Originale: : Inter Press Service
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2 ottobre 2012

Diplomatico iraniano dichiara che l’Iran ha offerto un accordo per interrompere l’arricchimento dell’uranio
di Gareth Porter
traduzione di Giuseppe Volpe

L’Iran ha di nuovo offerto di interrompere l’arricchimento al 20% del suo uranio, cosa che gli Stati Uniti hanno identificato come la priorità maggiore nei negoziati sul nucleare, in cambio di una mitigazione delle sanzioni contro l’Iran, secondo il rappresentante permanente dell’Iran presso l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA).

Ali Ashgar Soltanieh, che ha condotto i negoziati dell’Iran con la IAEA a Teheran e a Vienna, ha rivelato in un’intervista alla Inter Press Service (IPS) che l’Iran aveva fatto l’offerta nel corso della riunione tra la responsabile della politica estera della UE, Catherine Ashton, e il principale negoziatore iraniano a proposito del nucleare, Saeed Jalili, il 19 settembre a Istanbul.

Soltanieh ha anche rivelato nell’intervista che i dirigenti della IAEA avevano manifestato il loro accordo, il mese scorso, a una richiesta iraniana di ricevere documenti sulle presunte attività iraniane collegate alle armi nucleari che l’Iran è richiesto di spiegare, ma che tale concessione era stata poi ritirata.

“Siamo pronti a sospendere l’arricchimento dell’uranio al 20% a condizione che identifichiamo un passo reciproco compatibile con ciò” ha detto Soltanieh, aggiungendo “Lo abbiamo dichiarato a Istanbul”.

Soltanieh è il primo dirigente iraniano che risulta aver dichiarato ufficialmente che l’Iran ha proposto un accordo che porrebbe interamente fine al suo arricchimento al 20%, anche se la notizia era apparsa in precedenza.

“Se lo facciamo”, ha dichiarato Soltanieh, “non dovrebbero esserci sanzioni”.

La posizione dell’Iran nelle due tornate di negoziati con i P5+1 – Cina, Francia, Germania, Russia, Regno Unito, Stati Uniti e Germania – agli inizi di quest’anno risultava essere che un significativo alleggerimento delle sanzioni doveva costituire parte del patto.

Gli Stati Uniti e i loro alleati nel P5+1 hanno escluso un simile accordo nelle due tornate di negoziati a Istanbul e a Baghdad di maggio e giugno, richiedendo che l’Iran non solo interrompa il suo arricchimento al 20% ma anche che trasferisca le sue intere scorte di uranio arricchito a tale livello fuori dal paese e che chiuda interamente la struttura di arricchimento di Fordow.

Anche se l’Iran aveva accettato tali concessioni di vasta portata le nazioni del P5+1 non hanno offerto sollievo dalle sanzioni.

Soltanieh ha ribadito il passato rifiuto dell’Iran di qualsiasi accordo che implichi la chiusura di Fordow.

“E’ impossibile, se si aspettano che chiudiamo Fordow” ha dichiarato Soltanieh.

La giustificazione statunitense per la richiesta di chiusura di Fordow è stata che la struttura è stata usata per arricchire l’uranio al 20%, il che rende molto più facile per l’Iran continuare l’arricchimento al livello di armamenti.

Ma Soltanieh ha evidenziato la conversione di metà della scorta in barre di combustibile per il reattore di ricerca di Teheran, come documentato dal rapporto della IAEA del 30 agosto.

“La cosa più importante nel rapporto (della IAEA)”, ha affermato Soltanieh, è stata “una grande percentuale dell’uranio arricchito al 20% già convertita in polveri per il reattore di ricerca di Teheran.”

Tale conversione in polveri per le barre di combustibile rende l’uranio indisponibile per la riconversione in una forma che possa essere arricchita al livello necessario per produrre armamenti.

Soltanieh ha suggerito che la dimostrazione iraniana del potenziale tecnico per tale conversione, che apparentemente ha colto di sorpresa gli Stati Uniti e altri governi del P5+1, ha reso irrilevante la richiesta del P5+1 di trasferire fuori dal paese l’intera scorta di uranio arricchito al 20%.

“Tale potenziale dimostra che non abbiamo necessità di combustibile da altri paesi”, ha affermato Soltanieh.

L’Iran ha cominciato ad arricchire l’uranio al 20% nel 2010, dopo che gli Stati Uniti, nel 2009, avevano fatto un’offerta virtualmente non negoziabile di fornire barre di combustibile al reattore di ricerca di Teheran in cambio del trasferimento fuori dal paese, da parte dell’Iran, di tre quarti delle sue scorte di uranio a basso arricchimento e di attendere due anni per ricevere le barre di combustibile.

La richiesta del P5+1 di chiudere l’impianto di arricchimento di Fordow è stata apparentemente basata sulla premessa che la struttura era stata edificata esclusivamente per l’arricchimento al 20%. Ma l’Iran ha ufficialmente informato la IAEA che essa è destinata sia all’arricchimento al 20% sia all’arricchimento al 3,5%.

Le 1.444 centrifughe installate a Fordow tra marzo e agosto – ma non collegate alle condutture, secondo l’Istituto per la Scienza e la Sicurezza Internazionale con sede a Washington – potevano essere utilizzate per l’arricchimento sia al 3,5% sia al 20%, dando all’Iran una leva aggiuntiva nei futuri negoziati.

Soltanieh ha rivelato che due alti dirigenti della IAEA avevano accettato una richiesta iraniana chiave nella sessione più recenti dei negoziati, nel mese scorso, di un “accordo strutturato” sulla cooperazione iraniana a proposito delle accuse di una “possibile dimensione militare” del suo programma nucleare, solo per poi ritirare la concessione al termine dell’incontro.

Il problema era l’insistenza iraniana di ricevere tutti i documenti su cui la IAEA basa le accuse di una ricerca iraniana collegata ad armamenti nucleari, che ci si aspetta l’Iran spieghi con soddisfazione della IAEA.

Il testo negoziale del 20 febbraio dimostra che la IAEA ha cercato di sottrarsi a ogni richiesta di condividere tali documenti precisando l’impegno con l’espressione “se del caso”.

All’incontro più recente, del 24 agosto, tuttavia, i negoziatori della IAEA, il vicedirettore generale per le misure di tutela, Herman Nackaerts, e il co-direttore generale per la politica, Rafael Grossi, hanno accettato per la prima volta, secondo Soltanieh, un impegno a “trasmettere i documenti relativi alle attività dichiarate condotte dall’Iran”.

Al termine dell’incontro, tuttavia, Nackaerts e Grossi “hanno messo questa affermazione tra virgolette” lasciando la questione irrisolta, ha dichiarato Soltanieh.

L’ex direttore generale della IAEA, Mohamed ElBaradei ricorda nelle sue memorie del 2011 di aver “costantemente sollecitato la fonte delle informazioni” sulle presunte ricerche iraniani nel settore degli armamenti nucleari – intendendo gli Stati Uniti – “affinché ci consentisse di condividerne copie con l’Iran”. Egli scrive di aver chiesto come si potesse “accusare una persona senza rivelare le accuse mossegli”.

ElBaradei afferma anche che Israele aveva dato alla IAEA un intero nuovo fascicolo di documenti nella tarda estate del 2009 “che si riteneva dimostrassero che l’Iran aveva proseguito gli studi sulle armi nucleari almeno sino al 2007.”

Soltanieh ha anche confermato che l’altra questione irrisolta è se l’indagine della IAEA sarà a tempo indeterminato o no.

Il testo negoziale del 20 febbraio mostrava che l’Iran richiedeva una lista riservata di argomenti cui l’indagine della IAEA sarebbe stata limitata e una previsione che ciascun argomento sarebbe stato considerato “concluso” una volta che l’Iran avesse risposto alle domande e fornito le informazioni richieste.

Ma la IAEA insisteva sulla possibilità di “tornare” su argomenti che erano stati “discussi in precedenza”, secondo il testo negoziale di febbraio.

Tale posizione resta immutata, secondo Soltanieh. L’ambasciatore iraniano ha citato l’affermazione di un negoziatore della IAEA: “E se il mese prossimo ricevessimo qualcos’altro … qualche informazione aggiuntiva?”

“Se la IAEA l’avesse vinta”, ha affermato Soltanieh, “ci vorrebbero altri 10 o 20 anni.”

Soltanieh ha dichiarato alla IPS che con Nackaerts e Grossi era stato concordato un incontro tra Iran e IAEA per metà ottobre davanti al consiglio dei governatori della IAEA.

L’ambasciatore iraniano ha affermato che dirigenti della IAEA gli avevano promesso che il direttore generale, Yukia Amano, avrebbe annunciato la riunione nel corso della riunione del consiglio, ma Amano non ha fatto tale annuncio.

Invece, dopo un incontro con Fereydoun Abbasi, il vicepresidente dell’Iran e capo dell’Organizzazione dell’Energia Atomica dell’Iran, Amano ha soltanto fatto riferimento alla “disponibilità dei negoziatori dell’Agenzia di incontrarsi con l’Iran nel prossimo futuro.”

“Non ha mantenuto la promessa”, ha affermato Soltanieh, aggiungendo che l’Iran “studiare nella capitale” come reagire.

Soltanieh si è diffuso sul suggerimento della settimana scorsa di Abassi che il sabotaggio dell’energia della struttura di Fordow la notte prima della richiesta della IAEA di un’ispezione lampo alla struttura dimostrava che l’agenzia poteva essere infiltrata da “terroristi e sabotatori”.

“L’obiezione che abbiamo è che il direttore generale non sta proteggendo informazioni confidenziali, “ ha affermato Soltanieh. “Il fatto che abbiano informazioni su quante centrifughe sono operative e quante no (nei rapporti IAEA), è una grave preoccupazione”.

L’Iran si è lamentato per anni a proposito del fatto che le informazioni raccolte dagli ispettori della IAEA, compresi dati sul personale del programma nucleare iraniano, erano rese disponibili ai servizi segreti statunitensi, israeliani ed europei.


Gareth Porter, uno storico e giornalista d’inchiesta specializzato sulla politica statunitense della sicurezza nazionale, ha ricevuto il premio inglese Gellhorn per il giornalismo nel 2011 per articoli sulla guerra statunitense in Afghanistan.


Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://www.zcommunications.org/iranian-diplomat-says-iran-offered-deal-to-halt-20-percent-enrichment-by-gareth-porter

 

 

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