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Venerdi 21 settembre 2012 ore 17:14

Reddito Minimo Garantito: a Genova parte la raccolta firme
di Chiara Pieri

Una proposta di legge di iniziativa popolare. Per garantire dignità e contrastare il precariato. Italia, Grecia e Ungheria sono gli unici in Europa a non avere questo tipo di welfare

Seicento euro al mese di reddito minimo garantito a tutte le persone inoccupate, disoccupate e precariamente occupate, residenti sul territorio nazionale da almeno 24 mesi e iscritti alle liste di collocamento. Questa la proposta di legge di iniziativa popolare, che il Comitato Nazionale Reddito Minimo Garantito vuole portare in Parlamento, dopo aver raccolto le necessarie 50.000 firme.

«Tutti i paesi europei tranne l’Italia, la Grecia e l’Ungheria hanno forme di reddito minimo garantito, come richiesto già nel 1992 dalla Commissione Europea. Anche l’Italia deve pensare a un programma di welfare e non solo come misura assistenziale, ma come opportunità che consenta di vivere con dignità le delicate fasi di passaggio tra un lavoro e l’altro e di trovare una più giusta collocazione» ha detto Pier Giorgio Grossi del Comitato Ligure Reddito Minimo Garantito, durante la presentazione del progetto a Genova.

All’incontro hanno partecipato anche il sindaco di Genova Marco Doria, gli europarlamentari del Pd Sergio Cofferati e Francesca Balzani, l’ex sindaca di Genova Marta Vincenzi, in qualità di membro del Comitato Ligure Reddito Minimo Garantito e Marco Furfaro, del Comitato Nazionale Reddito Minimo Garantito. Tutti hanno firmato la proposta di legge, dando l'esempio ai cittadini, che hanno tempo fino al prossimo 8 dicembre per sottoscrivere l'iniziativa.

«La proposta d’iniziativa popolare ha lo scopo di contrastare la precarietà e la marginalità – ha aggiunto Pier Giorgio Grossi – in un contesto di crisi che fa registrare in  Europa ben 78 milioni di poveri».

«Il prossimo governo dovrà affrontare la questione e fare in modo che uno strumento come questo faccia da contrasto agli effetti negativi della crisi» ha detto Sergio Cofferati, europarlamentare del Pd.

«Fin dall’inizio del mio mandato, quello del reddito minimo garantito è stato uno dei punti a cui ho tenuto di più - ha precisato Francesca Balzani - Penso che con l’Europa dovremmo lavorare per creare un Reddito minimo europeo, secondo una politica omogenea». Se, infatti, la maggior parte dei paesi europei possiede una forma di reddito minimo garantito, le leggi, però, non sono univoche. «Non si può pensare a un mercato unico, a un’Europa senza confini, senza un reddito minimo valido per tutti i paesi dell'Europa» ha concluso Balzani.

La proposta di legge presentata dal Comitato Nazionale di cui fanno pare il Bin (Basic Income Network), la rete dei precari Tilt, European Alternatives, Sinistra Ecologia e Libertà, Rifondazione Comunista, il Partito dei Comunisti Italiani e numerose associazioni, a livello locale è sostenuta anche dal Pd e dai Giovani Democratici.

Oltre a voler introdurre il reddito minimo, tra gli articoli della proposta c'è anche quello relativo a un salario minimo, «applicabile a tutti i rapporti aventi ad oggetto un prestazione lavorativa, inclusi quelli di natura parasubordinata e quelli con contenuto formativo».

A testimonianza della necessità dell’introduzione di una legge sul reddito ha preso la parola l’operaio Tonino Cancelliere: «A seguito di un incidente e di un’invalidità non ho più potuto lavorare in regola. Non mi restava molta scelta: o andavo a rubare o ero costretto a lavorare in nero, cosa che faccio da dieci anni a questa parte. Una proposta come quella del reddito è essenziale per combattere non solo il nero, ma anche la delinquenza che deriva proprio dalla povertà, dalla disperazione e dalla disoccupazione. Se vogliamo fare riforme del lavoro simili a quelle del Nord Europa, non possiamo non prendere come modello anche gli ammortizzatori sociali».

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