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Siamo in crisi o in trasformazione? "Per chi sorregge il sistema della impossibile crescita infinita in un mondo finito, siamo in crisi. Per chi invece pensa alla sopravvivenza della vita sulla terra, siamo in trasformazione". È evidente che per chi vive di potere, di soldi e della vendita di qualsiasi cosa: siamo in crisi poiché per tenere in piedi un sistema simile c’è bisogno di un potere d’acquisto crescente all’infinito e anche questo è evidentemente impossibile, così come poter continuare a riempire discariche, cantine, case e garage. Lontano da questa deriva, c’è tutto un mondo variegato che non aderisce alla follia e che si sta organizzando di conseguenza. Ovviamente non è rappresentato dai media che sono ampiamente foraggiati dallo stesso sistema della follia ma esiste. Ogni tanto per folklore sui media appare qualche articolo sul manager che si è licenziato e fa il pastore oppure la ditta che va a gonfie vele nel settore biologico ma dietro ad una notizia del genere ci sono centinaia di persone che stanno facendo percorsi simili, c’è tutta un economia parallela che sta crescendo. Ovunque ci sono disertori, ci sono già oltre mille gruppi di acquisto collettivo fra formali e informali, ci sono centinaia di giovani e non che, senza lamentarsi, si rimboccano le maniche e stanno progettando di recuperare borghi o luoghi abbandonati per costruirsi un lavoro sensato, avere una vita più a contatto con la natura e loro stessi. Ovviamente i media non possono parlare di tutto ciò come una alternativa reale al suicidio collettivo e quindi al massimo danno notizie spot, ma per il resto è un martellamento continuo sullo spread, sulla possibile tragedia se la Fiat vende meno macchine, se i nostri marchi storici entrano in crisi, il tutto condito dal solito ricatto occupazionale in cui i sindacati invece di farsi venire idee alternative, ci cascano sempre dentro con tutte le scarpe. Viene creato artificiosamente questo clima di panico e paura generalizzata così da imprimere nella testa delle persone che se non si fanno sacrifici, se non si sorregge la baracca, sarà una catastrofe. Invece è proprio lasciando al suo destino questo sistema morente che può nascerne un altro, di sopravvivenza e vita reale. Non bisogna seguire i lamenti, non bisogna pensare che solo rianimando il moribondo avremo delle possibilità. Il moribondo scalcia e cerca di aggrapparsi con tutte le sue forze e i suoi potentissimi mezzi, per cercare la nostra approvazione, il nostro aiuto, il nostro sacrificio per permettergli di riprendersi e di continuare imperterrito a sfruttarci e distruggere. Il mondo nuovo che sta nascendo ha bisogno di molte menti, braccia ed energia e queste forze non devono svendersi o prestarsi ad un sistema che non poteva che entrare in crisi irreversibile e che mai supporterà un miglioramento effettivo della salute del pianeta e nostra.
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