioni di terreno, risultando scarsamente sostenibili per l'ambiente.

Nasce quindi una protesta dal basso, si raccolgono dati e informazioni e si cerca di convincere cittadini e governi ad impegnarsi per evitare di lasciare che le scelte di politica alimentare a livello mondiale e locale siano fatte in nome del profitto, inserendosi nella più ampia battaglia per i beni comuni portata avanti in molti paesi in favore dell'acqua o dei servizi pubblici. Tra i leader della protesta Vandana Shiva, ormai nota attivista e ricercatrice indiana più volte ospite in Italia, vice presidente di Slow Food e collaboratrice della rivista di Legambiente La Nuova Ecologia, promotrice tra l'altro di Navdanya, un'iniziativa a sfondo ambientalista basata sulla realizzazione di varie banche dei semi OGM free. Insieme ad un cospicuo numero di associazioni, ricercatori e coltivatori sparsi in tutto il mondo, si è arrivati alla produzione del report sulla Libertà dei Semi, in cui si descrive a livello mondiale, e locale, la situazione delle sementi a livello sociale, politico, economico e scientifico.

Così Vandana Shiva torna in Italia, invitata dal Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti a presentare il report, in una sala del Consiglio affollata da addetti ai lavori, attivisti e scolaresche. Interviene a lungo, raccontando come le grandi corporation delle sementi cerchino di imporsi facendo leva sui governi e sulle organizzazioni internazionali, quali il WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio) o la Banca Mondiale, e di come le monocolture industriali abbiano portato all'estinzione, secondo la FAO, del 75% delle varietà alimentari. La conseguenza è un'alimentazione sempre più povere, priva dell'apporto di tutti quegli elementi nutritivi che forniscono al nostro organismo la possibilità di uno sviluppo sano ed equilibrato.

Ma è proprio la natura stessa del seme, alla base della vita, a renderlo un bene comune, non commercializzabile a fine esclusivo di lucro. È proprio la presenza di diverse varietà di una specie che la rende forte, capace di adattarsi alle avversità ambientali molto di più di qualsiasi intervento umano. È la selezione naturale che sceglie le varietà più adatte alle condizioni ambientali a seconda del luogo ove le coltivo o al variare delle condizioni ambientali stesse, come nel caso dei cambiamenti climatici. Anche a questo serve la biodiversità. Ma se la natura e l'uomo non avranno la possibilità di effettuare la sua scelta tra un ricco patrimonio di specie e varietà potremmo trovarci costretti nuovamente a ricorrere all'ingegneria genetica, dagli esiti incerti e dai costi elevati, soprattutto se a guadagnarci sono in pochi. Conclude invitando a riappropriarsi delle leggi superiori della democrazia, che ci impongono di opporci e non collaborare, secondo il pensiero del Mahatma Gandhi, a quelle leggi ingiuste che vanno contro il senso stesso del vivere comune, e alla fine dell'intervento consegna copia del voluminoso rapporto al Presidente Zingaretti, seduto discreto tra gli ascoltatori. Seguono tra i relatori Maria Grazia Mammuccini, vice presidente di Navdanya International e curatrice della versione italiana del rapporto, che racconta dei due volti dell'Unione Europea, che da una parte favorisce, insieme alla FAO, la formazione di banche del seme a livello locale per la conservazione delle varietà, e dall'altra, attraverso discusse sentenze della Corte di Giustizia, sembra voler cedere alle pressioni delle corporations.

Alcuni ricercatori del CNR, raccontano una storia tipicamente italiana, secondo cui l'Istituto del Germoplasma, che si occupava della conservazione delle varietà vegetali mediante banche del seme, è stato accorpato con altri centri che si occupano di genetica nell'Istituto di Genetica Vegetale, con il risultato che tutti i fondi vengono ora destinati alla manipolazione genetica, il presunto miglioramento, abbandonando le banche del seme, le cui collezioni di sementi stanno andando in rovina perché non adeguatamente conservate. Questo nonostante il CNR riceva appositi fondi dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per conto della FAO.
Un ultimo intervento strappa un sorriso al pubblico, quello di Sergio Staino, noto disegnatore satirico che ha realizzato la copertina del rapporto: un invito da parte della chiesa a condannare non chi lo disperde, ma chi il seme lo brevetta!
Tralasciamo la polemica sulla reale interpretazione dell'alto tasso di suicidi tra i contadini indiani del cotone, che la Shiva attribuisce all'indebitamento nei confronti dei signori delle sementi e a cui altri danno altre spiegazioni, vedasi in proposito alcuni documentati articoli su Il Fatto Quotidiano on-line, nella rubrica Ambiente & Veleni. Una riflessione conclusiva è però d'obbligo: in effetti ad una domanda del pubblico la Shiva non ha dato risposta esauriente: secondo il nuovo rapporto ONU sulla fame nel mondo, presentato praticamente in contemporanea, sono quasi 870 milioni le persone - vale a dire una su otto - che nel biennio 2010-2012 hanno sofferto di malnutrizione cronica, come sfamarle?

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