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L'Estelle a Napoli tra "speranza" e "sconcerto". Che il sorriso di un bambino di Napoli e di uno di Gaza impedisca al cielo di cadere. Napoli, 5 ottobre 2012, Nena News - Mancano pochi minuti alle 16 quando l'Estelle si avvicina lentamente al Molo 8 del porto di Napoli. «Eccola, sta arrivando!» grida un giovane bloccato dalla security portuale non molto lontano dal molo scelto per l'approdo. Con lui altre trenta persone. «E' per motivi di sicurezza, noi non possiamo farvi entrare tutti» dice l'imbarazzato adetto. Ha una cinquantina d'anni, capelli ben corti e sembra mostrare fiera inflessibilità. Ciononostante, per quanto si sforzi, è confuso e perplesso. Del resto come dargli torto: quante volte capita di vedere tanta gioia nell'arrivo di una barca? Ma il punto è che questa non è semplicemente una barca. L'Estelle è il veliero svedese che proverà «a rompere l'assedio di Gaza imposto da Israele». «Ma sta arrivando» continua indispettito il ragazzo. La situazione si fa leggermente più tesa con il passare dei secondi, secondi che appaiono ore per chi desidera presenziare all'approdo. Poi all'improvviso, e quasi insperato, arriva l'«ok». Scoppiano risate fragorose e il gruppo di decine di persone accelera il passo. La barca è ormai vicinissima, n'è prova la facilità con cui si legge "Ship to Gaza" e si vedono vividi i colori della bandiera palestinese. Il mare leggermente mosso culla con dolcezza l'imbarcazione in arrivo. Gabbiani appollaiati su scogli poco distanti sembrano spettatori casuali di uno spettacolo prossimo a giungere a termine. Tutto attorno è tranquillo e pare quasi che il Vesuvio di spalle si goda sornione e divertito le ultime manovre dell'Estelle. Oltre centro persone sono sulla banchina a sventolare bandiere palestinesi e della Freedom Flottilla cantando «Free, Free Palestine!». Molti di loro sono già da tempo lì (chi addirittura dalle 10 del mattino) per poter verificare se tutto è pronto e in regola per l'accoglienza da tempo agognata. I manifestanti sono in piedi nei pressi della linea gialla che indica il limite oltre il quale l'accesso è vietato. Una linea invalicabile..parlando di Palestina il richiamo a ben più dolorose linee è spontaneo..La nave è praticamente prossima a gettare l'ancora quando ecco che partono le musiche e i balli della Banda Baleno. L'equipaggio dell'imbarcazione, visibilmente contento per il calore dell'accoglienza, sembra gradire il ritmo e c'è chi lo segue agitando le mani come se stesse suonando. Sulla banchina, intanto, c'è chi ha gli occhi prossimi al pianto ma, approfittando della distrazione generale, se li asciuga con il palmo della mano. In fondo il "Restare umani" di Vik Arrigoni non significa proprio questo? I gabbiani gracchiano qualcosa di incomprensibile prima di volare di nuovo: saranno suoni di gradimento? L'Estelle è ora realtà. Ecco palesarsi agli occhi dei manifestanti in tutta la sua semplicità e fascino (ha oltre novant'anni). Non è più una foto, non più una parola scritta in un articolo giornalistico o sui monumenti della città di Napoli. Proprio così, i monumenti della città perché la sera precedente all'arrivo di Estelle, le statue cittadine avevano assunto coraggiosamente una posizione chiara e netta: "Free Gaza, Free Palestine" e poi ancora "Napoli con la Palestina", "Spingiamo in mare l'Estelle".. Chissà se almeno a loro la terribile accusa di anti-semitismo e di sostegno al terrorismo gli sarà risparmiata. Sono oramai le 16:15 e incominciano le procedure di controllo della barca. Il via vai di persone verso la barca non cessa però a diminuire. Una stella di David appare provocatoriamente da una delle due mastodontiche, sfarzose e ricche navi da crociera che fiancheggiano la semplice ma dignitosa barca diretta a Gaza. Quanto una semplice immagine rappresenti meglio di tante parole il conflitto secolare in Palestina. Passano le ore, il cielo inizia ad imbrunire e una trentina di persone vicino alla zona semi-libera del parcheggio del porto inizia una messa. E' guidata da Pax Christi, il movimento cattolico internazionale per la Pace spesso in prima linea nel denunciare Israele per le sue politiche. C'è da domandarsi ora quanto la benedizione alla nave di un Dio cristiano basterà a calmare i raptus di tensione, di allarmismo che Tel Aviv, con i suoi tanti emissari in Europa, diffonde ogni giorno. L'ultimo, in ordine di tempo, è quello della «sconcertata» Fiamma Nirenstein, vice presidente della Commissione Esteri che, in una nota pubblicata in giornata, ha attaccato ferocemente il sindaco Luigi De Magistris per il patrocinio che il suo Comune ha dato alla manifestazione. Meno o poco «sconcertata» era stata quando più di 1.400 palestinesi (la maggior parte dei quali bambini e donne) morivano nell'Operazione Piombo fuso (Dicembre 2008- Gennaio 2009) sotto le bombe dell'esercito di Tel Aviv e i cieli della Striscia si coloravano di un bianco che quella volta con il candore aveva ben poco in comune. A rincarare la dose contro l'ultima tappa della Flottilla sono state le parole del precedente rabbino della locale comunità ebraica, il «napoletano» (come ama stesso lui definirsi) Pierpaolo Pinhas Punturello. In una lettera aperta a De Magistris, pubblicata sul suo account di Facebook, ha scritto «Ha mai passeggiato per le città israeliane di Sderot, Ashdod, Ashkelon, Beer Sheva ed altre ancora che sono sotto il costante lancio di missili che partono proprio da Gaza? Queste condizioni di vita israeliane non meritano una Flotilla o un concerto? I bambini che hanno imparato a correre nei rifugi prima ancora che a parlare, non hanno diritto ad una qualsiasi barca salvifica?». Applicando la sua logica chi, come a Gaza, non ha nemmeno i rifugi in cui correre e il cui unico riparo è costituito dalla fortuna (vale la pena ricordare che Israele ha attaccato anche edifici dell'ONU) perché non dovrebbe meritare niente? Intanto si è fatto tardi. Il sole, dai raggi clementi di solo poche ore prima, si è preso le sue ore di riposo consuetudinarie. Ora il buio ha il sopravvento. Vicino al mare un po' di vento timidamente comincia a sferzare chi imperterrito rimane. Un cane abbaia solitario su un marciapiede poco distante e il veliero è invisibile dietro alla grossa colata di cemento che segna l'ingresso nella zona di imbarco per le crociere. Castel Nuovo, come Narciso, anche stasera pare specchiarsi nell'acqua dello "sconcerto". Il porto oramai è semi vuoto ma ad attenderlo sarà un altro venerdì convulso. Si incomincerà proprio con il "sindaco della discordia" che in prima mattinata porgerà i saluti all'equipaggio. Poi visite aperte a tutti fino alle 16:30. A concludere la serata la musica del Dj-Set di Marco Messina, di Loredana Antonelli, degli E-Zezi, di Carmine D'aniello ('O Rom), della Compagnia d'Altrocanto a fine serata. Parlando di Freedom Flotilla e di Gaza non poteva mancare il ricordo di Vittorio Arrigoni. Alle ore 18:30 infatti è prevista la proiezione del film "Stay Human" the reading movie ideato da Fulvio A.T. Renzi e scritto da Vittorio Arrigoni, ucciso tragicamente a Gaza nel 2011 ma ancora vivo compagno di lotta per chi ama la terra di Palestina. Tuttavia, nonostante la ricca programmazione, l'elemento più emozionante e significativo sarà proprio quello più semplice: la solidarietà che gli studenti delle scuole medie superiori locali daranno alla gente assediata della Striscia di Gaza..A Gaza dove proprio i giovanissimi costituiscono la maggioranza della popolazione. Che il sorriso di un bambino di Napoli e di uno di Gaza impedisca al cielo di cadere. Nena News
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