http://ilmondodiannibale.globalist.it Netanyahu sfida il mondo Le elezioni anticipate in Israele, a settembre, servono solo a una cosa: attaccare l'Iran a ottobre, quando le elezioni presidenziali bloccheranno gli Stati Uniti. Un primo ministro che smantella il suo governo nonostante che questo si sforzi di restare in carica non si vede spesso. Se Netanyahu fa questo lo fa a ragion veduta, e questa ragione è una sola: evitare di essere sbolognato dopo le elezioni americane. Di presidenti Usa che hanno avvertito l'esigenza di liberarsi della destra israeliana è piena la storia: è accaduto con Bush (padre) e con Clinton (marito). Ma la scelta di portare il paese a elezioni anticipate non salva Netanyahu dalle conseguenze politiche dello "scontro" con gli americani, gli offre invece l'opportunità di liberarsi di qualche scomodo alleato che frena e di portare avanti il suo progetto, attaccare l'Iran prima delle elezioni americane. Sui motivi per cui Netanyahu abbia scelto questa strada è lecito discutere, (certo non è il nucleare iraniano il timore del premier) a nostro avviso è la paura della primavera araba, il bisogno di arrestarla sotto la coltre di una nuova "guerra fredda". E' questo comunque lo scenario che si apre per la fine d'anno, uno scenario che fa davvero paura. Netanyahu ha dimostrato in questi mesi di voler andare avanti a tutti i costi sulla via dell'attacco militare contro Tehran, quindi la scelta di andare a elezioni indica che ha scelto di bruciare sul tempo Obama, non certo di archiviare il progetto. Chi sarà in grado di ostacolare nell'arena elettorale questo progetto? Il neo capo del partito "di centro", Kadima? Il fatto è che Netanyahu non ha alternative politiche e quindi in una normale campagna elettorale trionferà. L'unica speranza è che l'establishment militare decida di scendere in campo e di parlare agli israeliani, con estrema chiarezza. Accadrà? ynetnews.com - 05.05.12 - Le elezioni anticipate aiuteranno gli occidentali durante i negoziati diplomatici con l’Iran. Netanyahu non nasconde la sua intenzione di bombardare i siti nucleari di Teheran prima che diventino immuni agli attacchi. Quindi la decisione di indire elezioni anticipate quando la sua posizione su questo tema è così chiara e coerente, mostra la certezza di essere sostenuto dagli elettori israeliani, garantendo così maggiore credibilità alla minaccia israeliana. Questa minaccia è uno dei mezzi più potenti per fare pressione su Washington ed Europa, perché non tengano un atteggiamento morbido durante i colloqui. Sembra che anche gli iraniani inizino a temere la strategia israeliana. Ma oggi gli alleati di Israele si rendono conto che un’operazione israeliana, non importa se con o senza successo, li forzerebbe a rispondere. Questo coinvolgerebbe l’Iran in un indesiderabile confronto con gli Usa, e Washington, specialmente durante la campagna per le elezioni presidenziali, non potrebbe rimanere nell’angolo se i suoi alleati regionali venissero attaccati. Quindi Israele avrebbe almeno due mesi di libertà per agire, prima che le nubi invernali ostacolino l’aviazione e mentre gli Usa, a denti stretti, decidessero di difendere Israele dalle ritorsioni missilistiche di Teheran, schierandosi al suo finaco anche sul fronte diplomatico. Alcuni osservatori sostengono che queste considerazioni hanno convinto Netanyahu a procedere verso le elezioni anticipate.
ynetnews.com - 05.05.12 - Early elections will assist the West in its diplomatic negotiations with Iran. Netanyahu does not hide his intention to strike Tehran's nuclear sites before they become immune to attack. Hence, his decision to call early elections when his position on this issue is so clear and consistent shows confidence that Israel's public is behind him, thereby granting more credibility to the Israeli threat. This threat is one of the most powerful ways to press Washington and Europe not to "go easy" on the Iranians during the talks; it appears that even Iran is starting to fear it. Thus far, Iranian officials tended to show contempt for the Israeli threat. Yet now they realize that an Israeli operation, regardless of its success or failure, would force them and their clients to respond. This would entangle Iran in an unwanted confrontation with the US, as Washington, especially during a presidential election campaign, would not be able to remain idle when its soldiers and regional allies are being attacked … Hence, Israel would have at least two months of freedom to act, before winter clouds hinder the Air Force and while assuming that the US, with clenched teeth, would help Israel defend against missile retaliation by Iran and its clients (Hamas, Islamic Jihad and Hezbollah) and help us on the diplomatic front. Some observers argue that this is the main consideration that prompted Netanyahu to bring the elections forward.
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