Leggi il raapporto a questo link: http://www.alternativenews.org/english/images/stories/PDF/UNESCO-AIC-Outposts-and-Price-Tag-Violence.pdf
http://www.palestinarossa.it/ Colonie e violenze “Price Tag”: benzina sul fuoco Mentre Israele smantella l’outpost di Migron, l’Alternative Information Center e l’Ufficio per i Diritti Umani dell’UNESCO all’Università Al Najah pubblicano un nuovo rapporto sulle violenze dei coloni. “Colonie e violenze ‘Price Tag’: benzina sul fuoco” tratta degli eventi legati alla colonizzazione, comprese le violenze “Price Tag”, come logica conseguenza del progetto colonizzatore israeliano e importante bandiera della politica israeliana nei Territori Occupati Palestinesi. Dagli anni Novanta, quando Israele si è ufficialmente impegnato a fermare la costruzione di nuove colonie, è stato tacitamente permessa e spesso direttamente sostenuta la creazione di oltre 100 insediamenti e dal 2008 la violenza “Price Tag” è emersa come reazione dei coloni alle potenziali demolizioni da parte del governo israeliano. Dal giugno 2008 si sono registrati oltre sessanta attacchi da parte dei coloni contro 110 comunità palestinesi, 25 dei quali hanno avuto come target siti religiosi, con 9 casi di incendi a moschee. Insediamenti illegali e violenze sono considerati violazioni del diritto internazionale e della legge israeliana da parte delle stesse autorità israeliane e dei coloni. Inoltre, funzionari pubblici israeliani e istituzioni di governo sono coinvolti nella pianificazione e la costruzione degli insediamenti, verso i quali vengono incanalati milioni di dollari di fondi pubblici. Dal marzo 2011 la politica israeliana è stata quella di “legalizzare” gli insediamenti illegali. Inoltre il rapporto mostra come la demolizione degli insediamenti è solo una mera parvenza. Tra il 1997 e il 2007, l’Amministrazione Civile israeliana ha eseguito solo il 3% degli ordini di demolizioni pendenti contro le costruzioni illegali israeliane nei Territori Palestinesi; generalmente vengono colpiti solo insediamenti “fantoccio”, ricostruiti pochi giorni dopo. Il rapporto infine spiega come gli attacchi dei coloni possano provocare contro-attacchi da parte palestinese, che potrebbero destabilizzare il governo israeliano. Di conseguenza il governo teme simili violenze da parte dei coloni e evita così la demolizione degli insediamenti.
|