Fonte: http://palsolidarity.org/2012/08/isms-response-to-the-rachel-corrie-verdict-bds/
La risposta dell’ISM al verdetto Rachel Corrie
L’International Solidarity Movement (ISM) è profondamente preoccupato del verdetto del Giudice Oded Gershon, che ha assolto l’esercito e lo stato israeliani dall’omicidio, nel 2003, dell’attivista americana dell’ISM Rachel Corrie. Rachel è stata schiacciata a morte da un bulldozer dell’esercito israeliano mentre manifestava contro la demolizione di una casa palestinese nella Striscia di Gaza. Nonostante l’amministrazione americana avesse dichiarato che l’indagine militare israeliana non era “completa, credibile e trasparente” e il governo israeliano non abbia consegnato prove audio e video fondamentali, il Giudice Gershon non ha ravvisato vizi nell’indagine o nelle conclusioni secondo cui l’esercito e lo stato non sono responsabili della morte di Rachel. Il Giudice Gershon ha stabilito che Rachel fosse da biasimare per il suo stesso assassinio e classifica il suo tentativo nonviolento di prevenire un crimine di guerra come una prova che Rachel non era una “persona pensante”. Senza alcun rispetto per le leggi internazionali e garantendo l’impunità ai criminali di guerra israeliani, il verdetto del Giudice Gershon dimostra nei fatti che il sistema legale di Israele non può considerarsi come un sistema che amministra la giustizia secondo gli standard internazionali. ISM fa appello alla comunità internazionale perchè Israele venga ritenuto responsabile sostenendo l’appello palestinese al boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) e continuando a unirsi alla lotta palestinese nei territori palestinesi occupati. Descrivendo la situazione a Gaza due giorni prima di essere uccisa, Rachel aveva detto: “Sono testimone della sistematica distruzione della capacità di sopravvivenza di un popolo. E’ terrificante”. L’analisi di Rachel vale anche oggi, confermata n giorno prima di questa sentenza dalle Nazioni Unite, secondo cui Gaza, senza un intervento urgente, non sarà un luogo “vivibile” entro il 2020. Il verdetto è un “via libera” all’uso della forza letale da parte dei soldati israeliani contro i difensori dei diritti umani e pone i difensori dei diritti umani palestinesi e internazionali in un pericolo mortale. Ciò non ci impedirà di continuare. Fino a quando le sorelle e i fratelli palestinesi vorranno la nostra presenza, l’ISM continuerà a cercare modi di rompere il blocco su Gaza, e rimarremo solidali con il popolo palestinese. Come dice la mamma di Rachel, “C’erano bambini dietro le pareti della casa che Rachel cercava di proteggere… Avremmo dovuto essere tutti lì”. Il verdetto del Giudice Gershon è una parodia della giustizia, ma non è un’eccezione. Con una sentenza, il sistema legale israeliano fornisce ai soldati israeliani l’impunità per commettere omicidio. L’unico soldato israeliano condannato per omicidio colposo dallo scoppio della seconda Intifada nel 200 è stato Taysir Hayb, un cittadino Beduino di Israele che aveva sparato al volontario ISM Tom Hurndall colpendolo nella parte posteriore della testa con un fucile da cecchino mentre Tom portava in salvo un bambino. Almeno 6.444 palestinesi sono stati uccisi dalle forze di occupazione israeliane in questo periodo, senza alcuna giustizia per loro o per le loro famiglie.
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